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E se l’ era del petrolio fosse giunta alla fine?

Energia e sviluppo economico

I cicli economici “lunghi” sembrerebbero indicare che il caro petrolio potrebbe essere lo spunto per il rilancio dell’economia mondiale attraverso l’introduzione delle tecnologie di produzione energetiche alternative.

Di Giovanni Gelmini

In economia sono ben noti i “cicli lunghi” individuati dal Kontratieff. Sono cicli economici della durata di circa mezzo secolo (ora sembra si siano ridotti a una trentina d’anni) che danno la “base” dello sviluppo dell’economia industriale mondiale. In pratica i momenti di espansione continua dell’economia, corrispondono ai momenti di crescita di questo ciclo e sembrerebbe che ora si sia un periodo di recesso del ciclo lungo. Questo è legato all’esaurimento della spinta all’incremento della produttività del sistema complessivo, fornito dalla tecnologia “pervasiva” (cioè che è presente in tutti i settori), che ha sostenuto l’incremento della produttività nella fase di espansione.

Di tutti i cicli individuati solo l’ultimo non risulta connesso direttamente ad un miglioramento dell’uso o della disponibilità di energia, ma alla diffusione dell’informatica. I primi, dalla rivoluzione industriale alla fine dell’800, si legano all’introduzione delle macchine e in particolare delle macchine a vapore fisse e mobili (locomotive e piroscafi), poi alla diffusione dell’energia elettrica e, nel penultimo, alla diffusione del petrolio e dei suoi derivati petrolchimici.

Ora anche le ultime influenze del “Ciclo del petrolio”, il V° ciclo, sembrano svanire. Il costo di questa materia prima è diventato elevato e non più in grado di essere sopportato dalle economie industriali, ma tutte le economie industriali per esistere necessitano di energia a basso prezzo; allora cosa succederà?

Certamente si cambia la fonte energetica e si apre lo spazio alle energie alternative vecchie (in testa l’idroelettrica e la geotermica tradizionale), a quelle nuove ( eolica, maree, pompe di calore, solare tra cui la prima fra tutte la fotovoltaica, cioè energia elettrica generata dai pannelli solari). Sicuramente una delle più interessanti, per la sua flessibilità di utilizzo è quella fotovoltaica. A 40-50$ al barile l’energia fotovoltaica diventa competitiva, figuriamoci a 70$.

A questo punto succede un fenomeno, valido per tutte le tecnologie innovative: la tecnologia si diffonde, questo vuol dire che da una parte il suo utilizzo diventa più facile, meno incerto. Ci sono i tecnici che possono seguire i problemi. Inoltre l’aumento della sua applicazione riduce i costi delle apparecchiature ed infine la ricerca, stimolata dai rientri del capitale investito e dall’esperienza generata dall’applicazione diffusa, migliora le prestazioni e l’efficienza delle apparecchiature.

Se oggi il punto di equilibrio è a 40$ al barile, esso si riduce e nel giro di una decina di anni e potrebbe essere anche a meno di 20$ al barile, cioè inferiore prezzo corrente del petrolio negli anni ’80 dopo la guerra del “kippur”. Questa potrebbe essere la nuova spinta attesa per il rilancio della economia internazionale con l’inizio di un nuovo ciclo lungo.

Non aspettiamoci di avere questi risultati domani mattina, ma già tra qualche anno se ne potranno vedere i primi. Possiamo concludere che forse “non tutto il male viene per nuocere”



Argomenti:   #carbone ,        #costi pa ,        #economia ,        #energia ,        #energia alternativa ,        #kontratieff ,        #petrolio ,        #sviluppo



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