Gentile Governatore,
è con profonda ammirazione che mi permetto di scriverle per manifestarle tutto il mio appoggio morale.
Era dai tempi di Claudio Gentile, terzino della nazionale campione del mondo in Spagna, che non si vedeva in Italia una persona così attaccata al suo lavoro. I nostri politici, è vero, in questi anni ci hanno dato degli illuminanti esempi in tal senso, ma una volta le marce comuniste, una volta Bossi, una volta un ictus, una volta la stessa maggioranza, qualcuno purtroppo è sempre riuscito a farli desistere dai compiti istituzionali per i quali erano stati designati.
Lei invece no. Nemmeno l’uragano Kathrina le avrebbe tolto la poltrona sulla quale meritatamente siede da dodici anni, figuriamoci se poteva farsi impaurire da Tremonti, dalla maggioranza o da tutta l’opposizione.
Oddio ….. a farci ben attenzione tutte le persone che le chiedono di dimettersi rappresentano l’Italia intera, ma ormai siamo sotto elezioni e probabilmente far un po’ non ci saranno più.
E a farci ancora più attenzione anche la Banca Centrale Europea non si è proprio espressa completamente a suo favore, ma loro, si sa, parlano per invidia perché la loro carica non è a vita.
E volendo continuare anche a Washington hanno avuto qualche perplessità per la sua posizione, o quantomeno per la figura non idilliaca che le hanno fatto fare e che lei di rimbalzo ha fatto fare all’Italia intera, ma anche qui parlano per invidia visto che loro hanno Bush, che in termini di figure è inavvicinabile.
Ma, come ho già detto, queste sono ripicche dettate dall’invidia, sono liti puerili accese da chi sa solo parlar male del prossimo, sono stupide diatribe volte a toglierle l’investitura monarchica che lei correttamente difende.
Noi facciamo parlare i fatti, mio amato Governatore, e chiariamo subito di che pasta lei è fatto.
Lo scandalo Cirio, che ha visto la Banca di Roma fra i principali protagonisti, quello dei bond Parmalat, dove il sistema bancario divide con i Tanzi tutte le colpe, il Faziogate, che apparentemente l’ha vista favorire Fiorani per l’Opa su Banca Antonveneta.
Questi sono fatti, mio stimato Governatore, che la identificano inequivocabilmente fra i grandi condottieri del nostro paese, al pari solo di Giovanni dalle Bande Nere e di Farinata degli Uberti.
Perché, se così non fosse, se lei non fosse il grande e nobile uomo che è, non si potrebbe capire come mai lei, nonostante tutto ciò di cui la si accusa, sia ancora seduto su quella fantastica e comoda poltrona di Via Nazionale.
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