La Seneca Edizioni di Torino annovera tra le sue "nuove proposte" un giovane ed interessante scrittore di Pistoia: Errol Falbo.
Il suo "Ioria" è un romanzo avvincente e per niente banale sulla millenaria lotta tra il bene ed il male: l'anticristo incarnato in tre bambini. Un amore unico, vero, sincero come non è mai stato raccontato nella storia della letteratura contemporanea. Descrizioni suggestive accompagnano il lettore sin dalle prime pagine del testo. Lo scrittore è stato bravissimo a creare la giusta suspance nelle vicende che accompagnano il protagonista, Ioria, alla ricerca della sua amata, del suo inesorabile destino, della sua identità demoniaca. Un finale a sorpresa, intriso di misticismo e sentimenti veri che trasudano da ogni singola pagina del romanzo. Sicuramente da leggere per rimanerne affascinati.
Ho avuto modo di incontrare l'autore in un freddo pomeriggio invernale nella sua città natia e di porgli qualche domanda.
Potrebbe descrivere brevemente il suo romanzo, donarci qualche riflessione in merito.
"Nessuno di noi sa quale sia il proprio destino, la propria natura, e nemmeno ciò che lo spinge ad andare avanti. Il misterioso ed eterno scontro fra il bene ed il male è sempre apparso lontano e quasi fantasioso agli occhi dei normali esseri umani, eppure qualcuno, senza saperlo, ne ha fatto tremendamente parte nel corso dei secoli. Uomini destinati a portare il male sul regno dei mortali, uomini che in solitario avrebbero potuto dare distruzione al mondo. Eppure il demonio con piedi umani ha sempre fallito la missione grazie alla sua imperfezione della quale hanno sempre colto i servitori del bene. Fino a che non è arrivato l’ultimo Anticristo, diverso da tutti i suoi predecessori e perfetto come nessuno di loro.
Tre esseri umani, uniti tra loro come in un maledetto triangolo, questa la loro forza invulnerabile.
L’unico bagliore di speranza altro non si può celare che tra i vertici di questa geometria perfetta, qualcosa su cui loro stessi cadranno senza rimedio. E nella loro demoniaca natura sembra strano pensare che quell’inciampo così fatale possa essere qualcosa di enormemente umano.
Ed invece..."
Cosa l'ha spinta a scrivere questo libro?
“Si tratta indubbiamente di diversi fattori, che ben amalgamati insieme mi hanno dato la scintilla giusta per iniziare a comporre Ioria. Passione per la scrittura e fantasia sono quelli più lampanti. Quando ho battuto le prime lettere del romanzo, non avevo una idea ben precisa su cosa volessi comporre, ma ero spinto solamente dal desiderio di scrivere, di esprimermi in modo diverso da quello fatto sino ad allora.
Ben presto mi sono reso conto che ciò che volevo esprimere di me altro non era che la fantasia. Ammetto che, forse proprio perché si è trattato di una prima esperienza, è stato difficile arrivare sino in fondo; tutto è durato tre lunghi anni, durante i quali sono maturato notevolmente. Adesso mi sento molto più sicuro, anche se ritengo di avere tanto da imparare ancora”.
E' previsto un seguito di Ioria?
“Quando, scrivendo, mi sono trovato a metà dell’opera, l’idea di un seguito di Ioria ha bussato diverse volte alla mia mente. Poi quel pensiero è stato messo in un angolo per non influenzare in alcun modo il primo libro. Non volevo scrivere qualcosa in funzione di un seguito. Dopo la pubblicazione, le confesso, il pensiero però si è fatto sentire di nuovo, forse spinto anche dalle richieste di alcuni lettori. Al momento non saprei dirle precisamente se mai ci sarà una continuazione, o comunque qualcosa di legato; diciamo che l’idea non è da escludere completamente”.
Sta lavorando alla stesura di altri libri al momento? E se si, saranno di altro genere letterario rispetto a "Ioria"?
“Si. Poco dopo aver terminato Ioria, mi sono messo nuovamente all’opera per comporre un altro libro. Come le dicevo poco fa, oggi mi sento molto più sicuro, e l’esperienza che ho maturato scrivendo Ioria mi aiuta enormemente nella stesura di nuove idee. Il secondo libro sta godendo indubbiamente di tutto ciò, infatti conto di terminarlo nel giro di un anno, non di più. Al di là dell’esperienza e della maturità, il mio impegno e la mia passione sono quelle di sempre. Per quanto riguarda il genere letterario, posso dire che al momento ho cercato di mantenere il medesimo, ma nel futuro non è da escludere qualcosa di diverso”.
Pensa che il romanzo "Ioria" possa diventare un "film"?
“Nel risponderle voglio usare il condizionale: potrebbe diventare un film. La lettura lascia molto spazio alla libera immaginazione, ed anche se le descrizioni sono particolareggiate, ogni singola fantasia può spaziare in modo diverso. Mentre nei film tutto viene raccontato attraverso dialoghi ma anche attraverso immagini; questo fa sì che lo spettatore sia quasi completamente passivo, ed assorba l’idea che il regista ha elaborato per la storia. Non so quanto possa essere fattibile per il cinema la storia di Ioria, ma se mai ci dovesse essere una proposta del genere, vorrei collaborare alle riprese sin nei minimi dettagli. Il libro, al di là della storia in se stessa, sicuramente è ricco di descrizioni, dialoghi, ma chissà se tutto ciò basta per divenire pellicola?
Qualche scrittore, anche italiano, è rimasto alquanto deluso dalla realizzazione di un film basato su uno dei suoi racconti. Posso capire, perché nella mente dello scrittore tutto ha una certa piega, mentre nel film quel tutto prende la piega che il regista vuole dare alla pellicola. Comunque, al di là di tutto ciò, se mai Ioria dovesse essere preso in considerazione in tal senso, mi sentirei a dir poco lusingato.”
Un giorno dedicherà il suo tempo alla stesura di un libro autobiografico?
“Se voltandomi indietro, guardando il tempo passato, un giorno mi renderò conto di aver vissuto una vita, dal punto di vista letterario, interessante, sicuramente cercherò di comporre una autobiografia. Altrimenti farò appello alla mia fantasia, sperando di possederne ancora abbastanza.”
Oltre a scrivere conosciamo il suo interesse per la fotografia, le piacerebbe conciliare in un'opera futura entrambe le sue passioni?
“Come si dice: “due piccioni con una fava”. La fotografia e la scrittura, almeno nel mio caso, si avvicinano moltissimo perché entrambe mi danno la possibilità di essere creativo. Diciamo che, in piccola parte, Ioria ha conciliato le due cose. La particolare immagine che compone la sua copertina è uno dei miei scatti fotografici. Se qualcuno dovesse esprimermi il poco apprezzamento per il romanzo, posso sempre appellarmi alla bellezza della copertina. Almeno posso sentire apprezzata una del mie due passioni maggiori. Al di là delle battute, credo che un’opera del genere pretenda di avere come compositore un bravo scrittore, ma anche un ottimo fotografo. Il tempo mi svelerà se mai potrò esserne in grado...”
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