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Anno II n° 19 DICEMBRE 2006 TERZA PAGINA |
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La Nuova Stagione di prosa al Teatro Biondo Stabile di Palermo
Il 22 novembre ha inizio la stagione 2006/2007 nello storico teatro di Palermo. Ecco i primi spettacoli in cartellone
Di C.d.M
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Anche quest’anno lo storico teatro biondo di Palermo riaprirà i battenti. Il suo sipario rosso verrà alzato oggi con la stessa imponenza e solennità di ieri per dar vita a drammi di uomini soli, per raccontare tradimenti, cospirazioni, ma anche per far ridere con commedie esilaranti e intramontabili novelle. Solo il teatro può regalare emozioni talmente forti da scombussolare lo spettatore, le sedie di velluto rosso, le luci che ad un segno convenuto si abbassano per permettere l’entrata in un mondo incantato dove tutto è permesso, e gli spettacoli che animeranno il palcoscenico del teatro biondo sembrano scelti apposta per lasciare a bocca aperta coloro che vorranno vivere almeno per una sera l’antica magia della recitazione dal vivo. Grande spessore a tutta la rassegna è dato dalla presenza di illustri personaggi come Nello Mascia interprete de “Il Re Muore” prodotto dallo stesso teatro Biondo, o come Luca De Filippo nipote del celeberrimo attore napoletano che ritorna in Sicilia con “Le Voci di Dentro”. Una stagione a tutto tondo quella del teatro stabile di Palermo che mette in scena classici rivisitati in maniera un po’ particolare come “Eumenidi” di Vincenzo Pirrotta. Scorrendo il pieghevole che riassume in sé tutti i segreti della stagione si possono notare grandi capolavori, opere sempre verdi ma anche delle scommesse, delle novità, così da far mostrare la vitalità del teatro che si evolve e muta con il passare del tempo. Nei prossimi giorni, le porte dello Stabile di Palermo si apriranno . Dal 22 novembre al 3 dicembre: Gabriele Lavia in Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij adattamento e regia Gabriele Lavia scene Carmelo Giammello costumi Andrea Viotti musiche Andrea Nicolini luci Giovanni Santolamazza con Pietro Biondi, Euridice Axen produzione Teatro di Roma Scritto nel 1865, il romanzo di Dostoevskij indaga la psiche tormentata e i meccanismi perversi della mente dell’“uomo del sottosuolo”, un giovane impiegato inconcludente, isolato, a disagio con se stesso e in collisione con la società. La solitudine è la sua malattia ed essa porta con sé l’indifferenza, l’astio, il livore, l’odio nei confronti di tutti gli altri. Sono questi sentimenti che fanno del “sottosuolo” il vero inferno sulla terra, inferno alle cui pene i dannati si sottomettono come per una oscena fatalità e con un senso chiaro e vivissimo della propria colpa, trascinati da una assurda esaltazione. L’adattamento per il palcoscenico di Gabriele Lavia si fonda sull’ultimo episodio col quale si chiudono le Memorie dal sottosuolo dello scrittore russo. È un episodio emblematico, una specie di metamorfosi dello stato in cui versa il protagonista, che va incontro a un avvenimento di fondamentale importanza: l’appuntamento con una prostituta, alla quale rivela gli angoli più bui e sudici del proprio “sottosuolo”. Dall’immaginario dell’uomo emerge una fantasia distruttrice e vendicativa che fa della creatura che gli sta davanti il capro espiatorio delle proprie umiliazioni. Lavia dà vita a un personaggio spietato e patetico nello stesso tempo, a volte comico, grottesco o ridicolo. Dal 5 al 10 dicembre 2006 - Teatro Biondo Spettacolo in opzione - Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti Giorgio Albertazzi in Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar riduzione Jean Launay regia Maurizio Scaparro produzione Teatro di Roma Dalla celebre autobiografia immaginaria di Adriano, imperatore di Roma dal 117 al 138 d.C., che Marguerite Yourcenar pubblicò nel 1951, Maurizio Scaparro ha tratto uno spettacolo di grande successo, che a diciassette anni dalla sua prima edizione mantiene inalterato il suo fascino e la sua attualità. Per Scaparro «Adriano è più di un uomo, è l’immagine, o meglio il “ritratto” di ciò che noi siamo oggi, nelle sue parole ritroviamo le radici del pensiero occidentale e della nostra storia. Ma mai come oggi questo spettacolo e questo testo mi sembrano così attuali. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione, in un mondo che sembra lentamente sfaldarsi sotto i colpi dell’intolleranza, della guerra, dell’egoismo, degli interessi mercantili, le parole di Adriano assumono un significato nuovo, profondo, che ci aiuta a riflettere sul nostro momento storico indicandoci, forse, uno spiraglio di speranza: “… non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno dai nostri frontoni, dalle nostre cupole… e se i Barbari s’impadroniranno mai dell’impero del mondo, saranno costretti ad adottare molti nostri metodi; e finiranno per rassomigliarci.”». Protagonista dello spettacolo è Giorgio Albertazzi, che sin dalla prima edizione ha condiviso le emozioni e le soddisfazioni di quello che si può ormai considerare un classico della scena italiana. Dal 13 al 24 dicembre 2006 - Teatro Biondo Laura Marinoni in Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder traduzione Roberto Menin regia Antonio Latella scene e costumi Annelisa Zaccheria produzione Teatro Stabile dell’Umbria – Teatro Stabile di Torino Il capolavoro di Fassbinder, portato dallo stesso autore sullo schermo nel 1972, trova in questa edizione teatrale di Latella nuovi spunti per una lettura legata all’attualità. Il dramma descrive l’impossibile amore tra Petra von Kant, affermata stilista in crisi, e la giovane proletaria Karin, vissuto sotto gli occhi dell’enigmatica segretaria di Petra. Un acuto scandaglio psicologico di tre figure femminili, capaci di suscitare nello spettatore reazioni contrastanti, passando dall’astio all’umana comprensione. L’opera di Fassbinder è un feroce e lucido melodramma sulle relazioni interpersonali governate dai rapporti di potere. Protagonista dello spettacolo è Laura Marinoni, una delle attrici più apprezzate della nuova scena teatrale italiana. Dal 19 dicembre 2006 al 4 febbraio 2007 - Teatro Bellini (prenotazione obbligatoria) Nello Mascia in Il re muore di Eugène Ionesco traduzione Edoardo Sanguineti regia Pietro Carriglio scene e costumi Maurizio Balò luci Gigi Saccomandi con Raffaella Azim, Sergio Basile, Fiorenza Brogi, Aldo Ralli, Alvia Reale produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo Definito dallo stesso autore una pièce che funziona come un “apprendistato della morte”, rappresentato per la prima volta nel 1962, il testo evoca la parabola metafisica del suo personaggio centrale, sovrano di un regno in rovina. Tre i momenti principali dello spettacolo: il primo si svolge in assenza del Re, mentre le sue due mogli, la cameriera e una guardia ricevono la conferma della prossima ed inevitabile sua morte; nel secondo, è lo stesso Sovrano dell’Universo, Bérenger, a ricevere la notizia della propria morte imminente; il terzo ci introduce nel cuore del dramma attraverso le tappe dell’agonia regale, quando i diversi personaggi cercano di far abdicare di propria volontà il sovrano. Alla fine, il mondo – la scena – scompare nello stesso momento in cui il Re muore. Nello Mascia è il protagonista di questa nuova edizione del dramma di Ionesco, che il regista Pietro Carriglio immagina come metafora del teatro, scenario privilegiato per raccontare la crisi della modernità. La stagione prosegue fino al 3/6/2006. Il calendario completo lo potrete trovare sul sito http://www.teatrobiondo.it/spettacoli.aspx e anche da queste pagine vi terremo informati sui prossimi spettacoli in cartellone |
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