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Dallo spazio piovono strumenti italiani utili per tutti Sono cinque le idee spaziali applicabili nella vita quotidiana e che risolvono problemi anche comuni, come sostituire i codici a barre con strumenti economici e sicuri Di Anna Cosseddu
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Il 30 giugno 2005 è nato PRISMA, il Progetto per l'Innovazione e lo Sviluppo nel Mezzogiorno delle Aziende. Finanziato per 1,4 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico, e per altri 600 mila dall'Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, per due anni ha coinvolto ricercatori e aziende in ambiziosi progetti di ricerca, con l’obiettivo di favorire il trasferimento di alcune competenze della ricerca spaziale ad un gruppo di imprese del Sud. Oggi, dopo due anni esatti dalla nascita del progetto, i risultati e i prototipi delle apparecchiature studiati sono stati presentati a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico. 5 idee, nate dagli strumenti sviluppati da istituti di ricerca e Osservatori astronomici e destinate a far crescere la tecnologia italiana. - Le antenne per sistemi RFID: la tecnologia RFID utilizza le comunicazioni in radio frequenza per lo scambio di dati fra un dispositivo portatile dotato di memoria (il tag) e un computer; sostituisce egregiamente il codice a barre, perché offre vantaggi nella precisione della trasmissione dei dati e nella resistenza, ma i costi di produzione sono ancora elevati. È a questo punto che si inserisce il primo progetto presentato, che, partendo dalla ricerca astrofisica nelle onde millimetriche, permette di realizzare i circuiti dei tag RFID, fin’ora stampati in metallo, utilizzando speciali inchiostri. I tag diventano così talmente economici da poter essere inseriti in ogni confezione di prodotto e poter quindi essere utilizzati come veri e propri «telepass» in miniatura. Ridottissimo il costo (appena qualche cent per unità), innumerevoli le applicazioni: dall'automazione di processi industriali alla lettura a colpo d'occhio del carrello della spesa. - Le ottiche spaziali con il Carburo di Silicio: il Carburo di Silicio (SiC), è un materiale stabile, leggero, resistente agli shock termici e ai graffi e che garantisce la lunga durata nel tempo delle superfici ottiche con esso prodotte. Grazie alla messa a punto di trattamenti particolari, ora è possibile ottenere specchi piani dalle prestazioni estreme, che possono avere diverse applicazioni, spaziali e non, dagli infrarossi ai raggi X. - Il sistema da alto vuoto per i raggi X: particolari raggi X si propagano solo nel vuoto perché l’aria li assorbe, ma il vuoto è una delle cose più difficili da “creare”: anche le semplici impronte degli operatori possono bastare per “sporcarlo”, alterando così il funzionamento degli strumenti. Le moderne camere ad alto vuoto utilizzate oggi sono in grado di soddisfare le esigenze degli astrofisici, ma, grazie al Progetto Vacuum, la tecnologia su cui si basano potrà essere estesa anche alla medicina, alla biologia, all'analisi dei materiali e a moltissimi altri campi. - Il sistema di rilevazione delle polveri ultra-sottili: grazie all’installazione di un dispositivo per il monitoraggio di polveri sottili, utilizzato fin’ora in atmosfere planetarie, a bordo di un piccolo aereo telecomandato, sarà possibile monitorare ad esempio i gas di scarico delle automobili, le emissioni degli incendi e quelle nelle aree contaminate da radiazioni. - I controllori elettronici per CCD: i CCD, Charge Coupled Device, sono dei circuiti integrati che permettono l’acquisizione delle immagini. Per i giganteschi telescopi di ultima generazione sono stati pensati chip di controllo sempre più piccoli, efficienti e sensibili e che, grazie alle nuove ricerche e sperimentazioni, si può ora pensare di usare anche per applicazioni commerciali, come ad esempio i sistemi di video sorveglianza e di diagnostica medica. Potrebbero sembrarci idee lontane dalla nostra realtà, e di difficile applicazione nella quotidianità, ma non è così. Già nel passato scoperte fatte per risolvere problemi lontani da quelli di tutti i giorni hanno cambiato la nostra vita, basti pensare ai computer, ai radar, agli aviogetti, nati per la guerra e diventati ormai indispensabili per tutti noi. Ora dobbiamo solo aspettare che queste conoscenze trasmesse alle aziende vengano colte e fatte fruttare da clienti e investitori, perché i prototipi “spaziali” diventino a tutti gli effetti oggetti per tutti i giorni. Argomenti: #aereo , #applicazioni , #astonautica , #astronomia , #industria , #innovazione , #ricerca , #scienza Leggi tutti gli articoli di Anna Cosseddu (n° articoli 34) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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