REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno II n° 16 del 21/09/2006 MISCELLANEA


Viaggiare... in bici
Il Parco del Brembo
Seconda puntata, da Bonate a Osio e ritorno
Di Daniela Radici



Dal punto di sosta nel Parco si continua in riva al Brembo su una larga strada sterrata piuttosto sconnessa, che attraversa i magredi, prati aridi in cui affiorano i ciottoli trasportati da alluvioni recenti e la vegetazione cresce stentata. Dopo un paio di chilometri si deve imboccare un sentiero tra i cespugli (aguzzando la vista, si intravvede un cartello su cui si leggono a fatica le indicazioni) per raggiungere il ponticello di legno sul torrente Lesina, affluente del Brembo.

Prendendo invece a destra, una scaletta in legno permette di superare il dislivello del terrazzo fluviale e arrivare rapidamente al complesso monumentale della basilica romanica di Santa Giulia, adiacente al cimitero di Bonate Sotto.

Tornati al Brembo, si procede su sentiero in terra battuta, parallelo al fiume, fino alla Cascina Cantacucco: siamo ormai a Filago. Alla fine del sentiero sin qui percorso si risale a destra uno stretto passaggio per raggiungere via Pascoli, che si prende a sinistra per arrivare alla località Molini di Filago. Da via Fratelli Bandiera (in pratica, uno stretto viottolo al limite del terrazzo fluviale) si raggiunge la passerella ciclopedonale che unisce le sponde del Brembo tra Filago e Osio Sopra.

Costruita nei primi anni del Novecento dalla Società Franchi Gregorini (poi Dalmine) per favorire il transito degli operai abitanti al di là del fiume, è stata ricostruita in cemento armato nel 1990.

Si attraversa la passerella osservando il suggestivo panorama del fiume e ascoltando il suono delle acque fluenti sino a guadagnare il terrazzo più interno, dove si trova l’area picnic “Bosco Brembo”, e proseguire verso Cascina Capra, nelle cui vicinanze si trova il Bosco Astori, attrezzato per la sosta e molto frequentato dagli abitanti di Osio Sopra. Rimanendo invece sulla sponda destra, si continua verso sud in leggero saliscendi su sterrato che consente di guadagnare a tratti la riva del Brembo attraverso sentieri o scalette.

Si raggiunge ben presto il nucleo di Marne, che conserva una torre medievale e un castello trecentesco -costruito in singolare posizione su uno sperone di roccia alla confluenza del torrente Dordo nel Brembo- trasformato nell’Ottocento in residenza di campagna.

La chiesa del paese è intitolata a San Bartolomeo; dell’edificio originale, risalente al secolo XII, rimane l’abside in ceppo del Brembo.

A Marne, presso il Centro di Educazione e Ricerca Ambientale, si trova la sede del Parco del Basso Brembo.

Si procede ora sulla strada provinciale (attenzione al traffico) fino a Brembate. Nel paese di origine antichissima prospettano direttamente sul fiume gli edifici del centro storico e la chiesa di San Vittore, adiacente al ponte in pietra a due arcate, costruito nel 1600.

(* vedi nota) Dopo il ponte -chiuso al traffico motorizzato- inizia il percorso di ritorno lungo la sponda sinistra del Brembo; su sterrato ciottoloso, attraverso fitte boscaglie di robinia, si giunge al Bosco dell’Itala di Osio Sotto, area boscata attraversata da un ramo della Roggia Brembilla e da numerosi fossi irrigui, vero polmone verde per gli abitanti del paese.
Usciti dal bosco, si supera il sottopassaggio dell’autostrada. Il paesaggio è particolarmente suggestivo: il Brembo scorre nella forra profonda, mentre la vista spazia su campi coltivati e, in lontananza, sul profilo dell’abitato di Marne: lo slanciato campanile della chiesa parrocchiale, le murature del castello e in secondo piano l’alto camino della Bayer. Si prosegue a fianco della Roggia Brembilla fino al grande complesso manifatturiero della Rasica, significativo esempio di archeologia industriale.

In leggera salita si guadagnano le Cascine Capra e Cimaripa (complesso rurale cintato da un lungo muro di ciottoli a lisca di pesce) fino al caratteristico villino Rosa, a Brembo di Dalmine.

L’itinerario prosegue quindi verso Albegno, Treviolo e Curnasco, antiche comunità rurali un tempo separate dalla città, sorte nella campagna colonizzata in epoca romana, soverchiate nel 1900 dall’impulso industriale di Dalmine. Si attraversa con grande attenzione il rondò della circonvallazione e pedala lungo via Alla Trucca per ritornare a Bergamo.


(*) il percorso di ritorno indicato è attualmente non praticabile per la chiusura del sottopassaggio dell’autostrada a seguito dei lavori in corso per la quarta corsia dell’A4

Foto di Francesca Belotti – vietata riproduzione

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