L'aereo con destinazione Luxor è già in volo da un paio d'ore. Ci siamo lasciati alle spalle il freddo e la pioggia dell'inverno italiano…dall'oblò ammiriamo lo stacco deciso tra il blu intenso del Mediterraneo e l'oro del deserto che sotto di noi comincia a delinearsi ed abbracciare tutto
l'orizzonte: inizia così la "crociera in bicicletta" sul Nilo, un modo forse inconsueto di scoprire la bellezza infinita dell'Egitto, fantastica terra ricca di storia e di cultura.
La crociera classica di sette giorni di navigazione sul Nilo vede protagoniste anche le nostre biciclette, che ci accompagnano nel volo da Orio al Serio (opportunamente imballate e con un sovrapprezzo-bagaglio)
Luxor oggi è una città operosa che si allunga sulla sponda destra del Nilo, ma fu la capitale del Nuovo Regno per 500 gloriosi anni e rimase il centro spirituale del Paese molto più a lungo.
Rappresenta il vertice dell'architettura egizia, per i templi della riva orientale (il grandioso complesso di Karnak costruito nell'arco di 13 secoli in onore del dio Amon e il suo gemello dedicato ad un altro aspetto del dio, Amon-Min) e per le tombe dell'antica Tebe, scavate nei canaloni denominati oggi Valle dei Re e Valle delle Regine.
Non c'è niente di meglio di un giro in bicicletta in tutta calma da un sito archeologico all'altro (in inverno sono aperti dalle 7 alle 17) per vedere in un paio di giorni le meraviglie principali di Luxor. Se non abbiamo portato la nostra bici, numerosi punti di noleggio sia sulla riva est sia sulla riva ovest del Nilo forniscono buone biciclette a tariffe veramente modeste.
I biglietti per tutti i siti si acquistano alla biglietteria che si trova all'incrocio oltre i colossi di Memnone: si risparmierà tempo e denaro decidendo in anticipo che cosa si intende vedere, perché vi sono biglietti separati per ogni monumento.
Per raggiungere la biglietteria, si pedala verso ovest lasciando alle spalle il Nilo e alla destra il nuovo villaggio di Qurna, costruito negli anni Cinquanta per ospitare gli abitanti del vecchio villaggio, che poggiava sopra importanti resti archeologici.
Oltrepassato il canale El Fadiya, progettato dall'architetto egiziano Fathy per dare acqua alle campagne, si raggiungono i Colossi di Memnone, due statue alte circa 20 metri che custodivano l'ingresso di un tempio e che siedono oggi tra i filari di canna da zucchero.
In breve si raggiunge la biglietteria e subito a sinistra Medinet Habu: fatto costruire da Ramesse III, molto ben conservato, fu l'ultimo grande tempio faraonico.
Tornando, già da lontano si avvista Deir-el-Bahri, il tempio funerario di Hatshepsut, la donna-faraone della XVIII dinastia.
Grande opera dell'architetto Senmut, scenograficamente addossato alla montagna
tebana, a prima vista delude: i cortili e le terrazze sembrano severi e troppo moderni… ma quando ci si avvicina, li si immagina come erano un tempo: giardini pieni di fiori profumati, fontane e alberi di mirra e si comprende la grandezza di questo luogo.
Emozioni indimenticabili riservano le salite (lievi) alla Valle delle Regine e soprattutto alla Valle dei Re: il greto asciutto (in arabo "wadi") di un antico fiume, nascosto tra pareti color dell'oro, cela decine di tombe scavate nella roccia e decorate da artisti, progettate per ospitare le mummie reali per l'eternità.
L'itinerario di ritorno tocca il Ramesseum (tempio funerario di Ramesse II, molto danneggiato in passato dalle piene del Nilo), il villaggio vecchio di Qurna e si snoda poi lungo il canale prima di deviare a sinistra per tornare alla nave, confortevole albergo galleggiante che naviga da Luxor ad Assuan risalendo il fiume per 215 chilometri.
Le sorgenti del Nilo, sconosciute in epoca faraonica, furono scoperte solo nel 1856 da tre esploratori inglesi vicino al lago Vittoria, a 6000 chilometri dal mare: il corso d'acqua più lungo del mondo scorre da sud a nord senza affluenti e raramente alimentato dalla pioggia. Dal sacro fiume è sempre dipesa la vita dell'Egitto, definito dallo storico greco Erodoto "dono del Nilo".
Procedendo verso sud, il paesaggio diventa sempre più spettacolare.
Le piatte pianure intorno a Luxor, delimitate da colline calcaree, vanno stringendosi man mano che il letto del fiume muta dal calcare al granito.
La striscia di verde (palme, banani, coltivazioni di canna da zucchero, frutta e ortaggi) a fianco del blu delle acque si assottiglia: il deserto - luogo di notevole bellezza naturale, a completamento dei tesori egiziani creati dall'uomo - si impone e si estende in tutta la Nubia.
Era questa una zona arida ed aspra, ma aveva fin dall'antichità una popolazione numerosa, dipendente dagli Egiziani, con i quali spartiva gli abbondanti raccolti. Negli anni Sessanta del XX secolo la costruzione della Diga Alta e la creazione della vasta superficie del lago Nasser hanno causato l'inondazione dell'intero territorio nubiano, ma i nubiani hanno mantenuto i caratteri distintivi della loro cultura nella musica, nella danza e nella cucina. Molti monumenti nubiani furono salvati mentre la diga era in costruzione, spostandoli più in alto rispetto al livello dell'acqua. Il caso più famoso è Abu Simbel, che, scoperto nel 1813, conobbe nel 1965-70 il più incredibile dei destini: i templi rupestri di Ramesse II e di sua moglie, la regina Nefertari, furono tagliati in blocchi e rimontati 60 metri più su, in una collina artificiale.
La crociera prevede tappe intermedie per la visita dei templi di Esna (dove le navi devono superare le chiuse), di Edfu e Kom Ombu (spettacolare la salita dal fiume al promontorio dove sorge il tempio insolitamente dedicato a due divinità, il dio coccodrillo Sobek e Horus l'Anziano) prima di attraccare ad Assuan.
La città più meridionale dell'Egitto, da sempre importante mercato per le carovane che passavano con oro, schiavi, incenso e avorio e segnava anche il confine dell'impero romano, è totalmente diversa dal resto del Paese.
Qui la verde striscia di terra coltivata scompare, il fiume cambia il corso da piatto e calmo ad una spettacolare massa d'acqua che scorre tra le isole e le scure rocce di granito della prima cataratta. Assuan sembra più "africana", per il forte contrasto di colore tra il blu del Nilo e il giallo-oro del deserto, i cordiali abitanti di pelle scura, gli intensi profumi di spezie e incenso, le stoffe coloratissime.
In barca a motore si salpa dal molo di Shallal per la visita all'isola di Agilkia, dove sono stati ricostruiti i monumenti di File, importante centro di culto in epoca tolemaica; il tempio di Iside del IV secolo d.C. mostra un meraviglioso insieme di architettura egizia e greco-romana, illuminato di notte da luci suggestive.
Sensazioni difficili da descrivere riserva una pedalata sulla riva del Nilo fino al modernissimo ponte che conduce sulla sponda opposta, dove lungo una stradetta asfaltata priva di traffico si incontrano villaggi tradizionali, contadini al lavoro, carovane di cammelli.
Si può anche risalire in bicicletta fino alla vecchia diga costruita dagli Inglesi e inaugurata nel 1902, passando davanti al moderno Museo Nubiano e alla antica cava di granito -dove si ammira l'enorme obelisco destinato a Karnak ma rimasto incompiuto- e fermandosi a bere un tè sulle terrazze del famoso Old Cataract Hotel, per godere al tramonto lo splendido panorama dell'isola Elefantina e dell'intenso ma silenzioso viavai di feluche sul fiume. L'atmosfera ad Assuan è talmente piacevole che non si vorrebbe più partire, ma la nave ci attende per riportarci nel XXI secolo…