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Anno II n° 10 del 25/05/2006 TERZA PAGINA |
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Cricio è vivo: gli amori impossibili
C’era un cartello di stop
Di Cricio
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Mari, che storia ... Era una ragazza che per anni mi ha attratto; è anche diventata mia collega di lavoro e compagna di viaggi disastrati da pendolari, ma ... lei parlava sempre di sua cugina.
Bella o forse solo carina, ma cosa vale? L’importante è che piaccia e che si vada d’accordo. Morettina, come piacevano a me, e frizzante, eccola me la ricordo ancora. Così frizzante che, ad una festa ballavamo stretti “il ballo del mattone” e ci crogiolavamo tra gli sfregamenti e le coccole, non pensate male, cose semplici da bravi ragazzi, quando improvvisamente ad un certo punto mi molla un sonoro ceffone, ma cosa avrò fatto di sbagliato? Proprio non avrei saputo a cosa pensare e sono rimasto ancora più allibito quando, subito dopo, lei si è riappiccicata a me proseguendo le coccole precedenti. Quella domenica pomeriggio è passata così, con un gran punto di domanda che mi è rimasto impresso con la forma di cinque dita, però non bruciavano. Così si è consumato il nostro amore, sempre tra cose strane, mai un bacio come si deve. Forse la cosa più violenta che mi è capitata con lei e stata una sera. Ci incontriamo sul Sentierone, il luogo di passeggio allora a Bergamo, e dopo un paio di “vasche” lei mi dice: “Vado a casa - abitava vicino a me - mi accompagni?” Io figuriamoci non aspettavo altro: “Andiamo” Così, chiacchierando ci incamminiamo, io non riesco a staccare gli occhi da lei. Lei chiacchiera in continuazione e i suoi occhi brillano nella sera. Io ne sono incantato e pendo dalle sue labbra carnose e mobili. Che si arricciano, che si aprono, che disegnano movimenti erotici. Io ne sono estasiato. Riprendo l’attenzione: ci sono da attraversare i passaggi pedonali della “Rotonda dei Mille”, ma appena imboccata via Garibaldi, mi reimmergo nella adorazione del suo viso. I suo occhi mi trasmettono cose e sogni incredibili, ma... improvvisamente vengo distolto da un violento impatto. Una cosa tonda e metallica mi ha colpito violentemente e riportato alla realtà. Ho impattato un palo metallico ben piantato nel marciapiede. In cima al palo, forse come segnale anche per me, un cartello stradale di “stop”! |
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