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Siam messi bene! Cellulari e internet: l’esperienza di un insegnante Di Annamaria Gengaro
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In questi giorni si è concluso il Congresso Italiano di Psichiatria a Montesilvano (PE), e , dopo lo scoop sul 30% di parlamentari drogati, ne scoppia un altro sui ragazzi (90%) con la sindrome da dipendenza dalle nuove tecnologie (internet e cellulari).
Questo è un campo in cui ho infilato di netto la testa, per i miei trascorsi di docente, perché riguarda in particolare il 90% della fascia adolescenti-giovani. In che cosa consiste? Nella dipendenza dal cellulare, con conversazioni o sms, o da internet con i suoi blog, chat, forum, o da entrambe, visto che le nuove tecnologie hanno unificato i due sistemi. “Spegni il cellulare!” - “Un attimo prof. Che ho il gatto che sta male e voglio sapere come va!” - “Ma la scorsa ora non era tuo nonno?” - “si, ma ha attaccato l’influenza al gatto! Ed ora stanno male tutti e due!” - “Spegni quel cell. O te lo frullo dalla finestra!” Questa è una conversazione tipo, che mille volte è capitata in classe. Un giorno ho sorpreso un ragazzo con ben tre telefonini sul banco! Peccato che io stessi spiegando! Se chiedevo la formula dell’acido solforico, passavo per carogna, ma se accennavo al mio blog erano tutti sull’attenti, superinformati, pronti a fornire indirizzi ecc. Perchè? Perché la maggior parte di loro è stata allevata dalla babysitter TV, dal gioco tecnologico che interagiva con loro, chiusi tra le asettiche mura di un appartamento, depredati di quel sacrosanto diritto alla sporcizia creativa del fango delle pozzanghere, del pezzo di legno brandito a mo’ di spada nella lotta, della bambola vestita di stracci rubati alla mamma. Abituati alla solitudine del “corso di..”, o della play station, vengono irresistibilmente attratti dalla rassicurante luce soffusa dello schermo del PC, dalla comunicazione verbale, negata altrimenti, classica delle Community, dal silenzio rassicurante del blog, nel quale puoi esprimere qualunque pensiero, senza la crudeltà della derisione o la stressante durezza della polemica, perché puoi cancellare o escludere chi non ti piace, ed immergerti solo nell’affettuosa presenza di chi ti è psicologicamente simile. Altrettanto si può dire del cellulare, cordone ombelicale che lega il branco, mezzo di comunicazione minimale, asettico ed immediato, come richiedono i tempi odierni. Ormai si ama in chat o tramite sms, si odia cancellando il numero dalla rubrica, o il nik dalla sezione “amici” del forum, si esclude chi non è gradito con un clic del mouse. La scuola, che presuppone il contatto e la comunicazione diretti, non fa parte del loro mondo. Ed allora "..clic.." rifiutata! Colpa della società? Della famiglia? Della scuola? ... Non lo so. Argomenti: #giovani , #internet , #opinione , #scorie , #società , #tecnologia Leggi tutti gli articoli di Annamaria Gengaro (n° articoli 8) |
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