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Racconto

Zurigo: un sorprendente connubio di modernità e rispetto per la natura in una metropoli a misura d'uomo

...Per dimostrare che la Svizzera non è solo cioccolato e coltellini multiuso...

Di Luciana Ricca

Avevamo in mente un viaggio in Svizzera già da tempo, ma per diversi motivi nel corso degli anni non ci è stato possibile concretizzarlo, nonostante due nostri amici svizzeri ci abbiano più volte incoraggiato e invitato a trascorrere qualche giorno a Zurigo con loro.
Il viaggio d’andata è stato inevitabilmente lungo, quasi interminabile e a non favorirci di certo è stato il treno che abbiamo preso dalla stazione di Catania: vecchio, senza aria condizionata e con a bordo una allegra brigata di giovani svizzeri che, benché fossero ormai alla fine del loro viaggio,avevano ancora tanta voglia di cantare e di fare baldoria. Nel tragitto dal valico doganale di Chiasso a Zurigo abbiamo avuto modo di osservare paesaggi stupendi con valli e pianure verdissime incorniciate da monti color smeraldo, con delle casette in legno sparse qua e là, sembrava di essere proprio dentro il cartone animato di Heidi!
Stanchissimi, siamo finalmente arrivati a Zurigo e abbiamo trovato alla stazione ad attenderci i nostri amici, che per tutta la settimana successiva ci hanno ospitato e guidato in tutte le nostre visite.
Prima della partenza credevo che la Svizzera fosse solo cioccolato e coltellini multiuso, ma fin dal primo giorno di visita a Zurigo mi sono dovuta ricredere: infatti quella che mi si presentava davanti non era solamente la città economicamente più importante del Paese e un grande centro commerciale e finanziario sede di tantissime banche e negozi, ma anche una bellissima città che affonda le proprie origini nel Medio Evo ed è sede di un’importante Università e di numerosi musei. Il primo giorno abbiamo visitato l’enorme zoo della città, letteralmente invaso da famiglie con bambini al seguito. Le specie di animali che abbiamo osservato sono state davvero innumerevoli: da uccelli di ogni tipo a felini, elefanti, scimmie, insetti, pinguini….uno zoo talmente grande che per visitarlo tutto sarebbe stato necessario un giorno intero. Anche se gli animali preferirei vederli fuori dalle gabbie nel loro habitat naturale piuttosto che negli zoo, tuttavia devo ammettere che quel giorno gli animali non mi sono sembrati particolarmente insofferenti della loro cattività come invece mi era capitato di notare in altri zoo forse per l’attenta ricostruzione degli ambienti naturali o per lo spazio lasciato loro a disposizione …
Sapevamo che la principale attrazione dello zoo era la Foresta Pluviale “Masoala”, una ricostruzione puntuale di un vero e proprio ecosistema tropicale: quello della foresta del Madagascar dove, immersi nel verde degli arbusti, degli alberi e dei fiori dalle forme più strane, avremmo avuto la possibilità di vivere per qualche ora in una vera foresta tropicale.
La nostra amica ci aveva raccontato che lo scopo di quella sezione dello zoo non era solo quello di confinare alcune specie di piante e animali in un bellissimo ambiente, ma anche quello di sensibilizzare i visitatori alla lenta ed implacabile distruzione delle foreste tropicali che rappresenta oggi una minaccia per molte specie vegetali e animali, soprattutto in Madagascar.
La sensazione che ho provato entrando in questo enorme ambiente , circondato da ogni lato da pareti di metallo e vetro, è stata di assoluto stupore e di meraviglia per quelle piante e quegli alberi altissimi, la maggior parte a me assolutamente sconosciuti. L’umidità e il tepore ci hanno avvolti in un caldo abbraccio: quello era l’ambiente dove farfalle enormi e coloratissime si muovevano, dove vegetavano bellissime ed imponenti, le verdi piante da sottobosco; quello era il posto ideale per variopinti pappagalli e colibrì. Mentre mi trovavo ad ammirare animali esotici sulla sponda di corsi d’acqua e laghetti ho faticato a pensare di essere, in fondo, a pochissimi chilometri dal centro di una grande metropoli.
Pur essendo una delle città più popolose del Paese, Zurigo mi è sembrata una città a misura d’uomo, e poi molto aperta, soprattutto alle esigenze dei giovani, a cui di certo non manca come passare il tempo, con cinema all’aperto, gare sportive organizzate nei pressi del lago, feste in piazza e molte altre iniziative. Città molto viva dunque, e anche molto ricca: basta passeggiare lungo la lBahnhofstrasse, la via più esclusiva della città, per vedere negozi di ogni tipo, in particolare quelli di alta moda e, naturalmente, le banche. In Luglio, il periodo della nostra visita alla città, i suoi marciapiedi erano letteralmente invasi da tantissimi (più di 200) orsacchiotti di dimensioni enormi, ciascuno posto davanti alla vetrina di un negozio e ognuno decorato in maniera diversa dagli altri : oltre ad attirare la clientela, servivano molto a decorare la via , in realtà già abbastanza piena di colori e di novità. Immancabili nella Bahnhofstrasse (e non solo) le pasticcerie e le cioccolaterie che, devo ammettere, anche solo tramite le coloratissime vetrine sono state capaci di risvegliare la mia più profonda ossessione: il cacao.
Molto caratteristica anche la breve passeggiata fatta dentro il mercatino rionale del martedì, dove si vendevano in gran parte frutta, ortaggi, ma soprattutto fiori di tutti i tipi, raccolti in mazzi variopinti che costituivano una sorta di “tappeto” profumato e coloratissimo in tutta la zona del mercato. Una parte della città che mi è davvero piaciuta e che immaginavo ben diversa, è stata il centro storico, che si presenta dall’alto come una distesa di palazzi dai tetti spioventi di tanto in tanto intervallati dalle guglie e dai campanili di ben quattro chiese, tutte che risalgono circa all’ XI secolo. St Peter, la più importante, si caratterizza per la semplicità sia dell’interno che dell’esterno: dentro è completamente assente qualsiasi immagine, contrariamente alle chiese cattoliche italiane, ma rimane a mio parere una chiesa molto elegante nella sua semplicità. Molto belle, direi quasi indispensabili all’interno di questa chiesa, sono le vetrate, unica nota di colore che contrasta col grigio predominante della pietra.
Un po’ tutta la parte vecchia di Zurigo mantiene una certa uniformità sul piano architettonico, non ci sono “stonature”, ma le case, non molto alte, dal tetto spiovente si amalgamano bene con un contesto di guglie, campanili,e ponticelli sul fiume Limmat.
Il vero cuore di Zurigo è il lago. Esso è un vero e proprio centro di aggregazione per gli zurighesi, specialmente nelle domeniche estive. Il lungolago è molto frequentato da gente di qualsiasi età e per i motivi più svariati: per prendere il sole, per fare jogging , per un pic-nic, per una semplice passeggiata o semplicemente per fare un bagno nelle sue limpide e fresche acque: che impressione mi hanno fatto quegli anatroccoli e quei cigni che nuotavano indisturbati tra i bagnanti! Nei pressi del lago non mancano le attrezzature: bar e ristoranti, piste ciclabili, campi da tennis, uno spazio adibito al cinema all’aperto, molto suggestivo, con il panorama del lago che incornicia il maxischermo. Nei pressi delle rive si trova anche quella che un tempo era una fabbrica di materiale elettrico, detta “rossa” per il colore dei mattoni esterni, ora adibita a ristorante, ma che è anche un punto di ritrovo per giovani artisti, creatori di murales, che hanno dipinto a modo loro le mura esterne dell’edificio.
A Zurigo ci si sposta utilizzando anche il battello proprio come si farebbe con un autobus in una qualsiasi città; con esso si raggiungono le località più importanti della città che si affacciano sul lago e senza dubbio il giro in battello ci ha dato la possibilità di ammirare lo spettacolo suggestivo ed indimenticabile di Zurigo come cornice del suo lago.
Alla fine della nostra permanenza, il penultimo giorno, abbiamo deciso di visitare Einsiedeln una piccola città non molto distante da Zurigo e facilmente raggiungibile in treno.
Einsiedeln (che letteralmente significa “la dimora dell’eremita”) è la meta di numerosi pellegrini che ogni anno visitano la sua abbazia benedettina, vero centro del paese.
Questa è un’enorme costruzione che risale al periodo tardobarocco del XVIII secolo. L’edificio, più volte danneggiato da incendi e saccheggi, e stato ricostruito e notevolmente ampliato. L’abbazia si trova al centro di un vasto complesso architettonico a pianta quadrata con al suo interno ben quattro cortili, un monastero, una biblioteca, una scuderia , la scuola e molti altri ambienti di cui i monaci benedettini usufruiscono ancora oggi.
La sua facciata, molto imponente, è affiancata da due campanili di spiccata eleganza che, svettando verso il cielo, mettono in evidenza una enorme piazza dove si trova la fontana della Madonna. L’abbazia costituisce il punto di riferimento per migliaia di pellegrini che ogni anno si recano a visitarla.
Dentro la chiesa c’è l’elegante “cappella delle Grazie” , dove si trova la celebre Madonna nera, detta anche Madonna degli eremiti. Questa cappella, tutta in marmo nero, nacque come luogo di preghiera del primo monaco eremita. L’interno di questa chiesa, da poco restaurato, è ben diverso da quello delle chiese riformate di Zurigo: appena entrati si nota subito dagli stucchi, dai colori accesi degli affreschi, dai capitelli e dalle decorazioni del soffitto una certa fastosità e un lusso, tipici del barocco, che non ci si aspetta osservando la facciata esterna. Einsiedeln non è molto estesa, tutte le abitazioni circondano questo enorme complesso, che costituisce il centro religioso, culturale e turistico del paese. Passeggiando per le sue vie silenziose ho avvertito un grande senso di religiosità, che si può riscontrare nel lavoro di ogni singolo abitante. La visita in Svizzera, a Zurigo in particolare, è stata davvero sorprendente, perché non mi aspettavo di trovare una città così aperta, piena di iniziative, che soddisfa le esigenze di persone di qualsiasi età (i giovani in particolare).
Un’altra caratteristica della Svizzera, che tutti conoscono,è il grande rispetto per la natura, che salta subito all’occhio di turisti che, come noi, si sono ritrovati quotidianamente a percorrere, spesso anche a piedi, le strade di Zurigo. Testimonianza di questa grande attenzione per la natura sono le estese aree verdi della città, specialmente nella zona del lago, e le numerose iniziative volte alla sensibilizzazione degli abitanti , prima fra tutte quella di costituire il parco nazionale “Masoala” . Mi è dispiaciuto molto, al termine del nostro viaggio, lasciare Zurigo, perché ci si trova immediatamente bene, forse per via della grande tolleranza: qui vengono prese in considerazione , e rispettate le esigenze di tutti sia sul piano religioso,in quanto nella stessa metropoli convivono fianco a fianco cattolici e protestanti, sia sul piano etnico, perché i suoi abitanti non sono solo svizzeri, ma anche italiani, tedeschi ed ebrei.
Non c’è dubbio che la risceglierei come meta di un viaggio perché difficilmente ci si sazia di apprezzare i suoi monumenti, i musei, le piazze e lo splendido lago!

Argomenti:   #racconto ,        #svizzera ,        #viaggi ,        #zurigo



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