Provate ad aprire la mente e permettetele di tuffarsi libera nella più sfrenata immaginazione.
Pensate ad unire insieme avventura, giovinezza, saggezza, cattiveria, soprusi, amicizia, amore, sport, scuola, dolore, gravi perdite, grandi conquiste, la fatica di crescere.
Spolverate tutto con un’enorme quantità di magia.
Fate stare insieme il mondo dei maghi e quello dei non maghi, i Babbani che lo disconoscono.
Fondete il meraviglioso gioco del Quidditch in groppa alle scope volanti e i combattimenti e le morti, le cose più bizzarre e magiche con le passioni che tutti noi proviamo.
Rivedetevi nei personaggi che più vi somigliano, che vi fanno ridere, che vi fanno piangere, sicuramente ne troverete uno o più di uno, e immergetevi completamente nella storia.
Affezionatevi ai protagonisti, odiateli se è il caso, non siate prevenuti: Harry Potter non è un libro come gli altri, le sue avventure vi coinvolgeranno se siete ancora tra i pochi a non esser stati coinvolti.
Non si tratta di libri per bambini né per ragazzi né per adulti: sono libri per tutti. Forse sta proprio in questo la chiave del loro sconvolgente successo editoriale.
Questa settimana finalmente è uscita l’edizione tradotta in lingua italiana di “Harry Potter e il principe Mezzosangue”, sesto e (purtroppo) penultimo episodio della saga. Domenica sei dicembre, giorno festivo dell’Epifania, le librerie di tutta Italia sono rimaste eccezionalmente aperte per incassare gli straordinari ma ormai non più inaspettati guadagni che il libro della scrittrice più famosa del mondo, J.K. Rowling, oggi anche la donna più ricca del Regno Unito (ha superato di gran lunga la Regina Elisabetta II!!) ma prima dello straordinario successo semplice disoccupata, ha fatto loro registrare.
Molte sono rimaste aperte sin dalla mezzanotte e anche alle 9 di mattina si poteva trovare la fila per accaparrarsi per primi lo straordinario volume.
E’ indubbio che in questo successo smisurato, basti dire che Harry Potter è stato il libro che ha più venduto nella storia ed è stato tradotto persino in latino e greco antico, abbiano influito la buona dose di pubblicità, il passaparola generale e i film con ultramilionari effetti speciali prodotti dalla Warner Bros, nonché i videogiochi, le magliette, i giochi da tavolo e si potrebbe andare avanti all’infinito.
Ma la radice del “Fenomeno Potter” va comunque ricercata nella straordinaria originalità del libro che, oltre ad essere ben scritto, riesce a far tornare bambini gli adulti e a far sentire adulti i bambini.
Nessuno aveva mai pensato di scrivere un libro in sette episodi, uno per ogni anno della scuola di magia frequentata dal protagonista, unendo con tale semplicità mondo magico e mondo umano.
Leggendo sembra possibile anche a noi volare, studiare pozioni, antiche rune, difesa contro le Arti Oscure, combattere contro giganti, vedere la Fenice e così via. In un mondo che non ci piace, quello in cui viviamo, sentiamo sempre più l’esigenza di trovarne un altro.
Siamo in un secolo in cui l’extraordinario, la magia e tutto ciò che vi ruota intorno, vampiri, orchi, draghi, elfi, alieni, supereroi e, certo in modo diverso ma pur sempre collegato, le religioni e l’astrologia, affascinano sempre di più e diventano autentica moda perché ci permettono di evadere, anche se soltanto con la fantasia, da una realtà che non fa più per noi.
La Potter-realtà sembra essere perfetta per questa fuga, una fuga che non ci delude mai perché ogni libro è diverso e, con la sua originalità, riesce a premiare l’attesa di tutti noi fedeli lettori.
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