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 Anno I n° 5 del 01/09/2005    -   MISCELLANEA


Racconti & Turismo
Incontro a Marzamemi

Di Gattaminerva



Ricordo perfettamente il giorno in cui ti ho conosciuto, potrei descriverlo con la minuzia degna di un pittore fiammingo.
Era il 29 gennaio.
Quel giorno scesi a Marzamemi, per andare a consolare mia cugina da una delusione d’amore, presi il solito autobus delle diciotto in partenza da Siracusa, per arrivare puntuale alle diciannove e venti.
Il tempo di darmi una rinfrescata, e scendemmo a Marzamemi.
Solito Cuba Libre in mano, e tanta allegria per fare forza alla delusa.
Ad un tratto, mi sentii spintonare dallo specchietto di una macchina che passava per la via principale, la via Marzamemi.
Cuba addosso alla delusa, che ne aveva già parecchie per i fatti suoi.
Il piazzale dell BalataAd un tratto, mi sentii spintonare dallo specchietto di una macchina che passava per la via principale, la via Marzamemi.
Cuba addosso alla delusa, che ne aveva già parecchie per i fatti suoi.

“Ma sei matto? Mi ha fatto cadere il drink!”
“Scusa, davvero, pensavo ti fossi spostata.”
“Vabene dai, fa niente, vuol dire che mi offrirai un altro drink per rimediare!”
“Ok, allora ci vediamo alla Balata”

Arrivammo al locale, dopo uno sforzo non indifferente visto che avevamo i tacchi, e purtroppo la strada non era asfaltata, ma fatta di mattoni di basalto molto rovinati a causa delle maree che spesso e volentieri arrivano a ricoprire tutto il piazzale tanto che qualche barca parcheggiata arrivva anche in acqua.
Dalla prima frase capii che non sarebbe stato facile stare insieme e tranquilli io e te.

“Allora, facciamo una passeggiata così ti faccio vedere il mio paesello”
“No, senti….Ho le scarpe alte….”
“Peggio per te che le hai messe!”
“ Grazie!”




Dal piazzale della Balata, prendemmo una stradina, molto carina con un arco, e mi spiegasti che alla mia sinistra si trovava la vecchia tonnara, e in effetti si vedeva che quelle mura erano di un posto di pescatori, sembrava quasi che lasciassero trasparire anni ed anni di stanchezza, nottate al freddo e sudore.



Passammo l’arco e ci trovammo in una piazza, la Regina Margherita, che a mio dire, è una delle piazze più belle della Sicilia.

In questa piazza campeggiano due chiese, una è la principale, ed un’altra, a destra, chiusa e sconsacrata.
Mi parlasti anche del cortiletto arabo, un posto molto suggestivo, cui si accede tramite una stradina strettissima situata a destra dell’arco: lì, uno dei più bei paesaggi che i miei occhi abbiano visto, circa quattro case che si affacciano direttamente sul mare, verso la fine della Diga, così chiamata, per gli scogli artificiali che impediscono al mare di arrivare fino alle già citate casette.

In quel posto mi dicesti una frase molto carina e di buon gusto.

“Peccato essere in un posto magico come questo con te” “Sei un tesoro, sul serio” E intanto pensavo al mio gomito dolorante per il colpo di specchietto.


Camminando lungo la Diga si arriva ad un viottolo secondario che porta di nuovo alla via principale, ed una cosa catturò la mia attenzione: un isolotto a circa cinquecento metri dalla riva, con una casa grande, e molto bella.

“Bella vero?”
“Moltissimo, quello che ho sempre sognato”

Questa casa, è di una famiglia di nobili, oramai decaduti, di Pachino, i Brancati, ed è abitata soltanto il periodo estivo, i proprietari scendono in paese per mezzo di una barchetta, appositamente costruita con i fianchi alti in modo da non far bagnare i vestiti di gala delle signore di epoche precedenti.
Sentivo che quel posto sarebbe rimasto impresso nella mia mente come nessun altro. E’ una strana magia, quella che ti avvolge, insieme al profumo del mare.

“Ragazzi noi dovremmo andare, si è fatto tardi,e domani devo ritornare a Siracusa” “Ok, allora magari ci vedremo la prossima volta che scenderai” “Sicuramente”

Andai a letto tranquilla, forse quel miscuglio di odori e di immagini, servono davvero a sgomberare la mente.
Il giorno dopo presi nuovamente l’autobus, non riuscivo a non pensare alla casa Brancati, alla tonnara, alla gente vestita a festa il sabato sera….Era tutto perfetto…

Vedi, Amore…..Sono passati circa sei mesi ed è ancora tutto intatto nella memoria.



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