REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno III n° 6 GIUGNO 2007    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Revolution
Considerazioni dopo la trasmissione di “Report” sulle rivoluzioni democratiche ispirate dall’Occidente
Di Giacomo Nigro


Noi italiani crediamo nella democrazia. Siamo grati agli americani per averci riportato la libertà dopo la dittatura e salvaguardato la nostra democrazia, i nonni ci hanno raccontato i bei giorni della Liberazione, di quei giovani bianchi e neri che venivano da lontano a rischiare la vita anche per la nostra gente e per quell’ideale del 4 luglio 1776.

Non possiamo dimenticare, però, tutte quelle occasioni in cui per affermare il proprio dominio gli statunitensi hanno prevaricato popoli e governi con strascico di torture, sparizioni, libertà negate.

Quando mostrano la faccia scura, gli USA, non regalano cioccolato, agiscono sotto traccia, niente cineprese, molti insabbiamenti molte bugie. Così diventa difficile capire che le “rivoluzioni in guanti di velluto”, Serbia 2001, Georgia 2003, Ucraina 2004 e Kirghizstan 2005, hanno avuto come principali attori cittadini ed eletti statunitensi.

In quei Paesi a ridosso delle elezioni, movimenti studenteschi apparsi dal nulla hanno occupato le piazze gridando ai brogli elettorali. Colori simbolici e computer portatili sostituiscono la violenza e le armi. Nel giro di pochi giorni, regimi al potere da decine di anni – e, nel caso di Georgia, Ucraina e Kirghizstan, governi satelliti di Mosca – sono stati rovesciati.

Capita di vedere Report e le sue inchieste e si apprende che reti e connessioni che stanno alla base di queste rivoluzioni democratiche portano dritto a uomini e cittadini americani. La formula della rivoluzione non violenta, ispirata al manuale di Gene Sharp From Dictatorship to Democracy viene messa in atto attraverso un enorme spiegamento di mezzi: stage, seminari, pubblicazioni e video. Dietro le quinte il governo americano che fornisce logistica, strumenti e, soprattutto, finanziamenti.

Si apprende anche che Putin è così preoccupato di queste azioni che ha creato un ministero apposito per la controrivoluzione. Si intuisce che fa bene perché le rivoluzioni vellutate hanno interessato Stati ex componenti dell’impero sovietico e che la loro dislocazione territoriale è strategica, guardare la cartina geografica da una netta sensazione d’accerchiamento della Russia.

Non è un caso se il presidente George W. Bush e la first lady Laura si sono recati a Praga, prima tappa di una visita in Europa in sei Paesi: il tema è lo Scudo Spaziale. Il presidente Usa terra', sempre a Praga l'unica conferenza della visita europea, parlando della diffusione della libertà e della democrazia a un convegno.

La Casa Bianca sottolinea che le critiche espresse da Putin sullo scudo spaziale Nato "non aiutano a migliorare i rapporti" Usa-Russia. Il presidente russo ha minacciato, anche, di puntare i suoi nuovi missili su città e obiettivi militari in Europa se gli Stati Uniti non rinunceranno a installare uno scudo anti-missili nella Repubblica Ceca e in Polonia. "La Russia sta cercando di farci paura gonfiando il petto. E' una vecchia tattica. Ci siamo abituati", commenta il vice-premier ceco Vondra.

La tattica è chiara Washington vuole continuare la sua opera di “diffusione della democrazia” nell’Europa dell’Est per indebolire ulteriormente la posizione di Putin e nel frattempo svuotare di senso l’imminente riunione del G8, dove l’Europa sta nuovamente rischiando di recitare il ruolo di terzo incomodo privo di personalità.



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