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 Anno III n° 5 MAGGIO 2007    -   TERZA PAGINA


Miti & leggende
Eco e Narciso

Di Serena Bertogliatti


Parliamo di colei grazie a cui i miti e le leggende viaggiano nel tempo, raccontati e narrati, di bocca in bocca, prima che la tradizione orale venisse sostituita dai libri. Parliamo di Eco.

Eco, figlia di aria e di terra, era una ninfa a cui era stato letteralmente dato il “dono” della parola: la sua retorica, così affascinante da rapire gli ascoltatori, sarebbe stata così leggendaria da convincere Giove a servirsi proprio di lei per nascondere alla sempre gelosa (e a ragione) Giunone le frequenti scappatelle del più godereccio degli dei.
Quel che la ninfa doveva fare non era altro che parlare, e parlare, e ancora parlare alla madre di tutti gli dei, e parlando distrarla, far sì che il tempo passasse durante le “fughe d'amore” di Giove.
Ma Giunone, tra un ascolto contemplativo e l'altro, si accorse del raggiro e decise la punizione: che Eco non avrebbe mai potuto parlare se non interpellata, e le uniche parole che avrebbe potuto pronunciare sarebbero state quelle da qualcun altro già pronunciate.

Se con Pan avrebbe avuto una figlia, Jince, sarebbe stato invece Narciso, il più irraggiungibile tra tutti gli dei, a sottrarle la morte per amore.
Di lui, difatti, Eco s'innamorò – e benché si potrebbe pensare che non ci sarebbe miglior partito per il dio narcisista che una compagna che in qualche modo lo riflettesse, la conclusione non sarà felice.
Il loro incontro avvenne in un bosco, in cui il dio passeggiava alla ricerca dei compagni. Per ciò, li chiamò:

“C'è qualcuno?”

Eco, pur di poter richiamare a sé l'amato, rispose nell'unico modo in cui poteva:

“C'è qualcuno?”
“Vieni!”
“Vieni!”
“Qui riuniamoci!”
“... 'uniamoci!”

Ma sappiamo bene quali fossero le inclinazioni di Narciso, per cui il migliore amante sarebbe stato il riflesso, e così il grido d'amore di Eco rimase inascoltato, benché delle stesse parole di Narciso fosse il riflesso.
Rifiutata dal dio, Eco fuggì nei boschi e qui il suo corpo trovò la morte, mentre la voce divenne il riverbero di tutte le voci.



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