REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno II n° 1 del 19/01/2006 - LENTE DI INGRADIMENTO Ricordi di viaggio |
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E cosa dire di questi granai pensili che tradiscono il bisogno del bello, la necessità dell’uomo, da sempre, di abbellire il quotidiano — come queste porte che non appartengono ad un palazzo di città ma a case di campagna. Brusco e disorientante diventa il passaggio da una città: sono bastati pochi giorni nel passato dei paesi e delle campagne perché rumore, traffico e folla ci siano diventati estranei e non sempre basta la visita alle cattedrali e ai grandi palazzi a ripagarci Quando poi si incontra uno sciopero con manifestazione .... E ancora la gente: la sua ospitalità. - In un paesino della Rioja di cui non ricordo neppure il nome c’eravamo seduti davanti a una casa a mangiare del pane fresco. E’ uscita da una porta una signora con un cesto di uva per noi (era ottobre) dicendo che il pane era buono, ma con l’uva sarebbe stato migliore. Il pellegrino è sempre accolto, nei paersi che attraversa, con un sorriso ed un augurio di “Buon cammino”. E che dire della sua ironia? Perché solo chi ha il senso dell’ironia sa mettere nelle piazze delle grandi città, magari proprio davanti alla cattedrale, come in questo caso, (foto padre con bambino) il monumento — anche se mai la parola monumento mi è sembrata meno adatta — del padre in visita col bambino, o del gasista o delle pulitrici di peperoni ( i peperoni sono l’orgoglio nazionale nel Nord della Spagna) . .Perché solo chi ha il senso dell’ironia sa mettere vicino ad una autostrada questo bosco di alberi di ferro o decora in modo strano le sue finestre. E dopo circa 700 chilometri ci accorgiamo che stiamo per arrivare a Santiago ..ci accorgiamo che ce l’abbiamo fatta. .è incredibile.., semplicemente un passo dietro l’altro. .scopriamo che era facile in fondo: bastava solo fare un passo dietro l’altro,.. canali, campagne, chiese diroccate, chiese fortezza e testimonianze storiche ci passavano ai lati come in un treno lentissimo che andava alla velocità dei nostri passi, che aveva il ritmo del nostro respiro, attraversando boschi e paesi spesso quasi deserti, con lo sguardo sempre rivolto ad Occidente, con la mente che via via si allontanava da tutto per mantenere l’attenzione solo ai segni del camino, alle pietre miliari che ci dicono quanta fatica manca al riposo, quanto dovremmo ancora portare lo zaino — Nella testa come una cantilena il nome del prossimo paese — e poi pensieri alla rinfusa che riempiono le ore: reggeranno le scarpe? Anche stasera devo ripararle: Ho ancora abbastanza scoch... Quando arrivo al posto tappa prima di tutto mi faccio una aranciata fresca, frizzante (e intanto bevi un sorso dalla borraccia).., un passo dietro l’altro... Speriamo di trovare un letto basso — e poi mi cambio le scarpe e faccio subito un giro prima che chiudano le chiese — la doccia la faccio dopo, sì è meglio anche se rischio di non trovare più acqua calda — Ecco la pietra miliare, beh. .mancano solo 4 chilometri., un’ora anche meno.. — Oggi sto bene anche di più se mi fermo a fare qualche foto . .del resto vale la pena. .ma sì, sono solo le due e posso prendermela comoda. Guarda che bella quella chiesa! E’ un po’ che non vedo il segno... ah, ...eccolo là...devo attraversare lo stradone... Un passo dietro l’altro... E così scopro di essere arrivata alla penultima tappa, mi lascio alle spalle i boschi di eucalipti che profumano l’aria — Oggi è una giornata perfetta, un vento leggero li fa ondeggiare e cambia continuamente il disegno dell’ombra sul sentiero. Così tutta nel bosco sembra una tappa costruita per la nostalgia. I piedi, le gambe e le spalle sono contenti di arrivare domani a Santiago, non la mia testa. Lei vorrebbe continuare ancora il gioco della scatola magica da aprire ogni mattina per scoprire ora dopo ora, chilometro dopo chilometro, cosa c’è dentro.. .un passo dietro l’altro... A Santiago, città bellissima, mi fermo poco e fotografo ancora meno; solo un suonatore di cornamusa e un esempio di errore architettonico trasformato in capolavoro, naturalmente in una antica bellissima chiesa romanica di periferia.
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