Può essere un’idea (specialmente per ciclisti amanti della musica): in un giorno di chiusura delle città al traffico, un giro in treno+bici a Milano sulle tracce di Giuseppe Verdi, il celebre musicista di Busseto, che ebbe molti legami con la capitale lombarda.
Per un itinerario verdiano di Milano è d’obbligo partire dal Teatro alla Scala. Lo raggiungiamo in pochi minuti uscendo dall’ingresso principale della stazione Centrale e dirigendoci verso piazza Repubblica, quindi via Turati e piazza Cavour. Passando per via Manzoni, diamo un’occhiata al Grand Hotel et de Milan: nella famosa camera 108 Verdi si spense il 27 gennaio 1901, e una targa ricorda l’illustre ospite.
Da sempre luogo-simbolo dell’identità cittadina di Milano e tempio mondiale della musica lirica, la Scala domina l’omonima piazza con la sua mole giallina, preceduta dal portico neoclassico (fu costruita, su progetto dell’architetto Piermarini, negli anni 1776-78, ricostruita nel 1945 dopo i disastri della guerra e completamente restaurata nei primi anni Duemila ad opera dell’architetto ticinese Mario Botta). Tutta la storia artistica di Verdi è legata alla Scala: dall’esordio con “Oberto Conte di San Bonifacio”, che debuttò qui il 17 novembre 1839, fino al suo addio al teatro con “Falstaff” nel 1893.
Il Caffè Cova sull’angolo tra via Verdi e via Manzoni fu il salotto meneghino dei patrioti e degli artisti: qui Verdi incontrava Puccini e Mascagni. Di fronte alla Scala Palazzo Marino, Municipio di Milano; prendendo sulla sinistra via degli Omenoni raggiungiamo piazzetta Belgioioso, dominata dalla facciata neoclassica del palazzo, pure progettato dal Piermarini. All’angolo con via Morone c’è la casa di Alessandro Manzoni (ora museo), dove il 30 giugno 1868 avvenne l’incontro tra Manzoni e Verdi, un incontro a lungo atteso da entrambi. Torniamo da via Morone verso piazza Meda – al centro troneggia il grande disco girevole di Arnaldo Pomodoro del 1980 - e da via Verri prendiamo a sinistra via Bigli: al numero 22 ecco il palazzo dove la contessa Clara Maffei, nata dalla famiglia bergamasca Carrara Spinelli, fu animatrice di un vivace salotto politico e letterario. Verdi, con Arrigo Boito, era uno dei più assidui frequentatori. Torniamo di nuovo in piazza Meda per raggiungere, da corso Matteotti, via San Pietro all’orto, collegata a Corso Vittorio Emanuele dalla Galleria De Cristoforis. Verdi amava passeggiare in questa Galleria un tempo decorata da marmi e specchi; qui poteva incontrare gli impresari e le donne più belle della città.
Pedalando lungo Corso Vittorio Emanuele arriviamo in piazza Duomo e piazza Cordusio, quindi a sinistra in via S.Marta; al n.19 una lapide ricorda la casa giovanile di Verdi, quella dove soggiornò durante gli anni di studio (1832-35).
La casa da sposato invece, dove abitò con la prima moglie Margherita, figlia del suo benefattore Antonio Barezzi e i loro due bambini morti prematuramente, si trova in via Correnti 15 (dopo il Carrobbio, in fondo a via Torino).
Da via Correnti procediamo verso piazzale della Resistenza Partigiana: qui imbocchiamo a destra via De Amicis e via Carducci, poi a sinistra corso Magenta e corso Vercelli fino a piazza Piemonte e via Buonarroti.
Alla fine di questa, ecco piazza Buonarroti, dove sorge la Casa di riposo per musicisti, donata alla città da Verdi nel 1899. Qui Verdi volle la sua tomba, accanto alla seconda moglie Giuseppina Strepponi. L’ingresso è libero e noi parcheggiamo all’esterno le nostre biciclette prima di entrare: una sosta devota e un pensiero grato, nel silenzio elegante che avvolge questo luogo, all’artista “che pianse e amò per tutti”.
font color="maroon" size="2">Le foto sono tratte da http://www.directa.net/lombardy/milano/hotels/milan.html
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