Sono indignato per l’emergenza rifiuti “infinita” della Cammpania.
Ormai siamo arrivati quasi a 3.000 tonnellate ammucchiate sotto forma di pseudo “eco-balle” che dovrebbero risultare predisposte per gli inceneritori, ma non lo sono affatto.
Infatti la stragrande maggioranza dei paesi campani hanno rifiutato la raccolta differenziata, per cui in quegli ammassi imballati c’è di tutto. Una volta messi nel termovalorizzatore produrranno fumi pericolosi tra cui la famigerata diossina. Forse è per questo che nessuno vuole sul proprio territorio le discariche e gli inceneritori.
Secondo me i campani non conoscono a fondo il problema derivante dai loro rifiuti e si sono limitati, come tutti del resto, ad opporsi per principio ad ogni attività inerente lo smaltimento dei rifiuti, seguendo il principio del tutto italiano che tutto si può fare, ma nell’orto del vicino. Mai nel proprio! E’ stato così anche per le scorie radioattive e lo è tutt’ora per i gassificatori, per i generatori del sistema eolico e per la TAV.
Se anche noi avessimo dovuto opporci, oggi non avremmo i termovalorizzatori di ultima generazione come quello di Brescia. Rifiutandoli per partito preso hanno scatenato la guerra dei rifiuti nella loro regione e, oltretutto, non potranno neppure beneficiare del riscaldamento a basso costo (teleriscaldamento) che scaturisce proprio dalla combustione tecnologica della “monnezza”.
Dove sono finiti i quasi due miliardi di euro spesi per l’emergenza rifiuti degli ultimi dieci anni?
Cosa ha fatto il commissario straordinario Bassolino?
Certamente non sono stati utilizzati per aprire nuove discariche, dato che le due esistenti sono quasi sature e dopo soli venti giorni saranno chiuse definitivamente. Ce ne vorrebbero altre quattro nuove per sistemare tutto il pattume raccolto in questi anni e non ancora smaltito. Ma nessuno le vuole! E poi si dovrebbero effettuare controlli sistematici per evitare che vi gettino rifiuti tossici. Ad esempio, quella ufficiale di Caserta si trova proprio sopra una discarica abusiva mai bonificata. E questa è a soli cinquecento metri da un albergo a cinque stelle e ad un chilometro dal nuovo policlinico. In altri siti la camorra ha sotterrato ingenti quantità di bidoni contenenti sostanze altamente tossiche e per bonificare la zona si dovrebbero spendere migliaia di euro.
Ci vorrebbero almeno tre inceneritori a ciclo continuo. Ma nessuno li vuole!
Sarebbe ora che tutto il personale pagato inutilmente dai comuni per la raccolta venisse finalmente utilizzato a pieno regime, anziché starsene in panciolle in attesa che qualcuno imponga la raccolta differenziata. Attualmente solo il 10% dei comuni campani la applica.
Il fatto è che gli amministratori locali hanno lasciato agire la camorra per troppi anni e lo smaltimento dei rifiuti si è trasformato in un autentico businnes che rende al pari della droga. perciò la malavita organizzata ha tutto l’interesse che l’emergenza continui: l’urgenza favorisce l’assegnazione degli appalti a ditte esterne controllate dalla camorra.
Se tutti i paesi e le cittadine che hanno rifiutato la raccolta differenziata fossero stati commissariati da persone qualificate, ma lontane dal mondo politico e camorristico, non ci troveremmo a questo punto.
D’altra parte gli amministratori sono stati eletti dal popolo. Perché non sono stati mandati a casa gli incapaci, coloro che si sono assuefatti all’andazzo e, soprattutto, i collusi con la camorra?
Chi è causa del suo mal pianga se stesso!
Il Governo centrale si è limitato a nominare i commissari che sono divenuti degli autentici capri espiatori, ma non hanno risolto il problema. L’ultimo, Bertolaso, è stato, di fatto, inibito dalle proteste degli abitanti ogni volta che tentava di far riaprire una discarica, E i primi a muoversi contro erano proprio i politici locali.
Sono ancor più indignato se penso che all’estero hanno risolto il problema già da tempo. Ad esempio a Siviglia ci sono nove impianti che bruciano immondizia e riescono a riscaldare tutta la città, compresa l’acqua calda. E sono costati poco più di un miliardo di euro. Con i due miliardi gettati al vento in questi anni avrebbero potuto costruirne almeno dieci in Campania!
Ma ciò che mi indigna maggiormente è la mancanza di cultura. Se al nord, dopo anni di martellamento sui cittadini, i comuni sono riusciti ad abituarli a separare la spazzatura, non vedo perché altrettanto non si possa fare al sud e, soprattutto in Campania dove nei cassonetti (quando ci sono perché non sono stati rubati o bruciati) si trova di tutto, comprese lavatrici e motorini inservibili.
E’ chiaro che in tali condizioni si sviluppano le epidemie e che la percentuale di alcuni tumori è decisamente più alta che nel resto d’Italia.
Ora, pare che il nuovo termovalorizzatore sia pronto per entrare in funzione (camorra permettendo, ma non penso che l’emergenza si risolverà in breve tempo. Anche perché si dovranno comunque trovare nuove discariche per ciò che non può venire incenerito. Altrimenti le 7.200 tonnellate giornaliere prodotte in Campania dove andranno a finire?
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