L’ultima sessione dei G8 si è aperta con molti dubbi sull'attualità di simili congressi, specialmente quando non rappresentano più gli equilibri geopolitici reali. Poi Putin ha provveduto a raggelare le esili speranze sparando a zero sullo scudo spaziale voluto da Bush. Eppure il texano Presidente degli Stati Uniti sembra aver saputo portare regali a tutti, G8 in testa.
Iniziamo dal problema più grosso, quello sollevato da Putin.
Secondo il presidente dell’Unione sovietica il fatto di installare radar e rampe di lancio nei paesi dell’ex blocco sovietico rompe gli equilibri che erano il presupposto dei vari trattati oggi vigenti: difesa spaziale (Abm), settore delle armi convenzionali (Cfe) e strategiche (i Trattati Start-1 e Start-2).
Putin certamente non si oppone al controllo di possibili rotte di attacco che partano da “stati canaglia del medio oriente”, lo ha detto in modo chiaro.
Ma allora quale è il vero problema?
Quelle installazioni controllerebbero anche le rotte polari, quelle che potrebbero essere usate per un lancio di missili dalla Russia verso gli USA.
Ma Putin non può fare il muso duro più di tanto, la sua situazione interna non è brillante e non può correre il rischio di ritrovarsi nuovamente in mezzo ad una guerra fredda e fa una proposta strategica: “lavoriamo insieme per proteggerci” così offre per l’uopo il suo Radar di Gabala in Azerbajdzhan, vicino ai confini iraniani.
E così Bush deve sorridere, non può dire di no ed ecco il primo regalo, afferma: "C'è un processo in cui possiamo collaborare, condividere informazioni in modo molto trasparente che credo sarà utile- e poi ribadisce - Non vedo la Russia come un nemico". Ma non si sbilancia più di tanto e affida tutto alla possibilità che esperti Usa analizzino la proposta russa di un sistema di difesa missilistica che includa anche un radar controllato dalla Russia in Azerbaijan. Non dice ovviamente un “Siii che bello!” prende tempo e rimanda e Putin incassa il successo politico di aver obbligato Bush nell’angolo: o accetta la proposta di Putin o dimostra che il suo interesse non è controllare solo l’Iran, ma anche la Russia.
Secondo scoglio, atteso e ben identificato: il “Trattato di Kyoto”.
L’Europa è molto sensibile al problema del riscaldamento del clima, come una parte degli americani, ma il Presidente non lo è mai stato e non lo ha mai nascosto, anche se oggi è nella necessità di ammettere che qualcosa si deve fare. Ecco che la capacità di mediare di Angela Merkel giunge ad un inaspettato compromesso.
Nelle dichiarazioni finali i leader mondiali si impegnano a “tagli sostanziali nelle emissioni di gas” a effetto serra, senza però porre cifre o date precise. Ci sarà invece in “dopo Kyoto” che dovrà riunire i paesi che maggiormente inquinano compresa la Cina. In pratica si può dire che Bush ha firmato una cambiale che dovrà essere onorata dal suo successore.
I G8 finiscono così, senza nulla di veramente costruttivo, ma il viaggio di “Babbo Natale” prosegue, prima tappa Roma.
Qui Bush incontra per primo il Presidente Napolitano, vista di cortesia, inviti e nulla più, poi il Papa. 35 minuti di colloquio privato dove Benetto XVI ha provveduto a sgranare bene al texano puritano i punti principali: il Vaticano non approva la guerra ed è preoccupato per lo stato dei Cristiani perseguitati in Medio Oriente dai mussulmani; inoltre chiede attenzione per i problemi dell’Africa e per l’AIDS, tema che sarà poi approfondito nell’incontro con la comunità si Sant’Egidio. Anche qui: sorrisi, assicurazioni e qualche immancabile gaffe del presidente USA verso il “Signor” Papa.
Ecco poi l’incontro con Prodi, qui Bush ha superato se stesso: sorrisi congratulazioni e, udite udite... ringraziamenti per l’appoggio italiano per la pace nel mondo. Ma come il Governo Prodi non ha sminuito l’immagine dell’Italia?
Perché allora Bush si permette di affermare: “Grazie per il Libano, ma anche grazie per l'Afghanistan per l'impegno italiano”?
Bush poi insiste e precisa: “Un anno fa la situazione era esplosiva. L'Italia si è fatta avanti, avete assunto la leadership e tutto il mondo vi è venuto dietro”
Ma... come i comunisti al potere hanno aiutato l’America? E chi lo va a dire a Berlusconi adesso? Forse glielo ha detto direttamente Bush quando ha incontrato l’ex presidente del Consiglio.
Ma un altro regalo Bush lo ha fatto indirettamente al nostro ministro degli interni Giuliano Amato, infatti, a differenza di quanto è successo a Genova dove Berlusconi si era occupato “personalmente” della sicurezza e dei gerani, qui non è successo praticamente nulla. Complice forse della perfetta efficienza delle ferrovie a non far arrivare i convogli in orario (chi non paga non viaggia, mi sembra giusto!). Di “duri” in corteo ce ne erano pochi e sono subito stati isolati, qualche vetrina rotta e poco i più, nulla a che vedere con i disordini di piazza Alimonda.
Poi il viaggio di Bush prosegue trionfale nella amica Albania dove promette l’annessione del Kossovo e per contraccambio l’UE dovrà accettare la Serbia come stato membro...
Ma per favore Signor Presidente Lei è ancora per poco Presidente degli Stati Uniti d’America, la sua vicinissima Turchia non fa ancora parte della UE e Lei non sarà mai presidente dell’EUROPA, perché allora si permette di promettere cose che non sono sue?
Si considera ancora il padrone del mondo?
Foto: President George W. Bush and Prime Minister Romano Prodi of Italy embrace following their joint statement Saturday, June 9, 2007, at the Chigi Palace in Rome. White House photo by Chris Greenberg
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