REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VI n° 2 FEBBRAIO 2010 - EVENTI |
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Nello stesso tempo si dimostrò attento alle ricerche delle generazioni più giovani, dando prova di saper competere con le gallerie americane protagoniste del rinnovamento artistico del secondo dopoguerra. Inoltre, la sua instancabile attività di editore attrasse grandi personalità del mondo artistico e intellettuale, dal cui confronto nacquero straordinarie creazioni collettive. Per approfondire la conoscenza di un capitolo così avvincente della storia dell’arte moderna, Ferrara Arte organizza la mostra Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti. L’esposizione, a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, è anche l’occasione per studiare un aspetto della storia dell’arte del Novecento fino ad oggi poco indagato, ma assolutamente fondamentale: il mercato dell’arte e i suoi principali animatori, i mercanti e i galleristi. Un centinaio di opere, soprattutto dipinti, ma anche sculture, ceramiche, disegni, incisioni, affascinanti fotografie e volumi illustrati delle Edizioni Maeght, permettono di ripercorrere il ventennio d’oro che va dall’apertura della galleria parigina nel 1945 all’inaugurazione della Fondazione, nel 1964. La rassegna è suddivisa in sezioni tematiche, legate tra loro dai numeri della rivista “Derrière le miroir”, le cui uscite accompagnavano ogni esposizione con funzione di catalogo, coniugando creazioni letterarie e litografie originali. Il tema della prima sezione della mostra è l’amicizia che univa Aimé e la moglie Marguerite ai propri artisti, un legame nutrito anche dalla sensibilità e dall’ospitalità che la donna seppe sempre dimostrare loro. Ne sono testimonianza i ritratti di Marguerite realizzati da Matisse nel 1944 e da Giacometti nel 1961, due icone che ne esaltano l’una il fascino della maturità, l’altra l’autorevolezza dell’età avanzata, nonché il bellissimo dipinto di Bonnard, Fanciulla distesa del 1921, che Marguerite custodiva nella propria camera.
La terza sezione della rassegna è dedicata ad uno degli episodi che fecero più scalpore nella storia della galleria, l’esposizione Le Surréalisme en 1947 organizzata da André Breton e Marcel Duchamp. Vengono riproposti il catalogo con la provocatoria copertina ideata da Duchamp, con applicata una protesi di seno femminile in gomma, e la celebre tela Superstizione-Serpente di Miró, una successione di motivi arcaicizzanti dipinti su una lunga banda di tessuto. In quell’occasione Aimé iniziò a collaborare con Giacometti, che, anche grazie alle mostre della Galleria Maeght, divenne una delle figure più rappresentative dell’arte del dopoguerra. I bronzi riuniti nella quarta sezione della rassegna, tra cui Foresta del 1950 e tre delle celebri Femme de Venise del 1956, sono rivelatori della capacità di Giacometti di trasmettere, con un linguaggio inedito, il senso di precarietà dell’esistenza umana. Tra i grandi nomi, che la Galleria Maeght rappresentò in esclusiva, vi era anche Chagall. Aimé fu probabilmente affascinato dalla capacità dell’artista russo di esplorare tecniche diverse per dare forma al proprio mondo poetico: vedute parigine o paesaggi russi, popolati di amanti in volo, galli fantastici, asini alati e musicisti, sono i protagonisti delle ceramiche, delle incisioni, delle gouaches e dei dipinti presentati in mostra, tra cui il famoso Sole giallo del 1958.
È con questo spirito che in mostra vengono accostate due personalità molto diverse come Kandinsky e Léger: del primo sono presentate sia opere della fase del Bauhaus, inconfondibili nell’astrazione geometrica, sia un dipinto del periodo parigino, Nodo rosso del 1936, giocato sull’armonia di linee e forme fluide; del secondo spicca il trittico, Grandi code di comete del 1930, che evoca il movimento del corpo celeste, richiamando tanto la sfera dell’immaginario quanto l’ambito scientifico. Segue una raffinata sezione dal titolo Bianco e nero, che rende omaggio alla sensibilità di Aimé per le ricerche incentrate sull’economia dei mezzi espressivi. Ne è un esempio emblematico il grande Cespuglio realizzato su carta da Matisse nel 1951, un’immagine ad un tempo semplice e monumentale. Lo affiancano, per analogia, le litografie del giovane americano Ellsworth Kelly, ispirate al giardino di Saint-Paul de Vence, e un mobile di Calder, In piedi del 1972, che sembra sfidare la legge di gravità. Calder era, assieme a Miró, uno degli artisti più vicini ad Aimé. Un legame confermato, tra l’altro, dal dono di nozze che lo scultore fece a suo figlio Adrien, il bellissimo Sumac V del 1953, presentato in mostra assieme ai due singolari uccelli modellati in fil di ferro attorno al 1930. L’amicizia con Miró è a sua volta testimoniata dalla tecnica mista Per i 70 anni di Aimé, esposta assieme a gouaches e olii, tra i quali Gioia di una fanciulla davanti al sole del 1960, che rivela il rapporto dell’artista catalano con le ricerche degli espressionisti astratti. Nel giro di pochi anni la Galleria si era imposta come il principale punto di riferimento delle figure riconosciute come maestri del movimento moderno. Al contempo era riuscita a rappresentare artisti di generazioni differenti, celebri o emergenti. Per tale ragione in mostra sono state accostate opere di artisti molto distanti come, ad esempio, Léger e Chillida, accomunati però da un’analoga attenzione alla costruzione plastica del dipinto e, in questo caso, dall’ispirazione ad elementi naturali: forme organiche, per Léger, la terra, per Chillida.
Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti Ferrara, Palazzo dei Diamanti dal 28 febbraio al 2 giugno 2010 Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno Ingresso: intero € 10.00, ridotto € 8.00, scuole € 4.00 Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064 e-mail: diamanti@comune.fe.it www.palazzodiamanti.it La mostra, a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, è organizzata da Ferrara Arte, in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e la Cassa di Risparmio di Ferrara Catalogo edito da Ferrara Arte Editore con testi di Tomàs Llorens e Boye Llorens
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