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Anno II n° 1 del 19/01/2006 LENTE DI INGRADIMENTO |
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Riflessioni
Il Cammino di Santiago o il percorso dì un’anima verso se stessa.
Di Giacomo Nigro
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Il Cammino di Santiago è l’esperienza concreta di un viaggio faticoso e impegnativo lungo il sentiero dei pellegrini che conduce al santuario di Santiago de Compostela, in Spagna ma è anche il viaggio della propria anima verso se stessa. Questo evento ha ed ha avuto sempre una connotazione straordinaria per chi lo compie e l’ha compiuto divenendone poi una base spirituale irrinunciabile. Spesso è il cammino delle persone comuni, in compagnia di una guida spirituale o meglio da soli, per mettersi alla prova, basandosi essenzialmente sulle proprie forze. Questo non nel rifiuto dell’altro ma nella prospettiva della propria crescita interiore. Affrontando le fatiche di un viaggio a piedi usando quel poco che si ha a disposizione, sempre di meno man mano che si procede nel viaggio, fintanto che lo zaino, già leggero in partenza, non si svuota. Il pellegrino deve affrontare quindi prove ed esercizi, incontra figure che mettono a repentaglio la sua determinazione e la sua fede, schiva insidiosi pericoli e minacciose tentazioni.
Gli verrà da pensare è vorrà comunicare: “Gli angeli che annunziano pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, a poco più di una spanna, con il vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra, si sterminano i popoli con la fame.” (1) Il Cammino gli insegnerà sempre la maniera migliore di arrivare, e lo arricchirà mentre lo percorre. Potrà venirgli naturale pensare: “Io non credo in un combattente che non sia spirituale. Un rivoluzionario, che ha degli alti ideali, ha con sé l'amore, che è fondamentale: sa che un atto d'amore è tutta la sua vita. Come san Francesco d'Assisi, che è stato un rivoluzionario. Basta pensare a Gesù Cristo e si capisce quale strada seguire. Il suo messaggio centrale non è stato quello di avere fede, ma di avere pratica dell'amore rivoluzionario. Gesù aveva predicato un regno di Dio, ma quella che ne è scaturito è stata la chiesa, con i vescovi, i cardinali, che sono uomini. E la chiesa è il riflesso della società, così come lo sono i partiti. L'istituzionalizzazione porta a un'altra visione della fede e della politica. Siamo abituati a queste contraddizioni. Ci sono dei cattolici più vicini ai comunisti che non ad altri cattolici, e comunque si esprima la fede è importante che abbia l'amore come base. Nella prima lettera di Giovanni si dice che chi ama conosce Dio. Ogni amore umano è divino, come sanno tradurre bene i poeti". (2) Questo potrà essere la conseguenza di un cammino di fatica e riflessione e l’arrivo metterà il pellegrino di fronte alla propria anima facendogli scegliere la via migliore per il ritorno alla vita di tutti i giorni. Note: (1) Don Tonino Bello Da “VOLONTARI per lo sviluppo” – numero Dicembre 2004 - http://www.volontariperlosviluppo.it/ (2) Da “el Moncada” – Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba - 6 novembre 2005 Frei Betto: Vangelo e rivoluzione di Marilisa Verti |
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