Evvia... nuova avventura nelle campagne della “Valle Incantata”. Testa rossa è seduta al mio fianco, nella mia piccola auto, rossa anche lei. Sembra impossibile, ma c’è sempre qualcosa che mi fa fare il viaggio con il cuore in gola, anzi questa volta con il panino in gola.
La volta scorsa arrivato in stazione, non c’era il treno per Milano, di corsa sono dovuto rientrare a prendere l’auto e andare a Milano, questa volta nulla di imprevisto, ma i tempi sono strettissimi. Il treno è arrivato puntuale, con i suoi cinque minuti di ritardo, alle 19:40 e dobbiamo essere a Cornaleto alle 21:15 giusto il tempo necessario senza divagare.
Non essendo sicuro di cosa succederà e conoscendo le necessità del mio stomaco, prima di arrivare alla stazione ho comprato due panini giganti farciti e due tramezzini, con le relative bibite. Appena arrivata Testa Rossa si salta in macchina e via.... e qui incomincia l’avventura!
Dico al Testa Rossa di guardare nel sacchetto del supermercato e le puntualmente lo fa: “uhmmm, che interessanti...”, mi viene improvvisamente fame e mentre porto l’auto fuori dal parcheggio, mi viene un idea balzana: mangiare un panino mentre guido. Testa Rossa mi serve di tutto punto, eccolo nella mia mano e lo addento famelico, ma mi accorgo che la cosa non è così semplice come pensavo.
Se ho il panino nella mano sinistra guido con la destra e riesco a cambiare, ma non ho la mano sinistra libera per metter le frecce, se faccio il contrario è peggio perché non riesco a cambiare. Poi il panino che sembrava così invitate è invece gommoso e nelle stesso tempo si sbriciola ad ogni morso lasciando cadere pezzi di pane, insalata, formaggio, carne affumicata sui miei pantaloni grigi appena stirati. Vabbè si prosegue, sto dando l’ultimo morso, quando entriamo in Zingonia: la città mai nata.
Entrati in Treviglio sosta forzata, la mia auto rossa necessita di benzina e Testa Rossa di un momento per “farsi bella”, dopo il lauto pasto cogliamo anche l’occasione di un sano caffè, si lo so che il tempo è poco, ma cosa dobbiamo fare, certe esigenze sono primarie: un buon caffè dopo il pasto è necessario.
Si riparte, conosco bene la strada, ma chissà perché all’uscita da Treviglio, invece di proseguire per la strada che conosco bene, mi lascio traviare da un cartello indicatore chi mi intima di prendere una strada per raggiungere Crema. È una strada non larga, che si snoda con curve tra capannoni e piccoli centri abitati, si mi fa risparmiare chilometri, ma è più lenta. Intanto si chiacchiera del più e del meno.
Finalmente Crema, il tempo a disposizione si accorcia, ma ormai dovremmo essere arrivati ancora una ventina di minuti, chiedo a Testa Rossa di guardare la mappa che ho stampato e scopro con raccapriccio che la mappa è rimata nello studio. Ma me la ricordo a memoria! Arrivati a metà della circonvallazione di Castelleone dobbiamo prendere a destra. Così faccio come da copione e c’è anche un cartello indicatore che mi sembra indichi un abitato che dovremmo passare. Ma sono incerto e preferisco chiedere, mi dicono che devo tornare indietro e prendere la strada successiva. Capita, seguo le indicazione di chi sicuramente ne sa più di me, ma non sono molto convito.
Ora siamo su una interessante strada campestre, molto interessante e piacevole da percorrere con una bella donna come Testa Rossa, magari fermandoci qua e là a prendere qualche fiorellino, peccato che siamo al limite del tempo.
La discussione intanto verte sui problemi gravitazionali della stazione orbitante nel romanzo che Testa Rossa sta scrivendo.
Dopo una miriade di curve nella verde pianura padana, sbuchiamo sulla provinciale ed un bel cartello Cornaleto ci illumina. Ancora qualche curva ed arriviamo finalmente alla meta, sono le 21:12 malgrado tutto siamo, come sempre, puntuali.
Ecco la piazza con le sedie, in fondo il “Carro dei Tespi” pronto per lo spettacolo, ma... le sedie sono quasi vuote! Mi avvicino ad una baracca della “sagra”, dove un sonnacchioso cremasco attende il nulla e gli chiedo informazioni; risponde: “ma si arriveranno... più tardi!”.
A bene... e noi che siamo puntuali!
Vabbè allora ci rifocilliamo.
Testa rossa cerca inutilmente di carpire un cestino di patatine fritte che ha visto in mano ad un ragazzo e la attirano, sbaglia indirizzo e, invece che andare alle stand delle patatine, entra nel locale del circolo, e io la seguo fedele come Sancio Panza.
Ordiniamo al bar: un caffè ed una birra. Testa rossa si appropinqua ai servizi, dopo tanto viaggio, e io resto solo davanti al bancone, guardo la signora attempata che toglie dal frigo la bottiglia di birra bella fresca! Me la immagino nel bicchiere, la giusta quantità di spuma sulla cima... mi immagino la frescura di quel liquido che attenua la mia sete... quando sono riportato alla realtà dalla barista che, con la mano di una panificatrice esperta, mi allunga la bottiglietta e con voce da basso mi dice: “prego”.
Una birra a canna ... che schifo!
Ritorniamo alla piazza, abbiamo nel frattempo parlato con il responsabile dell’organizzazione, lo spettacolo inizia alle 22 per avere il buio, ah... ecco... saperlo...
Lo spettacolo sta per iniziare, un attore in costume settecentesco accende con una torcia le lampade del palcoscenico, come nei teatri prima che ci fosse l’elettricità. Poi sul palcoscenico salgono l’Assessore, una giovane signora, e l’organizzatore che presentano lo spettacolo, ma non si sente quasi niente, mi preoccupo, non c’è acustica...
Si apre il sipario, gli attori arrivano da dietro il carro e salgono una scaletta a fianco. Arrivano sulla scena e pronunciano le prime battute... si sentono perfettamente! Sono dei veri attori, con la voce impostata che arriva dappertutto. Lo spettacolo scorre piacevolissimo, con frizzi, battute e un movimento di scena stupendo, sincronizzato e atletico, con salti e sgambetti che si immaginavo impossibili; credevo fossero possibile solo nei cartoni animati.
Ecco lo spettacolo è finito. Quando avevo avuto l’idea di venire a vederlo, mi aspettavo si qualcosa di particolare, ma anche questa volta la realtà è superiore all’aspettativa.
Ora è il momento dell’intervista. Mi emoziono, ricordo il passato e... quanto è piccolo il mondo: la regista conosce ed apprezza il lavoro di Mariuccia, la mia amica dell'adolescenza.
Ora inizia il ritorno, nella notte la mia piccola auto, ubbidiente, ci riporta a casa. Pronti per la prossima avventura...
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