|
|
Anno III n° 5 MAGGIO 2007 vol I° FATTI & OPINIONI |
|
Le rivali si somigliano sempre di più
Elezioni primarie: Francia-Italia, pareggio
Calcio, cucina, vino, monumenti, tradizione e adesso anche politica
Di Marina Minasola
|
|
Nuovo centro. Si chiamerà Partito Democratico. Si professa "un partito centrale, non centrista". A volerlo è un uomo, il candidato di centro alle elezioni presidenziali francesi Francois Bayrou, che ha creato "insieme a Romano Prodi e a Francesco Rutelli il Partito democratico europeo". Uno dei suoi bersagli politici è Nicolas Sarkozy: "Ci sono delle somiglianze fra lui e Silvio Berlusconi" dice il neogollista riferendosi probabilmente alla forte influenza mediatica.
"Nicolas Sarkozy e Segolene Royal rischiano di aggravare i mali della Francia e prevedono una crescita enorme delle spese. In questa situazione non darò consigli di voto". "Ci sono ormai tre forze politiche in Francia: la destra, la sinistra e il centro, che è quella nuova". "Il centro è la forza nuova che dà un'immensa speranza": a parlare è ancora il presidente dell'Udf (anche il nome del partito ha qualcosa di familiare). “La democrazia francese è malata e bisogna ricostruirla dalle fondamenta”. I tre gravi mali della Francia “devono essere curati assieme”: - eccessiva concentrazione di poteri - scarsissima coesione sociale - insufficiente crescita economica Né Sarkozy né la Royal saranno ad avviso del leader centrista, terzo alla corsa all’Eliseo, in grado di dare risposte a questi problemi, anzi li aggraveranno. Forse nella Royal vi sarebbe una maggiore sensibilità per i temi sociali benché inserita in un programma intriso di dannoso statalismo. È sconcertante. Il politichese è la vera lingua unificante, molto più dell’indoeuropeo. Cambiano i nomi, gli accenti e forse un po' le facce: ma in tutto il mondo amano prenderci in giro alla stessa maniera. Frasi che si ripetono identiche non soltanto al di là delle Alpi ma anche al di là dell’Oceano. Stesse promesse, stessi “rinnovamenti” all’indietro. Anche in Francia sembra risorgere una partito di centro, come la nostra DC, non clericale ma laica, come è sempre stato per la Francia, Lì i preti preferiscono parlare ai fedeli piuttosto che agli elettori, per il resto tutto è uguale. Se ne accorgono anche i politici che è tutto uguale, tanto che si confrontano l’uno con l’altro collega straniero (vedi il riferimento a Berlusconi). Il trend mondiale indica solo confusione: anche gli ex Galli sono confusi a tal punto da dover ricorrere ad un ballottaggio sul fil di lana che costringe i due contendenti a sfidarsi sulla capacità di scendere a compromessi, unica vera dote dei “politici”: il 6 maggio scopriremo chi la possiede di più tra la Royal e Sarkozky. Citerò qualche percentuale per far capire quanto il Paese di champagne e baguette sia simile a noi anche nell’indecisione: Royal 25,83%, sei partiti di “sinistra radicale” complessivamente intorno al 6%, Sarkozy 36,45%, Le Pen 10,51% e Bayrou 18,55%. Anche lì gli elettori centristi decideranno come penderà l’ago di questa bilancia sensibilissima. Nelle nostre stime di massima di qualche tempo fa avevamo dato il futuro Partito Democratico come percentualmente prossimo al 25%-30% (straordinariamente corrispondente alla percentuale di voti della Royal) mentre l’asse Forza Italia-An avrebbe contato su un 32% circa, valore analogo a quello di Sarkozky. Bayrou rappresenta invece l’esigenza di un centro supportato e sentito dagli elettori, anche se non abbastanza per poter governare da solo, sganciato dalla destra con fatti forse più veri delle effimere parole dei nostri centristi e si avvicina alla stima fatta per un partito di centro ipotizzato da Casini e Follini. Ultima nota: neanche le donne francesi posseggono un minimo di femminismo o fiducia nel proprio sesso, il 33% ha votato Sarkozy mentre solo il 27% la Royal. |
|
© Riproduzione vietata, anche parziale, di tutto il materiale pubblicato |