REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno III n° 6 GIUGNO 2007 vol I° IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Ancora il problema dei beni culturali in Puglia
Dopo Kalena... ecco Ceglie Messapica
Riprendiamo il discorso con il Castello e con una chiesa trecentesca di particolare interesse
Di Giacomo Nigro



Quello del recupero alla comunità dei beni culturali è un problema che riguarda molti comuni di Puglia. Il caso di Kàlena, l’antica abbazia di Peschici, di cui ci siamo già occupati in altri due precedenti articoli è sempre nella bufera. Ora è il momento di portare alla vostra attenzione la situazione di Ceglie Messapica, una cittadina di oltre ventimila abitanti della provincia di Brindisi dominata dalla mole del suo castello.

Castello, rocca, mastio, torre sono tutti termini che evocano forza, sicurezza, difesa. Questa solidità, questa protezione, più che altro psicologica, del Castello e del suo giardino interno rappresentano oggi la memoria della storia cegliese. Storia di battaglie, di intrighi, di prigioni, di esili, di tornei, di amori, di incontri artistici.

Esso rappresenta un patrimonio architettonico di inestimabile valore eppure è in stato di abbandono, depredato dei suoi tesori d'arte, di memorie e del suo archivio fonte primaria per la conoscenza della vicissitudini storiche e sociali della Città. Da decenni il castello di Ceglie Messapica attende un recupero e una valorizzazione degni della sua storia.

Ma il simbolo della città è proprietà privata, l’amministrazione comunale è riuscita, nel corso degli anni, ad acquistare solo zone perimetrali o addirittura estranee al complesso architettonico del Castello. Recentemente il Comune, pur avendo un diritto di prelazione per l’acquisto del Castello, non l’ha esercitato e non si è inserito nella trattativa di compravendita tra il privato proprietario ed un altro privato. La decisione ha determinato l’abbandono del progetto di acquisizione dell’amministrazione che rischia, in tal modo, la perdita di un finanziamento regionale di 1 milione e 200 mila euro.

Ma c’è dell’altro, nel territorio comunale esiste anche una chiesetta trecentesca, dedicata alla Madonna della Grotta, situata sulla vecchia provinciale per Francavilla Fontana. Per quest’ultima, un gruppo di persone aggregate da un "blog ring" che ha come centro d’interesse Ceglie Messapica, si è mobilitato per il recupero alla comunità e la successiva tutela.

Al grido di "Madonna della Grotta è nostra!" il gruppo ha avviato una raccolta informale di adesioni per il suo restauro, recupero al culto popolare e ripristino di un tradizionale “palio” dimenticato da molti anni.

La chiesa, di proprietà della Curia Arcivescovile, è un piccolo gioiello in stile Romanico, sorto su una grotta naturale all'interno della quale trova posto un'antica cripta basiliana corredata da antichi affreschi bizantini ricoperti da intonaco, con un altare scolpito nella roccia. La parte superiore, inaccessibile ai cittadini, è utilizzata come stalla. Da tempo i proprietari di alcuni edifici attigui e del terreno circostante ne impediscono la fruizione, solo di recente hanno permesso di celebrare una Santa Messa in occasione di una manifestazione organizzata dall'associazione speleologica locale "Speleocem".


Il movimento di opinione che si sta creando con il blog ring potrebbe essere l'occasione per fare chiarezza. "Non abbiamo alcun intento polemico - fanno sapere i responsabili dell'iniziativa. - Vogliamo solo sensibilizzare l'opinione pubblica sullo stato di degrado in cui versa la chiesetta e sulla necessità di evitare possibili crolli, con lo scopo di recuperare questo gioiello per restituirlo alla comunità. Ci siamo posti l'obiettivo di raccogliere diecimila firme durante il mese di maggio: da ogni sito aderente è possibile scaricare il modulo di sottoscrizione e inviarlo via fax o via posta elettronica.

Il coordinamento sta cercando di avviare una campagna di sensibilizzazione sui tesori storici, artistici e naturali che sono abbandonati e dimenticati come quelli sopra citati. Il comitato si rende conto che non basta la buona volontà per apportare una soluzione pratica ai problemi del recupero dei beni culturali cegliesi. Ma con l'uso della rete pensano di poter sensibilizzare molta gente magari anche non cegliese.

Fondamentale resta però l'intervento politico di chi amministra Ceglie senza il quale qualunque sforzo risulterà vano. Come dire: “Cari Amministratori, datevi da fare soprattutto voi per non ricadere nell’errore già commesso per il caso del Castello.

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