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La tassa del lusso ai non sardi

Le tasse in Sardegna colpiscono i vacanzieri

Ma occorre l’ok dalla Corte Costituzionale

Di Valerio Pinna

Giovedì 4 maggio il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato, tra molte polemiche, il progetto del presidente Renato Soru. Il progetto consiste nell’applicazione di un’imposta sui beni dei non residenti nella regione. Gli oggetti nel mirino del presidente sono le seconde case (case-vacanze), le navi (yatch) e aeromobili. Il presidente giustifica tale imposizione fiscale come un modo per recuperare le quote Iva e Irpef mai ottenute dallo Stato e dovute alla Sardegna poiché regolata da uno Statuto speciale. La cifra ammonterebbe a circa 900 milioni di euro. Oltre questa motivazione viene sottolineato un importante punto che secondo Soru viene troppo spesso trascurato: la tutela ambientale. I turisti prediligono la Sardegna ad altre località estive perché apprezzano i paesaggi e le condizioni ambientali, per questo motivo è opportuno rendere i fruitori “soggetti attivi” dell’economia ambientale della regione applicando una tassa sul lusso: “Il ricavato andrà investito sul turismo e sull’immagine della regione”.

Tasse sulle seconde case dei non residenti

 900€ per superfici fino a 60mq
 1500€ per superfici da 60 a 100mq
 2250€ per superfici da 101 a 150mq
 3000€ per superfici da 151 a 200mq
per le superfici superiori a 200mq sarà applicata  un’imposta pari a 15€ per metro quadro

Tasse sugli aeromobili dei non residenti

 150€ se abilitati per il trasporto fino a 4  passeggeri
 400€ se abilitati per il trasporto da 5 a 12  passeggeri
 1000€ se abilitati al trasporto oltre 12  passeggeri

Tasse sulle imbarcazioni dei non residenti

 1000€ per una lunghezza tra i 14 e 15 metri
 2000€ per una lunghezza tra i 16 e 19 metri
 3000€ per una lunghezza tra i 20 e 23 metri
 5000€ per una lunghezza tra i 24 e 29 metri
 10.000€ per una lunghezza tra i 30 e 50 metri
 15.000€ per una lunghezza oltre i 60 metri

Sono dispensate le imbarcazioni da regata, le  navi da crociera, le navi che sostano tutto  l’anno nei porti della regione

Dal 2006 quindi i non residenti in Sardegna saranno tassati in base alle proprietà di beni immobili situati a meno di tre chilometri dal mare. I soggetti che possiedono seconde case per uso turistico, e gli acquirenti di immobili, dovranno versare, secondo la nuova imposta, una tassa pari alle dimensioni dell’edificio. Inoltre, nel periodo tra il primo giugno e il 30 settembre verrà applicata, ai possessori di barche e aeromobili, una tassa per ogni scalo nel territorio regionale

Tra gli oppositori compare Mauro Pili, ex presidente ragionale e deputato di Forza Italia. Nelle pagine de La Nuova Sardegna del 6 maggio 2006, definisce l’imposta «una tassa boomerang contro il turismo e contro l’economia sarda» soffermandosi su l’aspetto speculativo immobiliare. Secondo Pili in questo modo verranno colpiti pesantemente i «possessori di residenze estive […] che hanno investito la liquidazione della pensione e che miliardari non sono», e che quindi saranno costretti a vendere ad un costo ribassato le loro proprietà, evitando così di affrontare un’ingente spesa di mantenimento. Tra gli altri oppositori al provvedimento compaiono anche i capigruppo di An, Udc, Uds che hanno previsto le drastiche conseguenze che verranno a crearsi: «Gli investimenti saranno fatti altrove e italiani e stranieri preferiranno altre mete».

Soru risponde attraverso le pagine di Repubblica, in un'intervista rilasciata ad Alberto Statera il 6 Maggio: «Non farà dei «continentali» dei nemici? “Per carità, nemici solo per una piccola tassa sui valori immobiliari che si sono incrementati di centinaia di volte e che si valorizzeranno ancora per la politica di tutela ambientale? I continentali sono gli amici più vicini. Chiedano la residenza in Sardegna, li accoglieremo a braccia aperte”. Non andranno in Costa del Sol? “Una piccola tassa non sposta le preferenze dei turisti e dei proprietari di seconde case diventate uno straordinario investimento”».

Argomenti:   #sardegna ,        #tasse ,        #vacanza



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