A volte succedono cose sgradevoli. È mia abitudine cercare di superarle per concentrarmi su quelle piacevoli, ma qualche volta ci si deve fermare per rendere pubblici i fatti, così la gente può farsi un’opinione. Questo è il caso che, cercando di preparare un articolo per “Magazine”, mi è capitato.
In agosto, ho iniziato a cercare eventi da segnalare. Come tutti quelli abituati all’uso di internet, ho fatto ricerche nei motori e tra le varie cose mi è uscito un evento in Umbria, tra Assisi e Nocera Umbra, della durata di due giorni che, chissà perché, mi sembrava di possibile interesse: la “Cavalcata di Satriano”. Sul sito una descrizione dell’evento storico; si legge che si tratta di una rievocazione storica, una tradizione iniziata nel 1923 interrotta e ripresa “Nel 1980, dopo alcuni anni, in cui si era persa l'abitudine di celebrarla, la tradizione della Cavalcata di Satriano venne ripresa da un gruppo di appassionati cavalieri di Assisi e Nocera Umbra.”, cosi cita il sito. Seguono una serie di “tappe” con date e luogo, ma nessuna indicazione di come si interagisca con la platea del popolo a cui è rivolta, penso, che dovrebbe essere formato dagli abitanti, ma essenzialmente dai turisti. In calce l’indirizzo dello IAT di Assisi per informazioni
Volendo approfondire, perché la cosa mi sembrava incomprensibile, ho telefonato al numero fornito indicato. La persona gentilmente mi risponde e mi dice che non sa nulla e di ritelefonare al mattino quando c’è la sua collega. Bene, cosa che faccio e scopro con sorpresa che hanno solo un depliant (che gentilmente mi inviano via posta elettronica) che riporta quello che c’è sul sito, cioè una informazione assolutamente insufficiente! Mi indicano l’Ufficio Stampa del comune per avere ulteriori informazioni. Cosa che prontamente faccio, ma anche lì niente. Nulla di più!
Osservando il frontespizio del depliant scopro con raccapriccio che questa manifestazione, cosi indegnamente presentata e supportata presso gli uffici di informazione, è super patrocinata, se non leggo male, da ben 29 enti che vanno dalla Provincia di Perugia, a vari Comuni (Assisi, ecc), Diocesi, per finire addirittura agli ”Abitanti di Villa Postignano” (come avranno fatto gli abitanti di quel loco a dare il patrocinino, mi piacerebbe saperlo).
A questo punto parte “Lo sbuffo”.
Ma come si fa, mi chiedo, a concedere un patrocinio ad una manifestazione turistico-cultutale, in un posto che è sotto gli occhi di tutto il mondo come Assisi, senza accertarsi che esistano le garanzie minime di qualità? Qui evidentemente la comunicazione è assolutamente insufficiente. Come si fa ad affidare ad un Ente del Turismo, come lo IAT, che colloquia con tutto il mondo, l’incarico di fornire informazioni senza che queste siano sufficienti? C’è qualcuno in questa terra di Santi e di Miracoli che si rende conto che il turismo va coltivato? Non si possono commettere svarioni del genere su un argomento che è basilare per Assisi e per tutta l’economia italiana: “il Turismo”.
Se una manifestazione non è all’altezza ed è considerata minore o la si aiuta a raggiungere il minimo livello o la si abbandona, anche se è storica. Una cosa così non mi era mai capitata e la devo trovare proprio in una località che dovrebbe avere le risorse necessarie e non dovrebbe permettersi simili errori. Spero che qualcuno del posto provveda a evitare che nel futuro si ripetano errori simili, che danneggiano fortemente l’immagine del nostro paese e sono pericolosissimi specialmente per il turismo estero. Questo monito vale ovviamente per tutti gli enti che troppo facilmente concedono patrocini senza assumere del dovute cautele.
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