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Perchè fa così: il linguaggio di questa campagna elettorale

Arringa che ti passa…

Analisi del focoso intervento del Presidente del Consiglio all’Assemblea di Confindustria

Di Paolo Russu

Una lombosciatalgia è ben poca cosa per privare Berlusconi dell’incontro risolutore con la “sua” platea, quella del convegno biennale degli industriali di Confindustria. Il giorno prima Romano Prodi aveva interloquito con l’Assemblea sfoderando la consueta pacatezza, scelta come tratto distintivo della sua campagna elettorale. Il terreno era stato battuto in anticipo dal nemico, e il campo occupato era quello prediletto dal presidente del consiglio, quello nel quale può riconoscersi con i “suoi simili”, quelli che sanno cosa significa essere un imprenditore, quelli che in definitiva al momento del voto sono capaci di orientare buona parte del consenso medio-borghese. Ma Berlusconi deve aver fiutato da parecchio che costoro avevano iniziato una lenta marcia di equidistanza, quasi a sfatare il mito che gli industriali stanno con la destra (liberista Berlusconiana) e gli operai con la sinistra (e qui ce ne sarebbero troppe da elencare); a dire il vero lo scacchiere degli industriali vedrebbe le grandi imprese più vicine a Romano Prodi e i medio-piccoli imprenditori ancora affezionati al Cavaliere. Ma la lettura dei giornali, all’indomani dell’incontro con Prodi, ha fatto accellerare le procedure a Berlusconi.

Vero o no che fosse il suo acciacco, lo “scatto” aveva un perché già prima della forma fisica che ha preso sul palco, davanti ad un Ferruccio De Bortoli impressionato come allo start della partenza dei 100mt. Il capo della Casa delle Libertà ha intuito che il primo obiettivo in questa campagna elettorale non è conquistare il voto degli indecisi, ma bensì il voto “dei suoi”, che ultimamente, sia alle europee che alle regionali, hanno dimostrato una certa disaffezione verso lo schieramento da lui guidato.

La performance in se e per se è da cogliere in tutto il suo linguaggio teatrale, artisticamente impeccabile: un presidente-imprenditore che stringe i denti pur di poter rivolgersi alla sua platea, che sopprime ogni dolore di fronte alla causa che sfugge, e che individua un obiettivo preciso, quel Diego Della Valle più volte critico con Berlusconi, ricollocato nella nuova definizione del contesto industriale fatta dal Cavaliere, a capo della sinistra degli industriali.
Ma esiste la sinistra degli industriali? Che esista o no nella realtà (Confindustria sarà abbastanza eterogenea da contenerne una) non importa molto, in campagna elettorale importa far emergere le spaccature, vere o presunte, per cercare di cavalcarle a proprio vantaggio. Niente di meglio quindi che fare un’entrata trionfale, utile a riaccendere gli animi di chi lo credeva ammalato(=abbattuto), e proficua nel momento in cui serve ad attaccare quella classe imprenditoriale colpevole di troppa piaggeria verso il disfattismo di sinistra, che indossa scarpe Tod’s e non crede più nel self made man.

Da qui in poi la focosa apparizione ha prodotto risultati di diverso tipo: rompere gli schemi in quel modo, in casa “sua”, è sembrato a molti come prendere a martellate il servizio di porcellana migliore, quello che nei momenti importanti sfoggi con sicurezza e che non ti abbandona mai. I rischi di un ulteriore distaccamento sono sempre presenti. Dall’altro lato, all’invasione (figurata, ovviamente del tutto legittima) di campo di Prodi si poteva rispondere solo con un ruggito udibile da tutto l’ambiente circostante, anche a rischio di perdere qualche pezzo di troppo.
Resta indubbio che la campagna elettorale è di “riconquista” per quanto riguarda Berlusconi, e di lento avanzamento strategico per Romano Prodi ed il centro-sinistra. Ogni mossa, come le indicazioni riportate nel bugiardino dei medicinali, porta con se effetti collaterali di vario tipo, ed in questo caso, per una volta, tra questi era compresa la guarigione della lombosciatalgia. Non male.

Argomenti:   #berlusconi ,        #confindustria ,        #elezioni ,        #prodi



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