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Turismo & Racconti

Un borgo antico spunta improvvisamente dalla memoria: il “Cornello dei Tasso”


Di Giovanni Gelmini


La curiosità mi ha portato su questo sentiero. Volevo fare delle foto del fiume dall’alto con i colori della vegetazione e le rocce grigio bluastre. Una gamma di colori stupendi e brillanti nel mattino fresco di rugiada.

La vegetazione del bosco ceduo, i fiori che spuntano al margine della mulattiera mi ricordano quando, da ragazzo, camminavo per giornate intere in questi paesaggi. Eccomi così a salire nell’ombra del bosco alla ricerca di cosa, non so, forse di qualcosa di dimenticato.

Dopo una decina di minuti il bosco cede lo spazio ad un prato e, fatta una curva, ecco apparire un gruppo di case ben tenute e circondate da fiori ed orti coltivati. Ma cosa è un mondo del passato che si riaffaccia improvvisamente? La mulattiera si allarga e la strada ora entra sotto le case attraverso un‘ampia volta.

Un acciottolato di sassi di fiume larghi e piatti porta ad una prima piazzetta, con un portone in pietra scolpita che mostra l’importanza della casa a cui da accesso.


Poi sempre attraverso volte che passano sotto le case, prosegue in un itinerario coperto e protetto. Da una parte porticine danno l’accesso alle case, a magazzini ed a stalle, dall’altra si aprono cortili soleggiati e oggi pieni di fiori. In angolo sotto un volto, una collezione di vecchi strumenti in legno dell’agricoltura di queste montagne.

È facile sognare tempi passati con convogli di muli o cavalli fermi in questi spazi per effettuare scambi. Infatti di qui passava la “via mercatorum” e questo era sede di un importate mercato, successivamente venne realizzata nel XVI secolo sul fondo valle la “strada priula” per collegare Venezia alla Svizzera . Questo borgo dominava un percorso strategico e così ben si comprendono queste costruzioni che verso valle hanno la foggia di una fortezza.

Alla fine di questo percorso coperto ancora una sorpresa mi attende: una cartello modernissimo, ma con un’indicazione evocativa: “Oneta – Casa di Arlecchino - 30 minuti”. Si da li si può raggiungere con una beve e comoda passeggiata Oneta dove la tradizione vuole ci sia la Casa di Arlecchino, la maschera da tutti ritenuta veneta.
Sempre alla fine del percorso coperto si trovano i ruderi che la tradizione vuole appartenere alla casa dei Tasso. Ora sono rimaste poche pietre imponenti, ma che poco ci raccontano di quello che dovrebbe essere un luogo di grande interesse storico.
A destra invece una strada non coperta mi permette di ripercorrere l’abitato all’aperto, sempre case ben tenute e piene di fiori, come se ogni famiglia facesse a gara per dare con essi un sorriso alle pietre antiche; perfino le fessure hanno fiori! Attraverso questa strada si raggiunge la chiesetta dei Santi Cornelio e Cipriano, ben restaurata che contiene un interessante ciclo di affreschi dei secoli XV e XVI, recentemente riportati alla luce.
Conoscevo questo posto per averlo vista da ragazzo, ma il ritrovarlo è stata una scoperta entusiasmante e così l’ho voluta comunicare anche a voi. Se vi trovate a passare in Valle Brembana e avete il tempo, non trascurate questa passeggiata. Per ulteriori informazioni :http://www.brembana.info/borghi/cornello/cornello.html

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