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Ancora in ‘missione’ con Testa Rossa nelle terre del drago Crotta d’Adda: alla foce del grande fiume Di Cricio
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Ed eccomi di nuovo nella verde pianura, l’auto corre lungo la strada d’asfalto circondata dai campi rigogliosi di un verde smeraldo. A fianco a me Testa Rossa cura le strade che passiamo per capire a quale si deve svoltare: ecco qua è il momento. Freccia a destra e ci si ritrova ancora una volta in una strada campestre, larga appena per far passare due auto, sul bordo un profondo fossato. Tutte le volte che li vedo penso all’inverno con la nebbia... qui la nebbia si taglia col coltello, ti circonda e non vedi più nulla: come faranno a non finire nel fosso? Devono avere qualche santo che li protegge. ![]() Dopo alcuni chilometri su questo nastro che si snoda tortuoso seguendo i confini dei campi, finalmente entriamo in Crotta d’Adda. Ci accolgono le casette di due piani, infilate lungo la strada con davanti il giardino ben tenuto. Poi iniziano le costruzioni rurali più antiche, sempre di due piani, ma che fanno come un muro sulla strada e dai portoni aperti si intravedono i cortili, con il fienile e le stalle. Ecco infine a sinistra un prato verde circondato da alte piante con in mezzo una Ninfa seduta su una conca d’acqua che si rinfresca. La Ninfa mi ricorda, per la sua procacità, Testa Rossa, ma Testa Rossa è viva e vegeta, non di pietra. ![]() È mia abitudine cercare di carpire l’atmosfera dei luoghi camminando e leggendo la vita che vi scorre. Cosi anche qui, con la piacevole compagnia di Testa Rossa, mi appresto a “studiare” il luogo. ![]() Le case sono quasi tutte ben sistemate con le facciate rifatte e tinteggiate con i bianchi e gli ocra delle terre. Tutte sono arricchite da fiori, rossi gerani, oleandri rosa, petunie blu, e tanti altri colori fatti da fiori diversi. Qua e là resta una casa ancora da sistemare, l’intonaco sgretolato fa apparire la macchia rossa dei mattoni. Le ante di legno corroso, ma ancora solido, chiudono le finestre e sembrano raccontare la vita che hanno visto passare nella strada polverosa, anche se ora questa è attentamente asfaltata.
![]() Il vicolo che abbiamo preso termina in una minuscola piazza con ancora un monumento... questo paese vuole mantenere la traccia della storia che lo ha attraversato. Da lì una pista ciclabile scende all’Adda, ma è chiusa per pericolo di frana. Quando torno non trovo più Testa Rossa dove sarà finita? Chiamo... non risponde. A fianco del monumento c’è una scaletta nascosta tra il verde ed i fiori, da l’impressione che vada ad una casa, ma sono convinto che Testa Rossa sia scesa da quella e così mi addentro. La scaletta finisce sul greto dell’Adda ed ecco lì la mia compagna di avventura: l’ho ritrovata! L’Adda si snoda imponente e scintillante, in lontananza dei giovani giocano nell’acqua vicino alla riva. Dove siamo noi c’era il porto del traghetto che congiungeva le due sponde. Oggi lì sulla riva, ad un piccolo pontile, sono ormeggiate solo tre lance e il traghetto è stato sistemato in un parco a pochi in un boschetto come ricordo, il suo compito è svolto da un moderno ponte. ![]() Una caratteristica che noto è la “conservazione dei simboli”. Sui muri di una casa rurale ne troviamo un'esposizione, sono attrezzi in ferro arrugginito del lavoro dei campo attrezzi sportivi: pinne in gomma, maschere da sub, sci. Poco più avanti, ai piedi di una casa appena restaurata, appaiono due pietre indicatorie forse di confine o di direzione. Poi una fontanella per l’acqua in ghisa. Ma la cosa che mi ha sorpreso di più è stata la trattoria in cui siamo entrati per cenare. ![]() Ecco un paese moderno, ma nello stesso tempo antico. Forse la spiegazione è in quello che ci hanno detto due abitanti. Hanno parlato di quanto desiderio vi sia di riportare la tradizione popolare. Di conservare, e di esaltare. Di evitare che i buoni prodotti tipici vengano considerati di basso o nullo interesse e siano saltati dimenticati dalle nuove generazioni. Testa Rossa definisce questo paese con “Conservare, per ricordare” io aggiungo “vivendolo”. Le foto sono di Serena Bertolgiatti e Giovanni Gelmini - ©vietata riproduzione Argomenti: #adda , #cremona , #crotta d’adda , #racconto , #turismo , #viaggi Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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