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Anno I n° 10 del 10/11/2005 TERZA PAGINA |
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A Perugia fino al 4 Dicembre
Perchè "Le due Cleopatre" di Michelangelo?
Il raro disegno è in mostra a Palazzo della Penna con un interessante epistolario del Buonnarroti con l’amico Tommaso de Cavalieri
Di Marcella Candido Cianchetti
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La Cleopatra é un celebre disegno di Michelangelo ed è un "Presentation Drawing". Johannes Wilde coniò questo termine per disegni e schizzi, nati come doni per omaggiare amici ed mecenati, e non destinati a studi e progetti di future opere. La "Cleopatra" fu dono di Michelangelo al giovane patrizio romano Tommaso de Cavalieri, conosciuto nel 1532, che fu amico "intimo" fino al 1564, anno della morte a Roma di Michelangelo.
Nel 1562, non se ne conosce il motivo, con una lettera d'accompagnamento, nella quale Tommaso de Cavalieri scrive che privarsi del disegno è sofferenza uguale a quella della perdita di un figlio, si vede costretto a donarlo al duca fiorentino Cosimo II de Medici. La Cleopatra entrò a far parte delle collezioni Buonarrotiane per volere del duca fiorentino Cosimo de Medici nel 1614. La Cleopatra, appare come uno schizzo di una statua classica tipo romano, specialmente il viso, il tratto del disegno michelangiolesco è evidente; carattristica di questo disegno è la capigliatura che si trasforma in un aspide o un cobra. L’Egitto era ormai sotto il dominio Romano, Cleopatra rischiava d’essere tradotta, come era prassi, come prigioniera di guerra "in catene" a Roma, sfilando assieme ai vincitori, alle armi, in corteo di purificazione prima dell’ingresso trionfale. Per non subire l’onta delle catene Cleopatra si dette la morte con un aspide, tradotta a palazzo da un contadino fedele, che eludendo la severa sorveglianza romana, gli fece pervenire in un cesto di fichi. Nel 1988 il disegno, in fase di restauro, privato del controfondo, rivelò un’altra Cleopatra, con connotazioni autobiografiche e plasticità che ricordano i disegni leonardeschi, con però la stessa pettinatura che diventa serpente. Il disegno pervenutoci, rappresenta una rarità,in quanto secondo come ci lascia scritto Giorgio Vasari, Michelangelo Buonarroti, prima di morire a Roma nel 1564, “brucio un gran numero di schizzi, disegni fatti di man sua, acciò nessuno vedessi le fatiche durate da lui e modi di tentare l’ingegno suo,per non apparire se non perfetto" Il disegno assieme a lettere biografe resterà in mostra fino al 4 dicembre a Perugia a Palazzo della Penna , poi ritornerà sua normale sede: la Fondazione Casa Buonarroti in Firenze Orario: tutti i giorni 10.00 - 18.30 Biglietto: intero (con Palazzo della Penna) € 5,00 - ridotto € 3,50 Organizzazione e Promozione: ARTimeLargo F. Possenti, 2 - 06049 Spoleto Tel. 0743.225381 fax 0743.40615 mail: info@artime.info |
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