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Il blog agli occhi di chi lo ha abbandonato

…c'è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e il sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse...

Di chocolate_sky (Concetta Bonini)

Blog: piccola parola sconosciuta a molti che nasconde un mondo meraviglioso… esperienza straordinaria, opportunità irripetibile.
Ho fatto parte anch’io di questo mondo, tempo fa, e finché ci sono stata all'interno l’ho vissuto meglio che ho potuto, entrandoci a fondo e cercando di coglierne ogni tipo di sfumatura.
Ho conservato il mio angolino sulla piattaforma di Virgilio per molto tempo: il mio blog è nato nell’ottobre 2003 col nickname chocolate_sky e la mia esperienza è durata almeno un anno pieno ed intensamente vissuto. Poi, dopo qualche mese di post stentati, forzati e sicuramente non più spontanei come una volta, ho deciso che era arrivato il momento dei saluti. La mia scelta è stata determinata da molteplici fattori. Per semplificare basta dire che ho inaugurato il mio blog con una frase di Fernando Pessoa: “…c'è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e il sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse.”.
Ecco, il momento in cui l’ho chiuso coincide più o meno col momento in cui credo di aver deciso di aprire la finestra. Insomma si tratta di una scelta esclusivamente privata, determinata dal corso di esperienze prettamente personali, quindi non utilizzabile universalmente per spiegare il fenomeno, che per un certo periodo è stato diffuso, di abbandono dei blog. E sicuramente non rientra nella categoria dei blog chiusi per protesta nei confronti di un sistema che si stava attorcigliando su sé stesso, per colpa di chi voleva solo apparire, solo accrescere il numero di entrate e di commenti, solo finire in home page tra i blog più letti e più votati (sono stata io stessa per parecchio tempo nella rosa dei campioni e tra i bloggers più conosciuti di tutta la piattaforma, ma non ho mai scritto con questo scopo e chi mi ha conosciuta e mi ricorda ancora lo sa benissimo), perché si tratta di casi che devono lasciare il tempo che trovano ed essere ignorati.
In fondo ho solo capito che tutto rientra nel corso naturale delle cose: ogni esperienza regala qualcosa di più o meno profondo, si può spremerla per cavarne tutto ciò che è capace di dare, ma poi arriva il momento in cui si prosciuga e si deve avere il coraggio di archiviarla perché continuare a viverla per inerzia o per abitudine finirebbe per sminuire anche quello che di positivo ha rappresentato fin a quel momento. E se questo vale tutti i giorni nella nostra vita quotidiana, vale anche in materia di blog. Molti addirittura hanno cancellato il blog dopo averlo chiuso e di loro non c’è traccia nel grande mare della rete, ma io non l’ho fatto perché lì dentro, che ci crediate o no, c’è un pezzo di me che a suo modo è stato importante e non solo per l’esperienza del blog in sé ma soprattutto perché lì c’è la cronaca fedele di quello che sono stata per un anno e uno spaccato reale del mio percorso di crescita, uno zoom sulla mia vita, il fotogramma di un periodo particolare.
Questo vale, naturalmente, per chi vive il blog come l’ho vissuto io.
Ci sono infiniti modi di usare questo spazio, uno almeno per ogni individuo che decide di aprirlo. Il mio è stato il racconto di me stessa senza filtri, come un vero e proprio diario interiore che, anziché tenere segreto, ho offerto alla lettura di chi non mi conosceva e ha imparato a comprendermi attraverso le mie parole.
È stato un modo per esprimere il mio amore per la scrittura, ma anche un modo per mettermi in discussione col giudizio di chi non poteva avere pregiudizi nei miei confronti per il semplice fatto che di me non sapeva nulla più di quello che io stessa narravo. Sono nate le più disparate amicizie, limitate a qualche battuta scherzosa o al confronto di esperienze o ancora trasformate in solidi rapporti. Sporadicamente sento molti dei miei vecchi compagni di blog, ma almeno con un paio di loro ho instaurato un rapporto di amicizia vera che prosegue ancora quotidianamente.
Ho sempre fatto molta attenzione a spiegare però che un’amicizia per blog non può sostituire le amicizie reali, può solo affiancarsi a loro in una dimensione diversa e nello spazio di crescita dei propri orizzonti.
Allo stesso modo bisogna fare attenzione a non trasformare il blog nella propria vita: è lo stesso rischio che si trova nelle chat e in altri posti del genere. Internet può rappresentare un orizzonte globale di confronto, un’occasione per ampliare il proprio raggio di comunicazione, o ancora un modo per integrare, arricchire, in un certo senso semplificare la propria vita. Ma non è la vita. È uno strumento di azione, non il suo senso. Invece non di rado mi sono imbattuta in persone che hanno chiuso nello schermo la nicchia della propria vita e hanno trasferito qui dentro la propria capacità di ridere, di piangere, di provare sensazioni, di trovare amicizie.
Per onestà bisogna dire che, putroppo, il blog è anche questo. Non oserei mai generalizzare dicendo che il blog è uno strumento di fuga dalle proprie frustrazioni, una valvola di sfogo virtuale di un vuoto che non si riesce a riempire altrimenti.
Non è così e anzi bisogna dire che nella maggior parte dei casi si tende esclusivamente a riversare nel blog la propria vita, come ho fatto io, per riordinarla come faccio tuttora ogni volta che prendo in mano un foglio di carta e una penna. Ma purtroppo esiste anche quella fetta di blog e io direi che -se si vuole vivere appieno lo spirito del mondo blog, uno spirito di condivisione e di crescita comune, di confronto attraverso i commenti per vedere con occhi puliti ciò che della nostra vita non siamo più capaci di giudicare obiettivamente- spetta alla parte sana indirizzare le devianze verso la giusta rotta che resta sempre e comunque quella di spegnere lo schermo e aprire la finestra.

Argomenti:   #blog



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