La fonte di energia più usata nel mondo e più dannosa è il petrolio ecco il tema che appassiona sempre di più economisti ed ambientalisti.
Anche noi comuni cittadini abbiamo acquisito sul tema una sensibilità sempre più accentuata. Il petrolio bruciato dai motori delle macchine di ogni tipo provoca un‘enorme inquinamento atmosferico, il nostro pianeta si “ammala” il risultato del noto effetto serra è il surriscaldamento del pianeta e il cambiamento costante e in alcuni casi radicale del clima che porta anche al disgelo dei ghiacci ai poli.
C’è anche da considerare una questione di equità internazionale: è certo auspicabile che il Sud del mondo raggiunga rapidamente livelli di sviluppo paragonabili ai nostri, ma se ciò avvenisse ai medesimi costi energetici sostenuti dal mondo ricco, sulla base della stessa “monocultura” petrolifera, l’umanità andrebbe incontro a un collasso climatico e ambientale.
Il petrolio non è una fonte illimitata ma è in esaurimento quindi il suo prezzo è molto elevato, sempre più elevato, da qui la necessità di promuovere fonti di energia alternative come l’elettricità prodotta con la forza delle acque, del vento e della luce solare se non addirittura ad un ripensamento sul nucleare. Promuovere l’utilizzo dell’energia elettrica nei trasporti è determinante per uscire dalla dipendenza petrolifera. Vanno incentivate le energie alternative al petrolio, al carbone come il metano, la più pulita e diffusa tra le energie fossili, e soprattutto l’eolico e il solare.
E’ chiaro che bloccante è il problema politico legato agli interessi dei Paesi produttori di petrolio e soprattutto dei Paesi che lo raffinano e commercializzano. Dal momento che ci si trova nella possibilità di utilizzare fonti d’energia alternative al petrolio meno dannose e più economiche è lecito sperare, e agire perché la speranza si muti in realtà, che vengano utilizzate prima che il nostro pianeta risenta in maniera irreparabile le forti conseguenze dell’inquinamento da petrolio.
La Cina ad esempio accelera sulle fonti alternative. A parte le grandi dighe che stanno sconvolgendo il territorio e creando problemi di ordine pubblico, la priorità del governo cinese punta tutto sul nucleare e sul vento. L’obiettivo di quel Paese e che il 20% delle fonti energetiche entro il 2020, siano equamente divise tra fonti rinnovabili e nucleare. In particolare, secondo quanto annunciato, 20 gigawatt arriveranno dai generatori eolici e altri 40 gigawatt arriveranno invece dalla costruzione di 30 centrali nucleari. Proprio quest'ultime, hanno subito una brusca accelerata.
Un altro settore sul quale sta facendo passi da gigante e quello dell'eolico. Dopo lunghe ricerche, molte industrie, spesso a maggioranza statale, hanno cominciato a produrre generatori e pale.
Il nucleare è però nel mondo in declino inarrestabile anche per la sua intrinseca insostenibilità in termini ambientali e di sicurezza. Scommettere sulle alternative al petrolio richiede di promuovere la ricerca, l’innovazione; un’economia meno “petrolio-dipendente” è un’economia più moderna.
Occorre migliorare l’efficienza energetica nei trasporti, nell’industria, nel settore residenziale, cioè in parole povere ridurre il contenuto di energia per unità di Pil prodotto diventerà sempre di più una misura fondamentale di competitività. L'Italia e tutto il Mondo attuale dipende dal petrolio. Le riserve disponibili e le previsioni dei fabbisogno petrolifero mondiale futuro suggeriscono che l'umanità abbia urgentemente ad adire alle fonti alternative di energia.
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