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Avere la città a propria immagine e somiglianza… è il sogno di ogni cittadino cresciuto nell’era dello sviluppo tecnologico


Di Natascia Zanon

Il titolo ha un tono ironico per preannunciare un argomento molto ampio e difficile da trattare: il cittadino, con le sue esigenze da soddisfare nell’ambiente in cui vive, lavora e si diverte, e nei luoghi familiari ai suoi occhi.
Lo sviluppo economico-sociale ha portato l’uomo a cambiare le proprie esigenze di vita, le proprie abitudini; di conseguenza nasce la pretesa di un nuovo mondo esterno, che possa assomigliarli e rispondere in modo esauriente e rapido ai suoi bisogni. Tutti noi vogliamo mezzi di trasporto efficienti e veloci, un minore traffico sulle strade, parcheggi liberi, ampi e magari non a pagamento, dei servizi realizzati con velocità e competenza, una sanità ben organizzata e funzionante con tutte le attrezzature più avanzante. Per il nostro svago cerchiamo anche iper-negozi e multisale, locali da ballo e per il divertimento, poi parchi gioco e oasi verdi dove portare a spasso l’amico a quattro zampe o fare un po’ di jogging, magari con aria sana e pulita che ci riempia i polmoni.
Siamo persone esigenti che vogliono soddisfare i bisogni in modo veloce; la fretta caratterizza il nostro agire in un mondo molto spesso non organizzato e malfunzionante. Viviamo con lo sguardo fisso su di noi senza riuscire a vedere oltre. La nostra quotidianità è permeata di tecnologia, innovazione, strumenti atti a darci il massimo in qualsiasi campo con il minimo sforzo. Il nostro “volerci soddisfare” implica una spirale di creazione-distruzione.

Se da un lato creiamo tutto ciò che può renderci contenti e appagati e soddisfiamo i nostri bisogni secondari, contemporaneamente distruggiamo le fonti dei nostri bisogni fondamentali di vita, distruggiamo la natura che ci circonda, inquiniamo l’aria e l’acqua che respiriamo, si creano nuove malattie difficili da curare e combattere, ci stiamo auto-distruggendo.
Siamo “Narcisi” che si vogliono rispecchiare nel mondo esterno in qualsiasi modo,ma si stanno guardando riflessi in una pozza di petrolio.

Negli ultimi decenni l’uomo–cittadino sta piano piano prendendo coscienza sul fatto che è giusto soddisfare le proprie esigenze, ma senza auto-distruggersi. Deve essere possibile modificare l’ambiente circostante in modo razionale, responsabile, non-egoistico.

Molte le associazioni che nascono proprio per cercare di aiutare il cittadino a limitare i danni che egli stesso a creato, per riuscire a fornirgli una visione non più puramente soggettiva ma anche oggettiva. Il cittadino, quale individuo inserito in una società, deve guardare verso il mondo esterno con l’idea non più egocentrica di soddisfare solamente i propri bisogni, ma di appartenere ad una società e di dover contribuire per modificare e migliorare l’ambiente circostante. Solo se i cittadini assumeranno tale visione riusciranno a salvare il mondo e a trarne di riflesso beneficio anche per se stessi. Tra le tante iniziative importanti per promuove questa visione oggettiva, di particolare interesse per il cittadino è la "Città più vivibile d’Italia", importante per valutare le condizioni dell’ambiente e le conseguenze dello sviluppo.

Ogni anno viene presentato un rapporto da parte di LegAmbiente sulle qualità ambientali dei comuni capoluogo. Viene stilato seguendo criteri e studi effettuati su ben 125 parametri, distribuiti su 26 indicatori dei servizi che fruisce il cittadino nel suo comune, tra i quali spiccano l’inquinamento atmosferico e quello dell'acqua, il numero di piste ciclabili e quello delle aree a traffico limitato, la capacità di raccolta differenziata dei rifiuti e l'intensità dei consumi energetici. Quest’anno l’ultimo rapporto presentato da Legambiente in collaborazione con Il Sole 24 ore ha premiato la città di Mantova come la "Città più vivibile d’Italia", che raddoppia dopo un premio già avuto nel 1998 proprio per l’ottima organizzazione in tutti i settori esaminati e il rispetto per le politiche ambientali.

Se da un lato LegAmbiente ha premiato la città più meritevole ed alcuni piccoli comuni lombardi che già da qualche anno sono tra i primi posti della classifica, resta però un risultato insoddisfacente se guardiamo il quadro complessivo di questo rapporto. Infatti l’Italia appare come una nazione che ha una scarsa sensibilità ecologica: e che detiene un triste primato europeo, quello della densità di automobili: ben 63 macchine ogni cento abitanti, una vera e propia malattia ormai. L’automobile crea gravissimi danni d’inquinamento e pesanti disagi ai cittadini, e nonostante ciò pare che nessuno possa rinunciarvi.
Un Italia con un Sud che ribadisce ancora una situazione grave e di ritardo rispetto al Nord, e che addirittura in certi casi peggiora: infatti, se prima lo smog e l'inquinamento erano problemi che interessavano solo le grandi metropoli del Nord, con gli anni anche le grandi città del Sud hanno iniziato ad essere sempre più inquinate, fino ad arrivare al "pareggio" che si registra ultimamente. L’ultimo posto tra le "città vivibili" spetta a Vibo Valentia, che chiude la classifca con risultati molto allarmanti. Addirittura in molte delle caselle dei parametri raccoglie solo un numero zero, come per esempio per le piste ciclabili, il monitoraggio della qualità dell’aria, le zone a traffico limitato. LegAmbiente puntualizza che comunque piano piano il cittadino sta cercando di migliorare il propio comportamento e le proprie abitudini: indicativi sono l'abitudine alla raccolta differenziata dei rifiuti, che si sta diffondendo sempre più, e il rispetto dei giorni di traffico limitato, anche se, leggendo il rapporto annuale "Ecosistema Urbano 2006", queste nuove buone abitudini ancora non sono sufficienti.
Se poi da un lato le metropoli sono sempre più inquinate, si segnala come i piccoli-medi comuni di provincia stiano migliorando, nonostante quelli del Sud purtroppo rimangano sempre un caso problematico. Inoltre, attraverso i risultati fornitici da LegAmbiente, notiamo che il cittadino sta incominciando a considerare l’ambiente esterno con più razionalità e buon senso, anche se il cammino è ancora molto lungo, in particolare al Sud.
Abbiamo parlato di esigenze dell’uomo da soddisfare nell’ambiente esterno per una buona qualità di vita; degno di nota su tale argomento è uno studio effeuato dalla società americana Anholt-Gmi sulle "Città più vivibili al mondo".

Un grande lavoro che viene condotto su interviste fatte a ben 17.502 persone in tutto il mondo, che analizza 30 città del mondo con parametri suddivisi in cinque criteri guida, tra i quali: come la gente comune vede le città, il contribuito che hanno dato nella scienza tali città, la cultura e il modo di essere governate negli ultimi 30 anni; le città in relazione al fascino dei luoghi, clima e mobilità; le potenzialità economiche ed educative; attività di febbrili di sviluppo delle città, la gente. Ed ecco che nella classifica finale come "Città più vivibile al mondo" tra un primo posto di Londra e al seguito di Parigi e Sidney, spicca al quarto posto Roma, per la qualità di vita offerta ai cittadini. Milano si piazza invece solo sedicesima.

In conclusione possiamo dire che l’uomo ha bisogno che l’ambiente esterno cresca e si sviluppi con lui, in modo tale che egli si possa sentire appagato, ma è anche doveroso che questa crescita avvenga con intelligenza e calma, così da non scatenare un doppio effetto di distruzione che può arrecare soltanto danni.
Se poi vogliamo proprio fasciarci la testa possiamo sempre dire che noi italiani siamo come qualità di vita ottavi nel mondo e quarti nell’unione europea .

Argomenti:   #ambiente ,        #città ,        #legambiente ,        #società ,        #tecnologia ,        #vita



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