Il labirinto: questa lente, da sola, è un labirinto! Me ne sono accorto quando l’ho vista tutta insieme, eppure affronta solo una piccola parte degli argomenti che si dovrebbero affrontare.
Vediamo allora di affrontare la “logica” con cui è stato costruito l’indice. Le sequenze degli articoli hanno un senso, ma come in tutti i labirinti si può tentare di trovare altri fili di Ariana per uscirne.
La mia attenzione sul labirinto nasce quando ho incontrato Laura Lombardoni per la manifestazione “Sosta d’Arte” nella primavera del 2004. Laura da anni stava studiano i Labirinti e mi sono accorto che questa era una chiave di interpretazione della realtà molto importante perché unisce matematica e fantasia. L’approccio al labirinto non può esser analitico, ne sintetico; deve essere sistemico. È il modo che da decenni uso e ora cerco di insegnare in Università per affrontare i sistemi complessi.
Così, come è nato “magazine” ho pensato di affrontare “Il Labirinto”. Ma quanti ce ne sono, in quanti modo possiamo leggerli? Credo che ci sia una sola parola che risponda a questa domanda: infiniti. Ecco che il materiale che pubblichiamo è eterogeneo. L’ho suddiviso in tre parti: la spiegazione storico evolutiva, il labirinto di Laura, e altre elaborazioni labirintiche.
Nella prima parte trovate la bellissima presentazione del labirinto dall’antichità ai giorni nostri fatta da Anna Maria Fabbri, un breve articolo della nostra egittologa e il labirinto nella letteratura affrontato fa Marina Minasola.
Poi il labirinto di Laura. Ma vediamo di capire cosa è nella sua essenza. la base del labirinto è la vita: dalla nascita alla morte. In questo percorso ci sono molti momenti. Quelli in cui non ci si accorge di “essere in un labirinto” e quelli in cui ci manca il fiato e ne siamo esasperati o impauriti. Ci sono ancora altre osservazioni da fare: ci sono i labirinti centripeti, che ti attirano verso il centro e ti rendono difficile l’allontanamento e quello centrifughi, che di portano verso l’infinito. Un altro tipo di labirinto è quello chiuso da barriere reali ed il suo opposto, quello in cui le barriere sono apparenti. E con questo non penso di aver esaurito le tipologie del labirinto, ma solo di averle accennate.
Ora tornado a Laura, nell’ottobre dell’anno scorso ha realizzato un labirinto fatto ti tubi di acciaio affiancati nella mostra concorso ArteImpresa proprio nella struttura in cui io lavoravo e così.... l’attrazione fu fatale. Ho cercato di fotografare quello che vedevo, ma la cosa sfuggiva all’obbiettivo e non riuscivo a dare il senso della dimensione e della imponenza , che poteva essere ossessiva o protettiva. Così nasce l’idea di fare delle foto che cercassero di dare questa idea. Ci siamo concentrati solo su una tipologia: il labirinto madre che permette di crescere protetti, ma che si deve lasciare per non restarne chiusi all’interno definitivamente. Qualcuna di queste foto le trovate nella recensione di Cricio & Tati. Prima c’è un articolo di Laura Lombardoni sulle generalità da lei individuate per il labirinto. E un articolo, da lei ispirato e realizzato da Natascia Zanon, sugli artisti che più le sono vicini nel loro lavoro di ricerca sul labirinto. Infine una poesia della nostra Gio che interpreta le strutture e dalle luci del Labirinto di Laura.
La terza parte contiene un mio racconto e una poesia di gilda che sono due esempi di labirinti. Devo precisare che entrambi, seppure in forma simbolica, parlano di cose realmente vissute.
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