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 Anno II n° 5 del 16/03/2006    -   PRIMA PAGINA


Il dopo olimpiadi
Torino oggi

Di Giacomo Nigro


Ora è il momento, dopo l'entusiasmo, di riflettere sulle Olimpiadi e su cosa hanno lasciato a Torino. Si è tanto parlato, nei giorni scorsi, di "bugianen" cioè di torinesi classici, un po’ freddi e poco comunicativi; penso che si siano però dimenticate le massicce trasfusioni di sangue nuovo, caldo che la città ha ricevuto negli ultimi decenni.

Si, Torino è sempre una città compassata, ordinata ma che sia fredda non direi proprio.
Nell'ultimo decennio, dopo il recupero del centro storico, c'è stato lo sviluppo di una movida notturna che, oltre al “quadrilatero romano”, coinvolge anche luoghi ripuliti dalla malavita come i "murazzi" sul Po.

Questo fenomeno ha qualcosa di straordinario se confrontato con la classica compostezza torinese. Basta dare un’occhiata a Torino-Sette, il supplemento settimanale de La Stampa dedicato agli spettacoli e alla cultura, per capire subito che ogni sera ce n’è per tutti i gusti. Torino si muove, si è mossa anche a prescindere dalle Olimpiadi; si sta verificando un lento distacco dal cordone ombelicale Fiat e probabilmente le Olimpiadi sono state l'ultimo sprazzo di un'epoca dominata dalla famiglia Agnelli.

Ora siamo in piena rivoluzione e si spera che non si presenti una restaurazione. I lavori del “passante” ferroviario e della sospirata metropolitana hanno cambiato il volto alla città che ha espulso verso le periferie e i comuni confinanti le aree industriali che necessitavano oltre a nuovi spazi di essere rimesse al passo con le nuove condizioni di produzione.

Il Politecnico sta andando velocemente verso un vero e proprio raddoppio dando impulso a un’epoca in cui l’Università e la ricerca possano dare una nuova missione a Torino. Nel frattempo l’industria della fiction televisiva e cinematografica si è nuovamente e con discrezione reincarnata nella città che era già stata sua agli albori del cinema e della TV.

Insomma le Olimpiadi sono certamente state un’occasione di rilancio dell’immagine di Torino e del Piemonte oltre che un impulso al completamento di quanto già avviato, ma essa va modificandosi per uno di quei processi storici che sono connaturati a questa città laboratorio. Si ricorderà che l’Augusta Taurinorum, città di frontiera romana, dopo l’eclissi medioevale, per scelta di una dinastia d’oltralpe, i Savoia, nel periodo non breve dell’evo moderno è giunta ad essere anche la prima capitale d’Italia determinando a torto o a ragione l’Unità Nazionale.



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