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 Anno II n° 18 NOVEMBRE 2006    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Aria di tempesta in Italia

Di Giovanni Gelmini


Che brutto periodo.
Ho la sensazione che ci sia qualcosa di anormale. Non so se sono io o è una sensazione comune, ma l’impressione che traggo da quello che si discute sui mass-madia è veramente di irritazione. Sembra che non si possa vivere se non ci si guarda alle spalle.

La criminalità è diventata insopportabile (vedi Napoli), ma è vero?
Siamo sommersi dall’emergenza immondizie (sempre Napoli), ma se è così da anni! Ora però le strutture delle altre province e regioni sono in grado si smaltire l’inefficienza napoletana.

Il nodo cruciale della comunicazione è ora “la tenuta del governo”, ci bombardano in continuità di strepiti e grida dei vari esponenti della CDL. Ogni occasione è buona. si può dire che è normale che strepitino, ma non è normale che sia il centro della comunicazione, che manchi la contro-informazione, e che chi gestisce la comunicazione non metta in evidenza le falsità e le incongruenze di troppe affermazioni rilasciate.

Non parlo di esagerazioni, ma di vere e proprie falsità, come che i Conti dell’Italia erano in ordine (smentito alla EU), che l’Italia era piena di cantieri per opere pubbliche al lavoro (la maggior parte delle opere pubbliche individuate come strategiche non ha neanche gli appalti fatti e gli altri “cantieri” funzionavano al rallentatore per mancanza di fondi).
Però i mass media non fanno questi rilievi, solo qualche trasmissione “strana” mette i puntini sulle i; la maggior parte della carta stampata e dei TG amplificano solo le dichiarazioni così come sono fatte dai politici.

Vi sono poi trasmissioni televisive, di “indirizzo”, sia di destra che di sinistra, che hanno uno strano utilizzo dei “servizi”. Non so se sono io che li vedo artefatti, con un uso dell’immagine che può essere falsa, e che portano a supporto pochi dati di fatto “scientificamente provati”, come usano dire i professori di lettere.

Quindi ci troviamo di fronte ad una qualità dell’informazione bassa, che privilegia lo scoop, anche se non vero, e che ripete senza critica le veline delle agenzie.

La cosa però che mi preoccupa di più è quella che ora si dà vita a grandi discussioni su fatti fasulli o inutili, presentandoli come problemi di nostra sopravvivenza, un esempio? Il velo islamico e la “festa di Halloween”. Quello raccontato è in gran parte fasullo, ma molti lo vivono come se questi fatti fossero una degenerazione della nostra società.

Allora, come direbbe Lubrano, il dubbio sorge spontaneo: non è che qualcuno sfrutta la bassa qualità dell’informazione per creare la sensazione di “necessità di un uomo forte”?



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