Ho trovato il libro appoggiato insieme ad altri, su un tavolino, nell’ingresso della biblioteca di Collegno. Già altre volte quel banchetto di libri incustodito, oltre la barriera elettronica di sicurezza, m’aveva incuriosito ma solo, il 23 dicembre scorso, in occasione della visita per il prestito di libri da leggere durante le vacanze di Natale, ho avuto l’impulso di avvicinarmi e scegliere fra gli altri il libro contraddistinto dal codice BCID: 06-432: Maria Venturi (1) “L’Amore stretto” RCS LIBRI SPA – MILANO 1998.
Il libro.
Laura si odia ed è dominata dal demone di un duplice amore: l'affetto di figlia intossicata dai rancori e la passione di donna che vuole disperatamente vincere la sfida dei sentimenti. Nella sua giovinezza si susseguono colpi di testa e scelte rovinose, che sembrano farne una fragile replicante del triste destino materno.
Ella ha avuto un passato oscuro: il padre ha lasciato la famiglia per un’altra donna, la madre è morta di cancro, allora si dedica a uomini che non danno nulla. Laura ha paura. Solo quando, dopo un aborto impostole dall’ultimo uomo con cui ha buttato via un pezzo della sua vita, incontra Marco e si innamorano perdutamente, sembra che i fantasmi del passato possano finalmente svanire.
Quell’amore è l'ultima, decisiva scommessa per affrancarsi dal passato e riscattare il futuro. Ma Laura non sa essere felice. Non crede di poter essere amata. Quando si rende conto che è meglio avere rispetto per se stessa riesce a comprendere i propri limiti umani. In fondo la sua esistenza, per quanto catastrofica è stata, paradossalmente, assai protetta quindi non è riuscita a viverla responsabilmente, persino il facile e improvviso matrimonio con Marco si pone in questa falsariga.
Marco, spinto dalla sopraggiunta, progressiva indifferenza di Laura s’innamora di un’altra spezzando con l’allegria dell’innamoramento l’unico legame che li teneva uniti: il ricordo dei loro giorni felici. Il nuovo amore ha posto fine al loro vero legame: la strenua difesa del loro matrimonio d’amore.
In realtà Marco non cessa mai d’amarla ed abbandonata l’ultima fiamma fa di tutto per riprendersi Laura che nel frattempo ha scoperto che il fallimento del matrimonio di suo padre ha un’impensata motivazione: egli non fu mai amato dalla madre di Laura e che lei non è figlia di lui.
Piena di sensi di colpa per aver attribuito ad altri (in primis al padre e agli uomini in genere) le colpe che in realtà erano della madre, si abbandona alla disperazione quando all’improvviso ricompare Marco, che nel frattempo ha respinto un tentativo si separazione legale, il lieto fine appare: tornano insieme.
Insomma il bookcrossing mi ha costretto a leggere il mio primo libro rosa. In realtà scritto bene e pieno di spunti psicologici classici ma efficaci. Ho riscoperto i meccanismi dell’innamoramento, dell’amore e dell’odio.
Ho scoperto che sostenere che il matrimonio si fonda sull’amore passionale è una di quelle affermazioni da favola nata durante il Romanticismo. Un’affermazione che appare mostruosa, altrettanto mostruoso è voler fondare un matrimonio su una sensazione, un sentimento acuto che dovrebbe non consumarsi mai e durare a lungo contraddicendo la stessa natura amorosa che è impeto, uno stravolgimento in cui l’innamorato non vede che l’oggetto d’amore e aspira solo a starci insieme, riducendo a lei o a lui tutto il mondo: un vero delirio.
L’amore è una malattia gravissima, per fortuna è transitoria e dunque passa, e se il matrimonio si fondasse sulla passione, certo passerebbe con il suo svanire. Tra lui e lei innamorati non rimane spazio per nulla e persino un figlio potrebbe diventare elemento di disturbo. Infatti Laura al contrario di Marco non ha mai seriamente preso in considerazione l’adozione di un bambino.
Naturalmente ho liberato il libro su una panchina della Stazione Ferroviaria di Settimo Torinese.
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