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Arriva Natale e per un giorno la frenesia della nostra vita si ferma Una festa che ci impone uno stop alla nostra vita consumistica e ci riporta alle tradizioni del passato Di Natascia Zanon
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Anche quest’anno è arrivato il Natale, come se esista qualcuno che non se ne fosse accorto.
Siamo ormai alla vigilia di questa ricorrenza. Il Natale: per la religione uno dei momenti più alti di meditazione. Per la Famiglia il momento di ritrovarsi, di abbracciarsi, di passare sopra a tutti i motivi di discordia che si sono accumulati nei giorni dell’anno. Ma oggi questa festa si è trasformata. Con il nostro modo folle di essere, spinti dal modelli assurdi e da spot pubblicitari, è diventato un giorno stressante da vivere.
I giorni che precedono la festività, sono una corsa continua, uno slalom tra gli impegni: lavoro, regali da scegliere, l’abbigliamento, l’estetista... arriviamo alla meta sfiniti. Ecco la Vigilia, alla Santa Messa di Mezzanotte ci si ritrova in chiesa con i vicini e gli amici ed il giorno di Natale, tutti pronti a festeggiare con la tavola imbandita, i regali sotto l’albero e le tasche sempre più vuote. Eppure, se ci riflettiamo, è proprio il ritrovarsi volenti o dolenti con parenti, amici e intrattenerci con loro magari davanti a qualche piatto prelibato preparato seguendo la tradizione del luogo che ci da qualcosa di diverso, forse di magico. La bellezza di sentirsi uniti a Natale, di non essere soli ma di avere una famiglia con cui condividere qualche bicchiere in più di vino e qualche dolce, dimenticando una volta tanto le diete. La tavola, il cibo, la convivialità diventano un mezzo di comunione, di condivisione generosa, gesti importanti da non abbandonare. Il passaggio di mano in mano dei vassoi contenti i cibi, del pane, dell’acqua e del vino permette di avvicinarci di più agli altri, di creare una situazione più intima che allarga il cuore, si diventa più disponili ad ascoltare e capire gli altri. Non dimentichiamo l’importanza della preparazione del cenone o del pranzo natalizio a casa, dove mani esperte cucinano seguendo tradizioni familiari ben precise che rendono unici ed irripetibili il sapore di certe pietanze. Ore laboriose in cucina, dove mani impastano, tagliano e rigirano, movimenti quasi rituali che invadano il cibo di amore. Cucinare diventa un atto d’amore per soddisfare il palato delle persone a cui vogliamo più bene, per renderle più felici. Ecco quindi che il cibo a Natale diventa manifestazione concreta di affetto, causa e scusa per passare qualche ora insieme con tutta la famiglia. Si riscoprono le proprie origini attraverso gli odori, i visi invecchiati il proprio passato, si rispolverano e si rinnovano i ricordi della propria infanzia. Molto spesso siamo troppi presi dal ritmo delle nostre vite per viverle intensamente e ci si dimentica a volte di persone che ci hanno visto crescere, che ci hanno aiutato a diventare gli adulti o i giovani che siamo oggi. Ricongiungerci con la famiglia attraverso un pranzo o una cena che ci può sembrare lungo rispetto ai tempi e ai ritmi con cui si è abituati a vivere ora, perché si è sempre di fretta anche nei sentimenti e anche il mangiare in piedi e velocemente è diventato una prassi. Eppure i sociologi, gli psicologici, tanto reclamizzati in tv, continuano a sottolineare l’importanza proprio di quel tempo dedicato al pranzo e alla cena in famiglia come momento fondamentale per poter parlare, confrontarsi con i propri familiari, con le persone più vicine, e a volte anche con le più distanti. Le scorribande alimentari di Natale si vestono così di significati importanti, anche se spesso potrebbero sembrarci soltanto un obbligo. Ovviamente si cercherà poi di digerire proprio quel parente che non sopportiamo e che contraccambia la nostra antipatia proprio perché a Natale si deve essere più buoni. Qualcuno penserà che il Natale sia poi la fiera dell’ipocrisia, perché la bontà dovrebbe essere un sentimento presente ogni giorno dell’anno. Ma dovremmo pure iniziare un bel giorno ad essere buoni e se questo giorno è proprio Natale, ben venga. Argomenti: #famiglia , #feste , #natale , #riflessioni Leggi tutti gli articoli di Natascia Zanon (n° articoli 21) |
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