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 Anno II n° 7 del 13/04/2006    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi



Dossier di Amnesty International sui voli CIA

Di Giacomo Nigro


Questo è un momento di particolare debolezza dei repubblicani e dell’amministrazione Bush. La situazione politica americana attraversa, infatti, un’eccezionale fase di cambiamento ed il vento sul campo di battaglia soffia a favore dei democratici, come ha dichiarato il conservatore Tom Cole, esperto di strategia elettorale. Ed è forse per questo che i repubblicani esitano a difendere George W. Bush sul Ciagate.

All’indomani delle rivelazioni dell’ex capo di gabinetto del vicepresidente Dick Cheney, Lewis Libby, sul fatto che fu Bush nel luglio del 2003 ad autorizzarlo a discutere con la stampa il contenuto di un rapporto di intelligence sulle ragioni dell’attacco all’Iraq, l’opposizione democratica va all’attacco della Casa Bianca.

Gli ultimi sondaggi di opinione - secondo Ap-Ipsos - vedono scendere al 36 per cento la popolarità del presidente, rispetto al 47 per cento del 2004 e al 64 del 2002. E la sfiducia nei confronti di Bush pesa sulle prospettive del partito repubblicano: solo il 30 per cento degli elettori premia i suoi leader al Congresso e le previsioni di voto alle elezioni legislative di novembre assegnano ai democratici un margine di vantaggio di 49 a 33 per cento delle preferenze, ovvero il maggiore da quando Bush venne eletto per la prima volta nel 2001.

L’amministrazione Usa deve inoltre rispondere ad Amnesty International la quale ha rivelato che, sei aeroplani usati dalla Cia per le consegne di sospetti terroristi prigionieri, hanno effettuato circa 800 voli da e per l’Europa, compresi 50 atterraggi all’aeroporto irlandese di Shannon.

L’organizzazione ha ottenuto i piani di volo di sei aerei noleggiati dalla Cia dal settembre 2001 al settembre 2005. Secondo l’Amministrazione federale dell’aviazione Usa, in quel periodo i sei aerei hanno effettuato 50 atterraggi e 35 decolli a Shannon: ciò lascia supporre che alcuni voli siano stati tenuti segreti. Sebbene l’aeroporto di Shannon sia utilizzato come scalo di rifornimento per i voli militari Usa, nessuno degli aerei in questione era adibito al trasporto militare. In totale, nel periodo considerato, i sei aerei hanno effettuato 800 voli verso e dall’Europa.

Uno di questi aerei, "Gulfstream V", ha viaggiato oltre 50 volte da e per la prigione Usa a Guantanamo (Cuba), tanto spesso da essere soprannominato "The Guantano Bay Express". Questo aereo è stato anche utilizzato dalla Cia per la 'consegna' di Ahmed Agiza e Mohammed al-Zari dalla Svezia all'Egitto", scrive Amnesty International. Le registrazioni dei voli di un altro aereo, il "Gulfstream IV", dimostrano viaggi in Afghanistan, Marocco, Dubai, Giordania, Italia, Giappone, Svizzera, Azerbaigian e Repubblica Ceca. Amnesty afferma che i paesi europei hanno consentito che gli aerei della Cia potessero atterrare, fare rifornimento di carburante e ripartire dai loro territori e ha chiesto che sull'intera vicenda si indaghi "rapidamente e a tutto tondo". In attesi dei risultati di queste inchieste, secondo Amnesty i governi di tutti i paesi coinvolti devono fare in modo che il loro territorio non vengo utilizzato per contribuire a questi voli.

Il governo di Londra, ha scritto il Guardian, non solo sapeva delle attività della Cia in Europa e sul territorio in Gran Bretagna ma diede "pieno sostegno logistico" agli Usa. Il quotidiano ha pubblicato alcuni nuovi dettagli sulle operazioni della Cia e sulla collaborazione fattiva delle autorità britanniche.

Secondo il Guardian in Gran Bretagna dall'11 settembre in poi sono stati effettuati oltre 200 voli fantasma (210 per la precisione) da aerei di proprietà o sotto il controllo della Cia. Tali velivoli avrebbero fatto scalo in almeno 20 aeroporti civili del paese. Tra questi gli aeroporti londinesi di Heatrow, Gatewick e Luton e l'aeroporto di Bournemouth nel sud.

“Trasferire prigionieri verso paesi nei quali rischiano di subire torture e maltrattamenti è una violazione diretta e flagrante del diritto internazionale, che vi siano o meno le cosiddette ‘assicurazioni diplomatiche’. Paesi noti per praticare sistematicamente la tortura negano queste pratiche in modo altrettanto sistematico” – ha dichiarato Claudio Cordone, Direttore dei programmi regionali del Segretariato Internazionale di Amnesty International.

Due prigioni segrete della Cia, in Polonia e in Romania, sono state chiuse rapidamente dopo le rivelazioni di Human Rights Watch della loro esistenza. Alcuni agenti della Cia, in servizio e in pensione, hanno confermato all'emittente televisiva americana Abc, che gli Stati Uniti si sono affrettati a portare via tutti i massimi sospetti dal suolo europeo prima dell'arrivo del segretario di stato Condoleezza Rice in Europa in visita diplomatica. Fra questi vi sarebbero anche 11 presunti leader di Al Qaida che sarebbero stati trasportati in un campo di detenzione in Nordafrica.

Il governo americano ha innalzato un "muro di gomma" diplomatico per tenere a freno le polemiche sulle attività segrete della Cia in Europa nell'ambito della guerra al terrorismo. Il segretario di stato Condoleezza Rice non ha voluto confermare né smentire le informazioni sulle presunte carceri segrete della Cia in Europa, motivando il suo rifiuto con il fatto che si tratta di informazioni "classificate", ma ha sottolineato che gli Stati Uniti rispettano le leggi e gli obblighi internazionali.

“L’amministrazione Usa ha cercato di aggirare il divieto assoluto di tortura e di maltrattamenti in molti modi. Da ultimo, sta manipolando i regolamenti commerciali per poter trasferire prigionieri in violazione del diritto internazionale. Ciò dimostra fino a che punto gli Usa si stanno spingendo per nascondere questi sequestri” – ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.

Il rapporto rivela parte del mistero che circonda le “consegne” (in inglese, renditions). La segretezza che avvolge le operazioni di trasferimento dei prigionieri rende impossibile sapere quante persone sono state sequestrate, trasferite da un paese all’altro, poste in detenzione segreta e torturate nel contesto della “guerra al terrore”. Le notizie ottenute dai governi lasciano supporre che si tratti di centinaia di persone.

Lo scorso anno, il primo ministro egiziano ha affermato che gli Usa avevano trasferito solo in Egitto da 60 a 70 prigionieri. Un ex agente della Cia ritiene che gli Usa abbiano trasferito “centinaia” di prigionieri in carceri situate in Medio Oriente. Gli Usa hanno ammesso di aver catturato circa 30 prigionieri “di primo piano”, la cui attuale ubicazione è sconosciuta. La Cia starebbe indagando su una trentina di cosiddetti “trasferimenti sbagliati”, relativi cioè a sequestri eseguiti sulla base di prove inesistenti o a seguito di un errore di persona.

Secondo Amnesty International, gli Stati che tollerano l’atterraggio di questi voli sul proprio territorio e le compagnie che li compiono possono essere considerati complici di gravi violazioni dei diritti umani. L’organizzazione sostiene che il trasferimento di ogni detenuto da un paese all’altro deve avvenire con adeguate garanzie, comprese la supervisione giudiziaria e l’uso di vettori ufficiali.



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