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 Anno I n° 7 del 29/09/2005    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Bergamo invasa dai giovani, perché?
BergamoScienza fa lo strapieno con tre incontri: Oliver Sacks , Rita Levi Montalcini e Margherita Hack. In Città Alta non c’era più posto per nessuno. Le richieste della gente sono molto diverse dall’offerta delle televisioni pubbliche e private!
Di Giovanni Gelmini


Straordinario a Bergamo: Città Alta invasa alla domenica mattina, non c’è più in parcheggio e ci sono code per arrivare. Le strade si sono riempite di moltissimi giovani, ma non mancano anche quelli un poco piu avanti con l’età. Cosa è successo? Non certo un concerto di qualche rock star, né la presenza di un personaggio politico. E allora? Solo la Scienza. Un fatto straordinario che smentisce quello che ci vogliono fra credere i mass media e i sondaggi sugli ascolti della televisione.

Ma cosa c’era allora ad attirare più di 10.000 persone? Una serie di conferenze scientifiche sul tema “Scienza & Conoscenza”! Incredibile vero? E la cosa più incredibile è la quantità di giovani. E chi ha fatto questo miracolo? Tre vecchi: il neuroantropologo Oliver Sacks, il premio Nobel Rita Levi Montalcini e Margherita Hack. Certo dei vecchi sempre giovani, degli scienziati veri, che affascinano per la loro capacità di vivere la ricerca come un’avventura, come un gioco, ma che gioco!

Il pubblico segue nelle sale e all’esterno con maxischermi installati di corsa per far fronte all’inattesa ondata di partecipanti. È un’attenzione particolare, non c'è adorazione del personaggio, non c'è la passività accettazione degli enunciati, ci sono anche riflessioni e le contestazioni e questo lo si sente dalle domande che vengono proposte dalla sala. Domande a volte provocatorie come sulla possibilità di limitare la ricerca scientifica, domande che si riflettono sui problemi reali della ricerca tutti i giorni, ma veccie perché è da Galileo che è iniziata la diatriba se la Religione o la Politica possano imporre alla Scienza dei limiti (non da confondere con l’etica, che è essenzialmente un fatto personale).

Non si può che concordare con l’affermazione di Raffaella Ravasio, una delle fondatrici di BergamoScienza “È un successo che deve far riflettere perché i giovani hanno voglia di scoprire, sapere” e quindi “Un messaggio che va indirizzato a chi continua a persistere nel tagliare fondi alla scuola e alla ricerca, quando invece servono investimenti consistenti: i ragazzi ce lo chiedono. Bergamo si faccia portabandiera nazionale per questa richiesta”. Perfettamente condivisibile, ma forse non basta; io aggiungerei che forse chi fa i palinsesti della televisione dovrebbe smettere di credere vere le misure fatte dall’Auditel e convincersi che la gente non si interessa solo di calcio, di reality-show, di talk-show , di tette a gogo, ma vuole cultura, quella vera e non quella affidata a istrioni che si spacciano per scienziati, come troviamo oggi nelle nostre televisioni. E si che sono tanti i canali ormai, ma tutti si copiano cercando di attirare solo quella poca quota di pubblico che ormai è interessata alle loro proposte di basso livello.



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