Una nuova legge, approvata dal Congresso degli Stati Uniti dopo essere stata elaborata da una commissione d’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre, è stata promulgata da G. W. Bush ed entrerà pienamente in vigore a partire dal 2008. Numerose sono le misure adottate in essa al fine di incrementare la sicurezza e combattere il terrorismo, molte delle quali vanno a discapito degli immigrati, soggetti a sempre più trafile burocratiche per ottenere lo status di cittadino e guardati con una diffidenza maggiore che in passato. L’immigrazione negli States è stata e continua a essere una risorsa, basta pensare alla storia degli Stati Uniti d’America per capirlo, mentre oggi comincia ad essere trattata come se fosse unicamente un pericolo.
Il provvedimento attribuisce inoltre al guardasigilli Alberto Gonzales la supervisione di attività di sorveglianza: non sarà più necessaria l’autorizzazione di un magistrato per poter mettere sotto controllo e-mail e telefonate effettuate anche all’estero, si ha dunque una sostanziale legalizzazione delle intercettazioni illegali. Sparisce anche l’estensione dei diritti sindacali al personale addetto alla sicurezza negli aeroporti, per la minaccia da parte di Bush di opporre il veto presidenziale.
Le innovazioni più discusse della legge concernono invece i soggiorni di piacere o d’affari di durata inferiore ai tre mesi, cioè riguardano di turisti e uomini d’affari.
La normativa estenderà a breve l’elenco dei Paesi aderenti al Visa Wawer Program, i cui cittadini non necessitano del visto per entrare negli Stati Uniti, e prevede che venga creato un database elettronico in cui coloro che non necessitano del visto avranno l’obbligo di registrare il proprio itinerario 48 ore prima della partenza. Questo per poter escludere preventivamente l’ingresso nel Paese di individui “sospetti” o “pericolosi”.
Comunque la parola d’ordine negli USA è sempre e comunque “business” e per gli uomini d’affari, in caso di comprovata urgenza, il preavviso di 48 ore non sarà necessario.
Anche per le merci sono previsti maggiori controlli, ma fra 3-5 anni, probabilmente per difficoltà tecniche.
Le considerazioni che si possono trarre dall’analisi di questa nuova legge sono molteplici:
- È fallita la politica belligerante perpetuata da Bush con tanta passione in questi anni: la guerra in Iraq, priva di alcun fondamento logico poiché incarnava il paradosso di una guerra preventiva in cui l’avversario era sì un fanatico ma certamente laico, si è rilevata assolutamente inutile se considerata rispetto al dichiarato fine iniziale di lotta al terrorismo. Non si può combattere il terrorismo con una guerra e cioè dunque con altro terrorismo. Il risultato di questa sconfitta “politica” è quello della necessità di alzare barriere mai viste negli USA, “chiudersi in casa”.
- Si creeranno 2 categorie di viaggiatori, uomini d’affari di serie A che non subiranno restrizioni all’entrata e comuni turisti di serie B.
- Come dicono gli esperti si scoraggerà quindi ulteriormente il turismo, che già è diminuito del 17% dopo l’11 di settembre.
- Come aspetto positivo, forse l’unico, diminuiranno forse le interminabili code all’Immigrazione delle dogane americane, testimonianza attuale e diretta di come in fondo questa normativa poco cambierà la “qualità della vita dei viaggiatori”: se certamente non sarà piacevole dichiarare in anticipo il proprio itinerario forse infatti non sarà neanche poi così spiacevole effettuando una sorta di analisi costi-benefici.
- Per consentire il flusso di denaro, la circolazione di uomini d’affari, il business insomma, anche il terrorismo passa in secondo piano e vengono ammesse “eccezioni alla regola” o meglio, alla legge. Anche le misure più forti diventano in questo modo insufficienti.
- Gli Stati Uniti si dimostrano comunque la superpotenza, forse l’unica, mondiale: tutto è concesso al Presidente. Persino la Privacy, barriera di diritto in quasi tutti i Paesi civili, non vale di fronte al potere economico degli USA. Se già controllati lo eravamo di sicuro, con questo provvedimento lo saremo ufficialmente e legalmente.
Se il senatore della Pennsylvania Arlen Specter può nell’editoriale del Washington Post elogiare A Less Ambitious Approach to Immigration commentando che questo approccio meno ambizioso sarebbe quel poco che è comunque meglio che niente a me non rimane che contraddirlo: no, meglio niente.
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