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Anno I n° 12 del 08/12/2005 PRIMA PAGINA |
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Teheran versus Roma
Di Nicoletta Consumi
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Il primo effetto dello scontro tra il governo di Teheran e Roma è arrivato dalla minaccia, reale, contro l’Italia. L'Iran del presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad ha infatti espresso la sua volontà di bloccare le importazioni di beni commerciali da Italia, Francia e Canada. Una realtà che diventerebbe operativa se la prossima riunione dei governatori dell'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica dovesse votare una nuova mozione contro il governo iraniano.
Nel mirino di Teheran non è solo finita l'agenzia premio Nobel per la pace insieme al suo direttore Mahmmud ElBaradei ma anche l'organizzazione delle Nazioni Unite. Il presidente Ahmadinejad ha infatti cancellato la sua presenza al Summit Mondiale dell'Onu sulla Società di Informazione in agenda in Tunisia. Un vertice di fondamentale importanza che ha visto riuniti almeno cinquanta tra capi di Stato e di governo alla presenza del segretario generale Kofi Annan. Un forfait da legare, verosimilmente, alla rinuncia di Annan in Iran dovuta alla bufera diplomatica dopo le dichiarazioni "necessario cancellare Israele" proprio del leader iraniano che hanno suscitato la dura reazione dei governi non solo Occidentali. Problemi politico-diplomatici che mal si prestano in questo vortice di notizie che si altalenano tra Teheran e Roma, mi chiedo se queste ostilità porteranno ad un eventuale bombardamento a tappeto da qui a qualche mese? Anno? Ad una possibile “cancellazione dell’Iran dalle cartine geografiche”, per utilizzare una felice frase coniata dal presidente iraniano. Il pericolo Iraq sembra sia passato in secondo ordine e la storia insegna ampiamente che si colpisce una nazione per carambolare ben presto su di un'altra poco distante considerata il "vero pericolo", toh, così, per caso. Qualcuno si accorgerebbe del "danno"? Ne dubito fortemente o almeno non scalfirebbe di sicuro l'ignaro spettatore, medio borghese, cittadino del mondo che ancora oggi fa finta di non accorgersi delle guerre civili che imperversano in Africa e nel resto del mondo, per cui, gli americani ed i suoi alleati hanno carta bianca. La fine dell'Iran potrebbe essere catalogata come una catastrofe naturale, un terremoto, nè più nè meno, visto e considerato che la regione si presta a fenomini di questo tipo. A cosa possono servire le marce della pace in quest'ottica di continua auto-distruzione che l'uomo perpetua da millenni a scapito di altri uomini? Se solo vedessimo con gli occhi della storia, invece di guardare con gli occhi del cuore, occhi ciechi. |
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