“Navighiamo sui Navigli di Leonardo”
Con questa frase il sito ufficiale della navigazione sui navigli – www.naviglilombardi.it – presenta il progetto partito il 23 aprile con l’apertura della stagione.
Approfittando forse del successo di cui Leonardo rifulge da che “Il Codice Da Vinci” è best-seller, la Regione Lombardia rilancia uno dei tasselli più antichi di cui è composta: il Naviglio Maggiore.
Costruito nel dodicesimo secolo, è a tutt’oggi un punto di riferimento sicuro per chiunque conosca minimamente Milano.
Zona conosciuta per i locali, le fiere e i mercati, il Naviglio è paradossalmente divenuto un luogo attorno a cui la gente si raduna, ma ignorata nella sua funzione: la navigazione.
Un paradosso che di per sé non avrebbe avuto grande peso, non fosse per le dirette conseguenze: l’abbandono delle condizioni. Igieniche, estetiche, per non parlare dell’odore.
Un pesce nel Naviglio Grande è più una barzelletta che un’ipotesi, e ciò non è sicuramente dovuto all’analisi chimica delle acque, ma semplicemente alla constatazione di qual è l’attuale condizione di quei canali.
Il progetto – Navigli Lombardi, Soggetto unico per la gestione e la valorizzazione del Sistema Navigli – è, a livello organizzativo, imponente.
Dietro alle tre imbarcazioni che si muovono lungo l’Alzaia Naviglio Grande, attraverso la Darsena fino al Naviglio Pavese, c’è una lista di nomi e collaborazioni lunghissima.
Organi regionali e cittadini di Milano, Pavia, oltre a una serie di piccoli comuni collaboratori e un Comitato Scientifico che si avvale di docenti universitari, professionisti affermati, dirigenti, pubblici e privati; questo organizzativo per realizzare 157 opere, di cui 58 già completate.
E il tutto è ancora agli esordi, aperto a nuove collaborazioni e finanziamenti.
Economia, diritto, urbanistica, architettura, restauro, scienze ambientali, marketing, sociologia, giornalismo, attività di formazione e divulgazione. Non c’è settore che non sia richiamato all’ordine per gli scopi di Navigli Lombardi.
Quel che possiamo vedere a oggi è misero rispetto alle aspettative, ma ha già una sua consistenza.
I Navigli cominciano a essere puliti – niente più branchi di cartacce appostati negli angoli, lattine sbiadite, sacchetti e ancora forme irriconoscibili che galleggiano nel canale – sondate le sponde per verificarne la sicurezza.
Abbiamo a disposizione un battello solare completamente autonomo, non inquina e questo è importante in un posto già molto inquinato di suo e quasi silenzioso, solo un ronzio. Infatti il mezzo utilizza pannelli fotovoltaici.
Di certo oggi non possiamo immaginarci una novella Venezia, e gondole che traghettano romantiche gite passando sotto a ponti art nouveau. Ma c’è da sperare che il progetto prosegua e porti a compimento ogni suo fine.
Per ora, 15 euro di biglietto per una gita di un’ora da prenotare, è forse una proposta riservata più a turisti, comunque consigliata a chi volesse vedere Milano da un punto di vista che si proietta nelle opportunità del futuro.
Per maggiori informazioni:
www.naviglilombardi.it
www.navigamilano.it
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