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 Anno I n° 8 del 13/10/2005    -   PRIMA PAGINA


Critica politica
Stop and go, ancora stop e poi.....dove si arriva?
Le discussioni politiche attuali, legge elettorale, legge “Salva Previti, Finanziaria, Primarie non possono che lasciare la bocca amara agli Italiani di qualunque orientamento politico
Di Concetta Bonini


La legge elettorale sul sistema proporzionale approda finalmente nell’aula di Montecitorio. Non si sa come, perché, per volere di chi. E’ di certo calendarizzata come uno dei tre punti cardine sul filo dei quali si giocano le sorti della coalizione di centrodestra e del suo leader: incastonata tra la legge ex-Cirielli e la devolution, essa si inserisce in perfetta armonia nello scacchiere elettorale.

Tutto infatti ha un solo ed unico scopo, che è quello elettorale appunto, nella ricerca del consenso degli elettori ma innanzitutto della coesione all’interno della Casa delle Libertà, elemento per il quale è necessario che siano tutti contenti, e degli strumenti adeguati per incassare la vittoria, tra i quali appunto forse erroneamente compare il ritorno al sistema proporzionale. Infatti nelle prime votazioni in aula appaiono tutti d’amore e d’accordo.
Ma una maggioranza improvvisamente tanto unita fa tanto di quel fumo da annebbiare gli occhi e puzzare di bruciato. E se Calderoli stesso insinua che il voto sia controllato, c’è poco da confidare nell’improvviso cameratismo ritrovato dalla maggioranza. Del resto questa riforma l’avevano pretesa Follini e Casini come arma di baratto per votare la devolution -e quindi legare in qualche modo Fi, Udc e Lega- salvo poi battibeccare tra loro e ritirare la proposta mentre il premier se ne lavava le mani e la Lega sbraitava disordinatamente.

Dunque quale sia l’identità di questa riforma e per quale oscura ragione tutti siano tanto entusiasti di sostenerla, tanto che lo stesso Berlusconi debba sentire per questo la vittoria in pugno, resta un interrogativo inquietante. Tanto più che ancora si parla di primarie nel centrodestra, che col proporzionale tra l’altro perderebbero di senso. E sono ovviamente primarie tutte all’italiana, prive di valore politico ma soprattutto –cosa ancor più grave- di quello spirito democratico sotto il quale si mascherano. Perché queste primarie –ammesso e non concesso che si capisca con quali soldi effettuarle e ipotizzando per assurdo che non abbiano una soluzione più che scontata- vedrebbero candidati sempre gli stessi personaggi appartenenti alla stessa maggioranza che poi dovrebbe andare a governare, personaggi cioè che anziché ritirarsi in buon ordine dalla scena politica anche dopo la sconfitta, non farebbero altro che pretendere la loro porzione di torta. Insomma le primarie non sono altro che un modo per contarsi e un modo per spostare l’asse della coalizione in un senso o in un altro, legittimando con le percentuali le pretese dei singoli partiti.

Ma la legge elettorale, così come le primarie, sono solo un tassello della serie infinita di bailamme politici che la maggioranza porta avanti a colpi di curiosi stop and go e di equilibri precari ristabiliti di volta in volta facendo i conti col ricatto di turno.
Lo è stato innanzitutto l’episodio sconcertante della legge Finanziaria, anzi delle leggi finanziarie, per le quali si è dovuta innescare una insolita staffetta tra i ministri Siniscalco e Tremonti (sempre le solite facce ovviamente), per poi dar vita ad una nuova finanziaria che andasse a sostituire la precedente, registrando comunque in entrambe i casi il malcontento trasversale della coalizione.
Lo è stato, sempre per restare nell’ambito della finanziaria, il problema dell’Ici alla Chiesa Cattolica, in cui Berlusconi fa il Ponzio Pilato dicendo che non ne sapeva niente e se ne interesserà forse in seguito (…!?!...). E lo sarà senza dubbio anche la devolution (a meno di prevedibili blindature), quando all’Udc toccherà manifestare apertamente il dissenso che finora ha fatto serpeggiare, se non altro perché ne è costretto se vuole tenere al Sud e particolarmente in Sicilia.

È presumibile che si ripeterà lo stesso meccanismo della “Salva Previti”, il cui arrivo in Aula è stato letteralmente bloccato dal presidente Casini. Una riforma fortemente voluta da Forza Italia, su cui l’Udc pone strategicamente il veto con i mezzi di cui dispone.
E quest’ultima legge fra tutte è quella che meglio riassume le logiche di questo governo che agisce per accontentare questo o quello sulla linea politica dell’interesse della coalizione, dei partiti o peggio ancora delle singole persone.
Non dimentichiamo infatti che il “fenomeno Berlusconi” verrà ricordato, oltre che per le figuracce internazionali, i conflitti d’interesse e la finanza creativa, soprattutto per lo stuolo di leggi ad personam che, più o meno palesemente, ha fatto approvare in aula: le leggi Biondi e Tremonti nella prima legislatura, ad uso e consumo dei suoi interessi finanziari e giudiziari, tanto quanto oggi la depenalizzazione del falso in bilancio nella riforma del diritto societario, la legge sulle rogatorie internazionali, la legge Gasparri sulle telecomunicazioni, il lodo Schifani sull’immunità, la legge Cirami sul legittimo sospetto e infine appunto la Cirielli o “salva Previti” che, per garantire la prescrizione dei reati all’avvocato Cesare Previti, abbatte del 50% i processi in corso in Cassazione, cancellando di fatto un enorme elenco di reati estremamente gravi.



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