Nicolas Sarkozy è il nuovo inquilino dell'Eliseo. La Francia ha scelto
e dal neopresidente è arrivato un segnale importante per noi europei,
egli ha lanciato un appello agli alleati: "da questa sera la Francia è rientrata in Europa." ha dichiarato, egli si professa europeista convinto, e si è rivolto ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ribadendo che la Francia vuole collaborare con loro. Naturalmente resta saldo il legame con gli Stati Uniti dei quali, ha detto: "la
Francia resta amica". "Amo la Francia e sarò presidente di tutti": così, ha salutato gli elettori dopo vittoria netta il successore di Jacques Chirac.
Sarkozy ha vinto come avevano pronosticato tutti i sondaggi, dandolo
sempre in testa rispetto alla rivale Ségolène Royal, cui è toccato
ammettere l'amara sconfitta con la promessa che "come donna di
sinistra" continuerà "la sua lotta". È stata una sfida nuova che ha rotto gli equilibri tradizionali contrapponendo per la prima volta una donna al figlio di un immigrato.
Sicuramente, è avvenuto in Francia un cambio generazionale che ha
condotto alla guida del Paese un uomo nuovo e non per niente il
vecchio capo della destra francese Jean-Marie Le Pen ha acidamente
commentato a caldo: "all'Eliseo va un illusionista, ha fatto credere di incarnare la rottura che lo ha partorito, i francesi hanno il presidente che si meritano". Unica consolazione per il leader
dell'ultradestra, secondo il quale il presidente eletto non manterrà
le promesse fatte in campagna elettorale, è che la Francia "ha votato contro una nuova catastrofe socialista".
Pare chiaro che il modo di stare a destra di Sarkozy è totalmente
diverso dallo stile della destra estrema e sembra probabile che un
patto franco tedesco più stretto sia lo sbocco naturale di affinità
politiche ora più solide. Lontane sono anche le posizioni della destra
italiana, emergono chiaramente dalle prime dichiarazioni di Sarkozy le
differenze con le posizioni internazionali di F.I. e AN troppo legate
ad un americanismo acritico e più vicine, in tema d'Unione Europea,
alle posizioni della destra antidemocratica di Le Pen.
Il neopresidente ha lasciato sperare in una nuova posizione francese
rispetto alla Costituzione Europea, finora osteggiata dalla Francia e
ritenuta da molti partners europei, fra cui Romano Prodi,
indispensabile ed urgente. Le annunciate dimissioni di Blair
potrebbero spianare ulteriormente la strada in questo senso.
Inoltre le impressioni di una posizione meno accondiscendente verso la
politica statunitense lasciano sperare appunto in un maggior peso
politico dell'Europa in attesa del nuovo Presidente degli Stati Uniti.
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