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 Anno II n° 1 del 19/01/2006    -   PRIMA PAGINA


Riflessione davanti a un quadro
Premonizioni di guerra civile
Dalle immagini del quadro di Salvator Dalì escono riflessioni sullo stato ‘civile’ in cui viviamo
Di Nicoletta Consumi


Stavo pensando poco fa al famoso quadro "premonizioni di guerra civile" di Salvador Dalì, al genio del Maestro, primo gran ideatore di "mostri".
Se fosse ancora vivo sono sicura che produrrebbe ispirato su Silvio ed i suoi compagni di merende.
Il titolo del quadro mi ha sempre interessata... mi è tornato alla mente oggi guardando in faccia la realtà italiana come mai mi era successo in questi ultimi anni, probabilmente perché troppo invischiata da non accorgermi della verità, io stessa, che dell'obiettività ho fatto la mia bandiera.
Così non è stato difficile pensare, dopo aver visto con i miei occhi una vicina di casa rubare al supermercato (atto più che naturale in questi "hard times"), che stiamo sprofondando in una crisi economica mai vista. L'italiano medio sta perdendo la sua dignità, è forse un caso che le Caritas italiane vedano sempre più "poveracci italiani" tra le fila delle sue mense? E come è possibile, mi chiedo, aumentare gli stipendi dei parlamentari invece di dimezzarli come era stato promesso, in un quadro del genere?
Già, queste promesse. In Italia le promesse hanno sempre avuto le gambe corte, come la storia ci insegna. Cosa deve fare il Signor Rossi per campare la sua famiglia di 4 persone se non riesce ad arrivare a fine mese perché in cassa integrazione? E come può l'anziana signora Bianchi vivere con trecento euro di pensione al mese? Ma soprattutto come possono trovare lavoro i giovani se vengono assunti per tre mesi e poi mandati a casa, come possono comprare casa, ipotizzare di metter su famiglia?

Se, guardiamo in faccia la realtà, sono i loro genitori che ancora li mantengono con i loro stipendi. Ma quando i genitori andranno in pensione, che futuro ci sarà per quei giovani? Troveranno lavoro?
La verità è che dovranno fare immani sacrifici per vivere in una Italia che se ne frega. In questa ottica, quanto mancherà ancora perché in Italia scoppi una guerra civile in piena regola? Ai livelli argentini, dite, sarebbe troppo? Perché? Chi l'ha detto?
Quando un'intera nazione ha fame non guarda in faccia proprio nessuno. E l'italiano comincia ad aver fame, a vedere i propri conti non tornare, a rendersi conto che tutti cercano di rubare i suoi soldi: dai commercianti alle banche per poi passare alla classe dirigente.
Siamo entrati in un buco nero signori, che lo vogliate ammettere o meno. E come la storia insegna, in questi casi, è necessario raggiungere un climax per poi veder riappianare la situazione. A questo climax l'intera Italia si sta avvicinando. Al momento attuale mi trovo in grossa difficoltà sulla decisione da prendere riguardo a chi "donare" il mio voto il prossimo aprile.
Dovremmo prendere ad esempio la "Rivoluzione Francese" questa è la verità, ognuno farsi carico delle proprie responsabilità, a partire dal singolo e porre fine a questa "macchina guasta" quale è l'Italia.
La giustizia si raggiunge solo con la forza del popolo. E noi siamo in maggioranza. Ecco quale maggioranza vorrei veder salire alle prossime elezioni, la nostra voce, non la loro. Non quella di chi non conosce il prezzo di un litro di latte, che non sa cosa voglia dire non avere un tetto sopra la testa.
A questo punto è irrilevante essere di destra o sinistra, la cosa importante è il raggiungimento dell'equilibrio per il bene comune.


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