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 Anno II n° 4 del 02/03/2006    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Madri snaturate?

Di Giovanni Gelmini


In Usa 10 madri, cercano il padre dei loro figli. La notizia, data dal conduttore nel telegiornale de La 7, non sarebbe tale se non ci fosse una particolarità: i dieci bambini sono “fratellastri”. Le dieci donne sono state fecondate dallo stesso “donatore anonimo”. La scelta è caduta su questo “stallone” per la descrizione fornita dalla banca del seme: alto, biondo, occhi azzurri, sportivo, laureato in ”business manager”, ecc... I risultati di questa inseminazioni devono essere stati particolarmente graditi, se le dieci donne hanno deciso di unirsi e fare un sito con le fotografie dei loro frugoletti sperando che il padre “anonimo” voglia prendere in braccio il frutto di queste gravidanze senza amore.

La notizia ha quelle caratteristiche da far ridere, come vedere uno che scivola sul ghiaccio; anche se poi ci si rende conto che per quelle donne la questione ora deve essere un dramma. Dopo una serie di pensieri ridicoli che stimolano battutacce, balza all’occhio la mostruosità della cosa: dieci figli senza padre; dieci bambini quasi fratelli, ma che socialmente non hanno nulla in comune; un uomo che ha messo al mondo dieci bei bambini “con una pugnetta” e non sa nemmeno che esistano e chi siano le donne che ha messo incinta. Dopo la risata arriva il raccapriccio. Ecco che quello che poteva sembrare una soluzione per una maternità senza contatto umano si tramuta in una situazione disumana: “contro natura”, può tuonare giustamente il Papa Benedetto XVI°.

Un pensiero folle: pensate se sul lungomare oltre i distributori automatici di bubblegum, di sigarette e, a fianco delle farmacie, di preservativi, vengano messi anche gli “inseminatori automatici”. Metti 10€ o paghi con la carta di credito, attendi che si accenda la luce verde, scegli l’uomo, infili l’erogatore dove si deve ed attendi l’erogazione. Che tristezza! Non credo che una operazione in un laboratorio apposito sia diversa, come impatto psicologico, anzi è forse peggio.

La riflessione effettivamente si impone. La Maternità deve essere un atto d’amore tra un uomo ed una donna, l’umanità non può essere trasformata in “merce” da scambiare in un supermercato, da pubblicizzare, da promuovere con il marketing. La maternità deve comprendere anche la paternità, altrimenti diventa contro natura e successivamente da origine a problemi più o meno gravi, che infine ricadono sui figli innocenti. Questo è sicuramente un chiaro esempio di come l’egoismo di una donna, che vuole diventare madre saltando la “natura” e senza avere contatti con il padre dei suoi figli, produce poi, da un punto di vista psicologico, dei “mostri”.

Conclusiva mi sembra la battuta della bella collega giornalista ospite del telegiornale, che interpellata dal conduttore “Ma Lei, cercherebbe, come queste donne, di conoscere il padre del suo figlio?”, ha risposto in modo intelligente: “Cercherei di conoscerlo prima di fare un figlio con lui!



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 #assurdo,        #fecondazione artificiale,        #paternità
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