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Anche per l'educazione fisica ci sono problemi

La Moratti toglie dalla scuola lo sport che educa più di tanti libri

Attraverso lo sport nella scuola si possono raggiungere molti risultati importanti

Di Silvano Filippini Fantoni

In Europa gli Stati meno sviluppati dedicano almeno tre ore settimanali all'educazione fisica e sportiva scolastica; in Italia sono soltanto due alla settimana e le scuole vengono rappresentate nello sport scolastico provinciale quasi esclusivamente da atleti che già praticano i vari sport nelle società sportive. In tal modo si perde anche quell'importante funzione di reclutamento che dovrebbe essere la funzione principale della scuola. Sono anni che noi insegnanti di educazione fisica proponiamo di escludere i tesserati dalla gare scolastiche, ma dopo un momentaneo tentativo di esclusione i regolamenti li hanno riammessi, annullando, di fatto, la possibilità di cimentarsi alla maggior parte dei neofiti.
Il nostro sistema sportivo, purtroppo, è basato sulle società sportive che, oltre alla deleteria specializzazione precoce, mirano all'agonismo sfrenato e alla costruzione dei campioni attraverso una selezione che, spesso, costringe ad abbandonare per strada coloro che avrebbero più bisogno dello sport per superare le proprie inibizioni e migliorare la salute.

RISULTATO:

  • scarsa diffusione capillare di tutti gli sport ( in Italia tutti i praticanti dei vari sport non bilanciano quelli del calcio);
  • specializzazione precoce che non consente un accrescimento psico-fisico equilibrato e limita il salto di qualità nei professionisti;
  • mentalità distorta che mira esclusivamente alla vittoria, ottenuta anche con mezzi illeciti (comportamento antisportivo, doping farmacologico e amministrativo, violenza verbale e fisica per pilotare i giudizi arbitrali);
  • molto tatticismo negli sport di squadra e poca attenzione all'insegnamento dei fondamentali e della tecnica;
  • mancanza di lealtà , di rispetto dell'avversario, degli arbitri e delle norme che regolano ogni attività.
Occhio al peso! Ora che il numero dei giovani italiani soprappeso sta aumentando in modo esponenziale e quello dei bambini obesi ha raggiunto vertici impensabili sino a dieci anni or sono, sarebbe logico attendere un aumento dell'attività fisica in ogni ordine e grado scolastico. Invece la riforma va esattamente nel senso opposto!
Decreto Legislativo 17/01/05: prevede la riduzione di un'ora (50%) nelle scuole medie superiori e una lieve riduzione oraria annuale nelle inferiori, senza introdurre un “compenso” che aumenti l'orario nelle elementari e nella materna, cioè durante l'età d'oro della motricità.

Italia in controtendenza contro i suggerimenti degli esperti

La riforma scolastica italiana, per quanto riguarda l'educazione fisica e sportiva, va decisamente contro quanto suggerito di recente da diverse organizzazioni italiane e internazionali:
  • L'UNIONE EUROPEA ha proclamato il 2004 “anno europeo dell'educazione attraverso lo sport”, invitando gli stati membri ad aumentare le ore scolastiche (almeno tre settimanali).
  • L'O.N.U. ha definito il 2005 “anno mondiale dello sport e dell'educazione fisica” suggerendo alla popolazione di dedicare più tempo al miglioramento della salute.
  • I Rettori delle Facoltà italiane di Scienze motorie (istituite da poco, dopo la scomparsa degli ISEF) hanno chiesto di incrementare l'attività sportiva scolastica (almeno 3 ore)
  • I MEDICI europei hanno invitato i governi a porre rimedio al dilagare di malattie prettamente legate all'ipocinesi.
Perché proprio adesso giungono tutti questi inviti? Perché i dati allarmanti raccolti in questi ultimi anni e relativi alla sedentarietà degli studenti europei, consigliano un netto incremento dell'attività motoria, sempre più minata dal proliferare dei mezzi motorizzati, dall'uso indiscriminato di TV, computer, internet, video games, e via discorrendo. Infatti l'attività fisica e sportiva imposta per legge in una fascia d'età (3-18) in cui il corpo e il cervello sono assai “plastici”, contiene un'opportunità educativa che non riguarda solamente il linguaggio del corpo, ma anche l'apprendimento di principi scientifici, morali e di una corretta mentalità sportiva. Il tutto utile ad inculcare uno stile di vita che migliori la salute e che poi, una volta adulti, venga mantenuto con continuità.
Non tutto vien per nuocere.
Siccome da alcuni anni ogni scuola ha acquisito una certa autonomia, in teoria la riforma non cancella definitivamente la seconda ora di educazione fisica, ma consente di praticarla al di fuori delle ore obbligatorie che verranno ridotte da 36 a 28 per gli attuali Istituti Industriali. In teoria l'ora mancante si potrà scegliere tra le discipline facoltative proposte. Sempre che l'istituto decida di attuarla e, soprattutto, gli studenti la scelgano! Il problema sarà legato all'acquisizione o meno di un maggior credito formativo attraverso la scelta delle discipline facoltative. Purtroppo ritengo che difficilmente uno studente poco propenso all'attività sportiva deciderà in tal senso. Sarà più facile che la scelgano quelli più portati e che già praticano sport al di fuori della scuola, al fine di aumentare il credito formativo. Tale impostazione non avrebbe alcun senso !

Argomenti:   #bambino ,        #educazione ,        #educazione motoria/fisica ,        #qualità ,        #riforma ,        #scuola



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