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K9 a Base 3 – in ritorno da viaggio su pianeta Terra


Di Barbara Venditti

K9 a Base3. K9 a Base3… shhgr shrgrrrr… K9 in ritorno da viaggio su pianeta Terra chiede atterraggio... shgrshgr... Rispondete Base3. Atterraggio in corso.

gnnnnnnnnnn… sturutrump… sparatruck (rumore apertura portellone di uranio della kripta di sinistra del K9)

«Ohhhh... Toh! guarda chi si rivede! Come stai Franchino?»
«Tutto bene Giusè... Certo che sei mesi sul pianeta Terra ammazzerebbero anche un iperspaziomammuth. Sono così stanco, confuso e depresso che mi mangerei un kilo di plasticplacenta di gnu marziano che neanche Tom ce la farebbe.»
«Tom chi? Quello di Myspace?»

«No, quello ha venduto a un certo Murd-non-mi-ricordo-come, ed è tornato sul suo pianeta m’hanno detto, dalle parti di Giove, che a stare in mezzo ai matti non ce la faceva più. E sti umani che si vantano pure di essere intelligenti, non lo sanno che le idee geniali arrivano tutte da alieni che si mischiano a loro! Dico Tom Cruise, uno di cui so’ dovuto andà al matrimonio per prendere informazioni sulla stupidità umana.»

«Sei andato a un matrimonio? Bravo! Racconta racconta…»

«E quante ne vuoi sapere! Non posso mica iniziare a raccontarti da lì. Devo partire dall’inizio. Ti ricordi della spedizione di qualche anno fa quando abbiamo mandato Carletto a capire cosa era l’amore? Ti ricordi che quel poveretto non c’aveva capito una mazza? Non era colpa sua, e questi umani sono parecchio complicati.
E pensa che per quanto ne so, da qualche anno a questa parte, le cose sono diventate persino più difficili. Insomma, proprio come diceva Carletto, l’amore serve ad attirare le persone le une alle altre. Se sono un uomo e una donna ad attrarsi allora è piuttosto facile pure fare quella cosa lì del matrimonio, se invece sono due uomini o due donne no, perché pare che a quel punto debbano chiedere il permesso a tutti gli altri.»

«E agli altri che gliene frega?»

«Non sono riuscito ad avere le risposte a tutte le domande che li riguarda, quindi tu non chiedere e ascolta.»

«Ok Franchi’, ma sii chiaro che qua siamo tutti curiosi. E dicci pure quella cosa lì del sesso, che pare che il povero Carletto, dopo averla scoperta, si sia dovuto andare a disintossicare alla clinica venusiana»

«L’unico modo che avevo per capire era mischiarmi a loro e così ho fatto. Ho iniziato a “frequentare le ragazze”.»

«E che vuol dire?»

«Funziona così: ti sistemi un po’ caruccio ed esci co’ gli amici, per esempio vai a bere una cosa in un locale. Quando sei al banco degli aperitivi e ne vedi una che ti piace ti avvicini e dici due o tre stronzate che le facciano capire che a te di lei non te ne fregherebbe niente, che sei pieno di altre donne, ma che il destino ti ha condotto fino a lì perché potessi imparare a riconoscere le cose davvero importanti.
Lei ti risponde che ha un sogno da coronare, cioè diventare presentatrice di Top of the Pop e per questo ha smesso di cercare un compagno di vita che sia un freno alle sue aspirazioni e che la illuda che l’amore esiste davvero, per poi lasciarla in un mare di lacrime.
A quel punto la cosa è più o meno fatta. La tiri innanzi con altre due o tre cavolate e finisce che ci esci la sera dopo. Ci esci ancora qualche volta fino a che non arrivi a quella cosa lì del sesso, che te la racconto un’altra volta, perché credimi ancora la devo elaborare. A quel punto si dice che tu e lei “uscite insieme”.»

«E poi arriva il matrimonio?»

«Amico mio, non ci sei vicino neanche un po’. Prima di tutto mo’ si sono messi in testa che è meglio essere singles. Io e Carmelina ci siamo conosciuti il lunedì. Abbiamo trombato il giovedì. Dopo due mesi ancora non avevo capito che ci dovevo fare con lei.
E gli amici non me lo sapevano nemmeno spiegare. Così quando è venuta a dormire a casa mia una, due, tre volte e m’ha lasciato lo spazzolino da denti, io mi sono sentito in diritto di chiederle cosa significava.
Lei m’ha risposto che semplicemente l’aveva dimenticato lì in bagno. Poi però la seconda volta che se l’è dimenticato le ho detto che faceva meglio a ricordarselo e lei s’è messa a piangere dicendomi che non capivo niente ed ero un insensibile.
Alla fine,insomma, vivevamo insieme ma nessuno dei due lo ammetteva, perché essere singles è molto più trendy.»

«Ma che facevi dalla mattina alla sera?»

«Lavoravo.»

«E che lavoro facevi?»

«Cercavo lavoro. Guarda che cercare lavoro è il lavoro più faticoso che si possa fare, sai? Certo poi per guadagnare qualche soldo mi toccava fare il barista, o il cameriere o il giardiniere, ma quelle loro le chiamano “situazioni provvisorie”.»

«E poi?»

«Poi ho trovato lavoro. M’hanno fatto un contratto provvisorio.»

«Pure quello?»

«No, quello è provvisorio stabile. Vuol dire che sai che un po’ dura almeno fino a quando non finisce. Le altre situazioni sono invece stabilmente provvisorie, cioè sai che potrebbero durare per sempre mentre continui a cercare lavori sempre stabili.»

«Ahh... è chiaro.»

«Be’, diciamocelo, la cosa ha bisogno di un po’ di rodaggio ma dopo che t’abitui le giornate scorrono serene. Anche perché intorno a te pare che stiano tutti nella stessa barca e la cosa ti dà coraggio»
«Cioè sono tutti poveri?»

«No, i poveri poveri se li tengono ben nascosti e non ne parlano più di tanto, perchè sennò sì che avrebbero un problema grosso da risolvere. Loro, i poveri che però continuano a vivere normalmente, s’affaticano per far girare le cose.
Pure quelli che comandano per esempio, continuano a ripetere che bisogna fare tutti un sacco di sacrifici perché i soldi non ce li ha più nessuno.
Io mi sono chiesto soltanto perché poi loro, quelli che comandano non si tolgono loro stessi dieci-quindicimila euro al mese a testa, giacché ne guadagnano il doppio di così, e perché le cose a posto non le rimettono di tasca loro, giacché lo possono fare.
Ma mi hanno risposto che io non capisco certi equilibri economici e che i problemi del mondo non si risolvono con questi ragionamenti semplicistici e qualunquisti.»

«Be’, certo. So che è importante lì sulla terra che ognuno abbia il suo ruolo, no?»

«Sì, sì… infatti. Io me ne sono stato al posto mio. Mentre lavoravo al call center mi sono pure iscritto all’Università.
Studiavo scienze politiche, ma non sono riuscito a dare il primo esame perché si usa che le date d’appello vengono affisse un giorno prima per poi essere cambiate all’ultimo momento e, nella maggior parte dei casi rimandate ad una data del quale non sarai informato il che ti costringerà ad aspettare la prossima sessione.»

«E perché?»

«Perché in fondo da studenti ci si diverte, è una specie di adventure game a labirinto dove vince chi sa gestirsi meglio le relazioni con la segreteria studenti.
E poi puoi vantarti di essere una persona di cultura se da dieci anni stai sullo stesso libro. Io mi sono arreso e ho iniziato a a sperare in un futuro stabile offerto da Carmelina, che era entrata al ministero degli interni, visto che c’aveva il collega di un fratello del cugino dello zio di suo padre che l’aveva raccomandata.
Poi però sono iniziati i problemi tra di noi perché io mi sentivo la pressione psicologica di essere un uomo e di esserle inferiore in termini di successo professionale.
Così per riparare ho deciso di diventare un artista e ho iniziato a studiare recitazione col metodo Stransberg iscrivendomi a un workshop di 120 ore, senza mai dormire, in cui ho imparato tutto quello che c’era da sapere sul teatro.
Sono diventato un attore di talento e m’hanno chiamato a fare i provini per Un Posto al Sole. Per fortuna non m’hanno preso perché altrimenti non avrei saputo con che faccia ripresentarmi ai miei amici freakkettoni che capiscono l’importanza dell’arte e non inseguono il successo per il vile denaro, preferendo restare underground piuttosto che piegarsi alle esigenze di mercato.
Io e Carmelina ci siamo lasciati perché lei era frustrata da una vita frenetica e normale e aveva iniziato a spendere tutti i soldi per la cocaina, mentre io meditavo di girare il mondo sulla nave di Greenpeace.
A quel punto ho capito che avevo sbagliato tutto e ho fatto il concorso da vigile urbano, vincendolo.
Una notte mentre facevo le multe alle macchine che non avevano pagato il parcheggio a Testaccio, un quartiere di Roma dove per lasciare la macchina dietro una striscia blu devi pagare fino alle tre di notte, ho incontrato Carmelina e lei m’ha raccontato che l’avevano finalmente presa a presentare Top of The Pop, grazie ad un amico in Parlamento.
A quel punto non ho retto più la botta e mi sono sparaflashato di nuovo sull’astronave. Prima però a quel poveretto che aveva pagato il parcheggio fino alle due e venti gli ho tolto la multa.»

«Wow. E che dici insomma? È il caso di distruggerlo o no, sto pianeta Terra?»

«Io ho avuto un’idea migliore: chiediamo a quelli della NASA di restituirci il favore che gli abbiamo fatto concedendogli i diritti cinematografici per l’Area51, facendoci impiantare telecamere satellitari in tutto il mondo.
Poi apriamo una catena di Cinemas Reality in cui ogni marziano potrà divertirsi assistendo in diretta a “Le folli avventure degli Umani”.»

«Interessante. Ah, ma Enzino come sta?»

«Adesso si fa chiamare Brad. Pare che lì c’abbia successo. E pensare che quando stava qui a casa sua su Marte, le marziane dicevano che era un cesso. Mah! valli a capire sti esseri umani. Andiamo va… che la plasticplacenta m’aspetta.»

Argomenti:   #racconto



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