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I mestieri più antichi del mondo Quartieri a luci rosse e centri benessere Considerazioni semiserie su perversioni sessuali e fisco Di Giacomo Nigro
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A Torino è stato recentemente scoperto quello che all’apparenza era un centro estetico ma i trattamenti che venivano offerti a tariffe dai cento euro in su non erano semplici massaggi ma prestazioni che tenevano conto di tutte le fantasie dei clienti, di livello medio alto.
A scoprire questa nuova casa del piacere proibito in via Lagrange, nel centro di Torino, sono stati i carabinieri della Compagnia San Carlo che hanno denunciato per sfruttamento della prostituzione una donna, la locataria venticinquenne del lussuoso appartamento, che teneva anche i libri contabili della sua attività visto che il giro d'affari era superiore ai diecimila euro al mese. L'appartamento era suddiviso in stanze tematiche, dalla medical alla medioval, a seconda delle perversioni sessuali dei clienti che alcuni preferirebbero definire giochi o raffinatezze. Allestito per accontentare tutti i gusti il centro offriva, nelle sue stanze a tema, varie opportunità di sollazzo: dalla stanza della gogna con attrezzatura per gli amanti del sadomaso a quella in cui le ragazze si proponevano travestite da infermiere. Le indagini, durate un paio di mesi e partite dopo alcune segnalazioni (ti pareva che l’invidia non facesse il suo corso), sono arrivate a una svolta qualche giorno fa quando i militari hanno fatto irruzione in quella che era a tutti gli effetti una casa di appuntamenti e dove, oltre alla tenutaria, erano presenti in quel momento due ragazze di nazionalità italiana e due clienti. Giacché questi episodi si verificano spesso, tenuto conto che, oramai a tutte le ore ed ad uso e consumo delle classi meno agiate, alcune strade delle nostre città e dei nostri paesi si riempiono dell’offerta sessuale più variegata con le conseguenze sul decoro che ognuno conosce e, credo, deprechi; prendendo spunto dalla solerzia della signora tenutaria di Torino che teneva il libro mastro dell’azienda, la prossima finanziaria potrebbe prevedere una regolarizzazione fiscale di questo fenomeno. Visto che è chiaro oramai che questo mestiere antico come il mondo non si riesce ad eliminare e tanto meno a controllare seriamente, in attesa di un provvedimento più consono, la tassazione con obbligo di emissione di scontrino fiscale o ancora meglio di ricevuta o fattura nominativa intestata al consumatore potrebbe essere una valida soluzione ponte. Valida anche l’alternativa di applicare alle prestatrici d'opera l'Imposta Generale sulle Entrate in luogo dell'IVA... un’occasione per i nostalgici dell’antico fisco. Il nostro popolo, si sa, ha reazioni spesso sorprendenti e magari sospendendo tutte le ragioni etiche, religiose e igieniche si potrebbero così raggiungere due scopi con una scopata cioè, da un lato si darebbe ossigeno alle esangui casse dello Stato, dall’altro si otterrebbe un probabile ridimensionamento del fenomeno. La forza della natura è tale che, credo, il secondo mestiere più antico del mondo evadere le imposte avrebbe il sopravvento sul più antico, in questo caso però, sperando in una solerte applicazione della legge, si potrebbe verificare che magnaccia e lavoratrici vengano arrestati per evasione fiscale ottenendo comunque il sospirato ridimensionamento del fenomeno. Argomenti: #fisco , #prostituzione , #riflessioni Leggi tutti gli articoli di Giacomo Nigro (n° articoli 139) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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