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Anno II n° 4 del 02/03/2006 MISCELLANEA |
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Un'escursione in bicicletta tra le strade di Milano
Approfittiamo delle domeniche a piedi: Milano Liberty
Di Daniela Radici
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Una domenica di chiusura al traffico in Lombardia diventa un'ottima occasione per caricare la bici sul treno per Milano e con le nostre due ruote andare alla ricerca di sorprendenti "perle" artistiche nel cuore della metropoli. Scopriamo oggi la Milano "floreale", ispirata cioè allo stile nato verso la fine dell'Ottocento in Gran Bretagna e diffusosi in tutta Europa fino al 1914 con il nome di Art Nouveau e che in Italia è più conosciuto come Liberty. Un rinnovato interesse per le forme morbide e fluide derivate dal mondo della natura, contrapposte alle rettilinee dei manufatti realizzati dalle nascenti tecniche di produzione in serie, ispirò architetti e artisti impegnati nel contrastare la minacciosa avanzata di scadenti prodotti industriali. In Italia lo stile Liberty si affermò a Torino con l'Esposizione di Arti Decorative del 1902, a Palermo e a Milano, che viveva anni di grande espansione urbana, sull'onda dei grandi passi compiuti dallo sviluppo dell'industria. Usciti dalla Stazione Centrale, la nostra prima meta è Corso Venezia, dove al n.47 ammiriamo Palazzo Castiglioni, da molti ritenuto l'emblema del Liberty italiano. Progettato da Giuseppe Sommaruga, ha una facciata esuberante di decorazioni che al momento dell'inaugurazione (1904) suscitò tanto scandalo per i due grandi nudi femminili in marmo ai lati del portone, che l'architetto fu costretto a sostituire con più sobrie decorazioni floreali (le statue furono spostate alla villa Faccanoni in via Buonarroti 48, ora Clinica Columbus). All'interno, rimane inalterato uno splendido scalone a tre rampe. Poco più avanti, al n.7 l'elegantissima facciata di Casa Barelli - disegnata da Cesare Mazzocchi -, con i suoi raffinati giochi di ferro battuto, è un perfetto esempio della sintesi tra elementi strutturali e decorativi. Facciamo dietro front e ripercorriamo corso Venezia fino ai Giardini, voltiamo a destra in via Salvini passando sotto un grande arco aperto in un edificio del 1930; ci addentriamo così in una zona di Milano che agli inizi del 1900 era area di verde e di conventi. All'angolo di piazza Duse con via Vivaio, Casa Berri Meregalli è una costruzione monumentale dell'architetto Arata, in cui si sovrappongono elementi vari, di stile liberty negli affreschi e nei ferri battuti. Proseguiamo in via Vivaio: al n. 4 Casa Tensi, realizzata nel 1907 da Ernesto Pirovano, milanese ben noto ai bergamaschi, dato che suo è il monumentale ingresso del Cimitero. Raffinata ed originale la soluzione del balconcino tondo, reso prezioso dalle ringhiere del Mazzucotelli. Attraversiamo viale Maino e raggiungiamo il parallelo viale Piave, diviso dai binari del tram. Lo imbocchiamo verso sinistra, diamo un'occhiata alla chiesa del Sacro Cuore (1905) prima di raggiungere via Malpighi. Qui al n.3 si trova una delle più originali realizzazioni liberty milanesi: i ferri battuti, i motivi floreali in cemento e soprattutto il rivestimento in piastrelle colorate che danno vita a morbidi intrecci di rami lasciano a bocca aperta! E' opera di Gianbattista Bossi, come Casa Guazzoni, all'angolo con via Melzo. Ci dirigiamo ora verso il centro, facendo una deviazione in via Bellini per ammirare le due splendide figure femminili scolpite ai lati del portone di palazzo Campanini. Pedalando lungo Corso Vittorio Emanuele notiamo al n. 8 i Magazzini Bonomi; quasi di fronte, in piazzetta Liberty, la Reale Mutua Assicurazioni, inglobata in un edificio del 1950. Attraversata piazza Duomo, in via Spadari troviamo tre bei caseggiati: casa Vanoni, casa Peck e casa Ferrario, del Pirovano. All'angolo via Dante-via Meravigli la fastosa casa Broggi è del Sommaruga. Proseguiamo lungo via Meravigli e corso Magenta: in fondo, all'angolo con piazzale Baracca, ammiriamo eleganti e sinuosi motivi floreali in cemento e ferro a decorazione di casa Laugier; al piano terra la farmacia conserva ancora l'arredo originale. Corso Vercelli prima e poi via Giotto ci portano a via Buonarroti, per ammirare la citata ex-villa Faccanoni. Se ci rimangono tempo ed energie vale senz'altro la pena di aggirare la Fiera e arrivare fino al Cimitero Monumentale, costruito nel 1895: il grande spazio a ridosso dell'ingresso principale è praticamente un museo della scultura liberty. Le foto sono tratte da |
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